La Fronda Parlamentare

Agli inizi del 1644 le critiche a Mazzarino si attenuarono. Il popolo si accontentava di ripetere ridacchiando con sguardi d’intesa, i modo che tutti afferrassero l'allusione, che in futuro gli storici avrebbero scritto nei loro scritti

“Il cardinale era Primo ministro stando sotto Anna d'Austria”

Il Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino

Queste canzonature erano bastanti di oscenità per fare restare tranquilli i parigini per 4 anni.

Fu nel corso del 1648 che gli animi si accesero quando vi fu l'imposizione di nuove tasse: il furore si sollevò scatenando una guerra contro colui che divideva il letto della regina.

La manovra impositiva era necessaria in quanto le finanze del regno erano in uno stato pietoso, dovuto ad un continuo pescare nelle casse dello stato sia del cardinale che del suo controllore generale e  compatriota Ponticelli Emeri: il Tesoro era svuotato. Per saldare le spese della guerra e i loro bisogni personali, i due uomini si erano impegnati a far entrare in vigore nuove imposte, che colpiva principalmente Parigi.

Dopo l'edit du toisé, minacciava le costruzioni erette da Enrico II sui terreni prossimi e fuori delle mura della città di Parigi, ma il Parlamento rifiutò di registrarla, l'édit du tarif che metteva una sopratassa su tutte le merci che venivano introdotte introdotte nella capitale: come conseguenza vi fu una impennata notevole del costo della vita, i due si impadronirono di quattro anni di sti­pendio degli ufficiali delle corti sovrane. A questo punto però si andava a colpire non il solito popolo, ma la categoria dei magistrati della Corte dei conti, dei tribunali fiscali, del Consi­glio fino agli avvocati della classe minore.

Sebbene non venisse toccato da queste imposte, il Parlamento si schierò con le vittime di Mazzarino, che elevarono forti proteste sottolineando l’intollerabilità di esser trattati come il volgo.

Incisione seicentesca di Mazzarino, di P. Mignard

Si cantavano ritornelli osceni, con corredo di pupazzi simili al cardinale per le vie di Parigi, con appesi cartelli pieni di epiteti feroci: "ladro", "pirata", "imbroglione", "assassino" e "sodomita".  

Secondo uno dei protagonisti della Fronda, Paolo di Gondi, vescovo ausiliario di Parigi, "Erano pronti a tagliarsi a vicenda la gola".

Paul de Gondi (1613-1679)  

Tutti al tempo lottavano per sè, e quindi non era, secondo altre interpretazioni, una lotta di clero, nobiltà e borghesia contro la regalità, depositaria di privilegi: tutti a turno furono contro il Re, pur affermando di essere con lui, fintanto che lui fosse con loro. In questo clima, il Re dovette fuggire da Parigi, il 13 settembre 1648 a Rueil (antica dimora di Richelieu) e il 5 gennaio 1649 a Saint-Germain-en-Laye

Il popolo canta, su versi di Scarron:

Un vento di Fronda

s'è levato questo mattino

io credo che rombi

contro il cardinale Mazzarino.

Stava nascendo un clima di vera rivolta, e il Parlamento quindi si sollevò contro Mazzarino, intimando la riduzione dei balzelli, la protezione delle rendite e la creazione di una Camera di giustizia per indagare e giudicare sugli abusi e sugli appropriamenti indebiti che erano stati perpetrati nelle Finanze.

La situazione era drammatica, ma ulteriore carbone sul fuoco venne gettato da alcune donne che si immischiarono nella faccenda: caddero ben presto sotto questa frenesia politica di aria avvelenata Madame de Longueville, sorella del Gran Condé,  Madame de Chevreuse,

Marie de Rohan-Montbazon, duchessa de Chevreuse.

Mademoiselle de Montpensier (che una verginità protratta rendeva alquanto nervosa),

La Grande Mademoiselle, conosciuta anche col nome di Mademoiselle de Montpensier

e la bella Anna Gonzaga, futura principessa Palatina, immischiarsi in faccende politiche istigando gli uomini a molti estremismi.

Anna Gonzaga, futura principessa Palatina (Parigi 1616-1684)

(Figlia di Carlo I° duca di Mantova. Dopo un matrimonio segreto con Enrico II di Guisa, andò sposa a Edoardo di Baviera, conte palatino del Reno. Nel periodo di disordini connessi all'esosità dei tributi in conseguenza della guerra dei trent'anni (Fronda parlamentare, 1648-1649; Fronda dei principi, 1650-1653) Anna Gonzaga fu tra i protagonisti della vita politica in Francia. Tra l'altro si adoperò per la conciliazione e per il ritorno del Cardinale Mazarino nel 1653. Dopo il 1653, si ritirò dalla politica.).

