I Giardini del Palazzo di Vaux-le-Vicomte

di 

André Le Nôtre

Grazie ai costumi della tradizione moresca ed alla precedente conquista romana, in Francia entrò la tradizione di ritrovare negli ampi spazi dei giardini quella serenità e spiritualità che sia il creatore che i visitatori cercano, associando l'idea bucolica a quella dell