Secondo J.A. De Ségur, relativamente alla Fronda, disse:

Il bel sesso partecipò

al massimo agli avvenimenti

dell'epoca della Fronda, congiura burlesca

che fu quasi opera delle donne

Mazzarino stesso era ben conscio di queste furie: un suo discorso al Primo ministro di Spagna, don Luis de Haro, sulle francesi del tempo:

"Una signora per bene non andrebbe a letto col marito, né una puttanella con l'amante, se prima costoro non le parlassero di qualche affare di stato. Vogliono sapere tutto e, quel che è peggio, vogliono anche agire e pasticciare tutto. Tra le altre ne abbiamo tre che ci creano più confusione che non a Babilonia, e sono la duchessa di Longueville, la duchessa di Chevreuse e la principessa Palatina".

Istigati da qualche gatta morta, svampita o capricciosa, uomini come La Rochefoucauld e il Condé passarono repentinamente dal campo governativo a quello di una vera e propria violenta opposizione e assistendo a voltafaccia tra le due parti della contesa, che uno storico arrivò a paragonare la Fronda a un balletto. Tutto iniziò con l'arresto di Broussel, membro di spicco del Parlamento, amato a Parigi per la sua ferrea opposizione alle nuove tasse. Celermente i parigini impiegarono fuori tutti i fusti vuoti che trovarono nelle loro cantine per la messa in posa di più di 2.000 barricate, dal termine francese "barriques" cioè botti, che allo scopo erano riempite di terra ed assemblate con con catene e sormontate da pietre.

Il mattino del 27 agosto 1648, quasi 100.000 uomini armati si impadronirono delle strade. La capitale si ribellò incitata dagli agenti di un membro del clero, che tramava dietro le quinte. Era un collaboratore dell'arcivescovo di Parigi e si chiamava Paul de Gondi, l'uomo che nel prossimo futuro sarebbe stato molto più noto come cardinale di Retz.Ma la sua notorietà storica fu soprattutto quello di esser uno dei maggiori agitatori politici del XVII° secolo. Gondi voleva diventare capo di un partito ed in sostanza padrone di Parigi, e quindi per raggiungere il suo obiettivo creò abilmente tutta una serie di trame. Mentre i parigini barricavano nelle strade, denominandosi tra loro "frondisti", lui si abbigliava con il suo più bel talare e, nel silenzio del suo ufficio all'arcivescovado, si arrovellava sul modo più semplice per fare sbudellare Mazzarino. Il cardinale non era uno sciocco e, capito il pericolo che correva, il 13 settembre, terrorizzato, fece i bagagli e alle 6 del mattino partì per Saint-Germain-en-Laye con Anna d'Austria ed il piccolo Re Sole - che tremava dalla paura. Le reazioni dei parigini non tardarono a manifestarsi: scoperta la fuga, si vendicarono inneggiando strofacce sconce sulla reggente e sul cardinale. Piovvero libelli di incredibile audacia. Ma il gongolare di Gondi non durò: il 24 ottobre, la firma del trattato di Westfalia donò sicurezza ed autorità a Mazzarino, che immediatamente rientrò a Parigi con la reggente ed il re. Gondi era seccato dalla cosa: doveva fare qualcosa..... Gli serviva subito un uomo di sufficiente prestigio per servire rafforzare il suo partito, e pensò al Gran Condé, ma il Vincitore di Rocroi, pur non amando il Mazzarino, non aderì a nessuna azione che potesse far vacillare il Trono e si schierò al fianco della Regina. Gondi aggirò questa prima "sconfitta" cercando di ingraziarsi la sorella del Condé, Madame de Longueville: in quel periodo lei era l'amante di La Rochefoucauld (il futuro autore delle Massime), una delle menti della Fronda. Si scrisse che:

"Ciò che divise i principi di Sangue dalla Corona fu l'imprevisto amore della signora di Longueville... Sotto le mani di La Rochefoucauld, lei si rivoltò con determinazione contro quel Trono del quale la sua Famiglia era stata il sostegno e che ancor di più era il sostegno della sua famiglia"

Anne-Geneviève, Madame de Longueville, sorella del Gran Condé (1619 - 1679), e di Armand di Borbone

Sposò nel 1642, Enrico II°, duca di Longueville, dal quale ebbe 4 figli di cui Jean-Louis Charles, conte di Dunois (abbate d'Orléans). Il suo stato mentale la costrinse a rimanere ritirata in una abbazia

Così Gondi si recò a Noisy-Le-Roi, nei pressi di Versailles, dove per il suo stato interessante si era ritirata la seducente e turbolenta duchessa.Venne ricevuto con grande ardore e Gondi stesso nelle sue Memorie racconta:

"Quando accennai a Madame de Longueville il ruolo che poteva ricoprire nella stato di precipitazione delle cose, lei si è immedesimata con tali sollecitazioni gioiose, che non posso esprimerle"

Madame de Longueville bramava vedere il Vincitore di Rocroi, il suo amatissimo fratello, reggente sostituendo in questa carica la Regina Anna d'Austria e quindi i progetti di de Gondi le sembrarono ottimi per realizzare i suoi desideri. Così incominciò col tirare nella Fronda il marito Enrico II, duca di Longueville e il fratello minore Armand di Borbone, principe di Conti. Questo principe era per nulla intelligente, tanto che Gondi stesso scrisse che era "uno zero che si moltiplicava solo perché era Principe di Sangue", ed era ossessionato sin dalla pubertà dalla sorella e da allora ne era follemente innamorato. Indossava sempre al braccio una delle sue giarrettiere e alcune persone malignarono che Madame de Longueville, intenerita da tanta passione, potesse a volte aver concesso un qualche favore, e fra questi lo stesso Gondi che scrisse nelle sue Memorie: "....La passione amorosa del principe di Conti per lei diede a quella casata una certa aria d'incesto".

Il potere della duchessa sul fratello fu manifesto subito: Armand fece immediatamente parte del partito di de Gondi.

Restava il Gran Condé da convincere. Gondi contava sulla Longueville per allontanarlo dalla Corona e portarlo alla coalizione; tuttavia questo non fu possibile in quanto se l'amore aveva permesso l'adesione di Armand di Borbone, Principe di Conti, avrebbe invece bloccato quello del Condé.

Il Vincitore di Rocroi bruciava anche lui per la sorella, palesando una passione esclusiva e gelosa a tal punto che non poteva sopportare che un altro uomo potesse rimirare la duchessa con occhio troppo focoso. Luigi II di Borbone fu costretto ad accettare con grande sofferenza il matrimonio con Monsieur de Longueville, ma l'amante, de La Rochefoucauld, era detestato: lo odiava profondamente. Ecco quindi che per niente al mondo avrebbe potuto partecipare ad una fazione diretto da quel "maledetto", che si divertiva con la sorella e a cui attribuiva per di più la paternità del bambino che lei aspettava.  

Luigi II di Borbone infatti aveva rimproverato con vivacità alla duchessa di avere in sostanza, una relazione non incestuosa. Madame de Longueville, punta sul vivo, aveva seccamente ribattuto che nessuna legge la costringeva a scegliersi gli amanti solo tra i membri della famiglia: il gelo cadde fra i due fratelli per un bel pezzo. Gondi doveva quindi perdere ogni possibilità di trascinare nel suo partito il Gran Condé, ma poteva definirsi soddisfatto: in fondo almeno due principi di Sangue avevano sposato la sua causa. Fu così che avvolse di cure e di carezze ecclesiastiche Armand di Borbone, che si riempì di se stesso, e Monsieur de Longueville, che fu preso da forte entusiasmo.

Altro stratagemma per accattivarsi l'appoggio di Madame di Longueville, Gondi lo realizzò facendo in modo che il luogo adatto per le riunioni del partito fossero fatte a casa di Anne-Genevieve a Noisy-Le-Roy: ed ecco frequentare ogni sera i suoi salotti, il Duca di Bouillon (fratello di Turenne, ministro della guerra sia di Luigi XIII° che del figlio), il Duca di Beaufort, il Maresciallo de la Mothe...e lì oltre alle conversazioni scherzose, ci si preparava a mettere a ferro e fuoco la Francia. Gondi, sebbene attratto dalla Duchessa, non più splendente come una volta, dal momento che il vaiolo aveva lasciato qualche traccia: quello che fermò Gondi fu il fatto che se avesse cercato di sedurre la Duchessa, di certo avrebbe potuto perdere un possibile schieramento dalla sua parte del Gran Condé, e non di meno del fratello cadetto e del marito.

Anna d'Austria, non ignara di queste movimentazioni, decise di allontanarsi da Parigi nella notte del 6 Gennaio 1649, mentre aveva fatto disporre l'esercito delle Fiandre attorno a Parigi, comandato dal Grand Condé; mentre il giorno dopo il popolo commentò la nuova fuga come il modo per darsi al pieno libertinaggio col cardinale in campagna, lontani da occhi indiscreti, Gondi rinfocolò il popolo annunciando che quell'esercito doveva assediare la città per affamare tutti.

Fu una nuova esplosione di furia: Gondi dal salotto di Madame di Longueville soffiava sul vento di guerra civile: si beava ogni qual volta gli portavano la notizia che qualcuno della fazione di Mazzarino era stato ucciso: correva a genuflettersi nel suo inginocchiatoio, intonando grandi preghiere di ringraziamento. Intanto non perdeva occasione di rinfocolare l'odio verso il Cardinale con opportuni libelli - anche pornografici - che serpeggiavano nella capitale.

Naturalmente per finanziare tutto questo Gondi non esitò di chiedere delle risorse alla Spagna, che non vedeva l'ora di poter appoggiare dei disordini in Francia: questo fatto però era ignoto al popolo, burattino del futuro cardinale di Retz.Tuttavia Gondi non era soddisfatto di come reagiva il popolo: sperava fosse più determinato, quindi fece fare una indagine e venne a sapere che il popolo lo sospettava di doppio gioco; allora per confondere le acque si pensò di far andare Armand di Borbone, il Duca di Longueville, il Duca di Bouillon e il Maresciallo de la Mothe a servizio del Parlamento, e fece alloggiare Madame di Longueville e la Duchessa di Bouillon presso il Municipio, in modo che il popolo vedesse come non potessero esserci doppi giochi in quanto prontamente avrebbe potuto colpire facilmente le consorti in caso di tradimento. Per rafforzare questa mossa, fece presentare le due nobildonne vestite in modo trascurato, con in braccio i loro pargoli: il popolo correva commosso a vedere le Duchesse sulla scalinata del Municipio.

 E si aggiunga che Madame de Longueville, presissima dalla causa, sebbene in stato terminale di gravidanza, non lesinava conferenze e discorsi dalla sua stanza: nella notte del 28 Gennaio partorì "Paris" (nome che diede al figlioletto), mentre le truppe di Condé invadevano la capitale.

Paris de Longueville

Il 5 febbraio 1649 Condé fece a pezzi la guarnigione di Charenton, facendo per l'epoca un considerevole sterminio, circa 2.000 persone: ma i capi della Fronda non si smossero dai loro propositi, per nulla intimoriti dal gesto di Luigi II° di Borbone. Le lotte nella capitale proseguirono per settimane e i soldati di Gondi e quelli della Regina cadevano a migliaia, ma questi fatti contrastavano con l'allegria che in casa di Madame di Longueville faceva danzare madame di Bouillon e risuonare gran concerti per violino.

Ad un certo momento il vento della Fronda si fece così furente da travolgere Corona e Trono. Per stornare questo colpo, Condé si rese conto che l'oggetto dell'odio generalizzato del popolo di Parigi era Mazzarino, e dunque la cosa migliore era di procurare un nuovo amante per la Regina, ed ecco che il Marchese di Jarzé poteva essere perfetto: era un cicisbeo molto fatuo, e fu facile per Luigi II° convincerlo che la Regina aveva una sguardo molto benevolo nei suoi confronti. Jarzé corse a palazzo, e recitò perfettamente il ruolo dell'innamorato sospiroso: la Regina ne risultò molto lusingata, dall'alto della sua età di 48 anni: era convinto il Gran Condé che questa mossa avrebbe segnato la fine del dominio sulla reggente di Mazzarino. Dunque Condé diede l'ordine di farsi più intraprendente, e quindi giunto in uno dei salotti della Regina, iniziò a guardarla con insistenza, cosa che sortì tuttavia un esito opposto: la Regina si seccò dell'atteggiamento del giovane, e lo rimproverò davanti agli astanti. Il piano di Condé era fallito. E la Fronda continuò allargandosi a questo punto a tutta la Francia. E a questo punto che sotto consiglio di Mazzarino, la Regina decise di trattare, e quindi il Parlamento si recò a Saint-Germain-en-Laye, dove si giunse ad un accordo definitivo di riappacificazione il 1° Aprile 1649. Gondi fece di tutto per rompere quegli accordi, ma invano. Ma questa riappacificazione costò molto alla Regina, che fu costretta a dare molte concessioni e per di più concedere una amnistia generale a tutti i frondisti.

La Regina Anna d'Austria

Una cosa però non riuscì a perdonare: l'insolenza del marchese di Jarzé dovuta al piano di Condé, ed ecco che il 18 Gennaio 1650 ci fu un arresto generale del Gran Condé, di Armand di Borbone e del Duca di Longueville, mentre Madame de Longueville fuggiva in Normandia.

La Fronda dei Principi

Si concludeva così la Fronda Parlamentare, ma si apriva quella dei Principi.

A Cura di

Arsace di Versailles

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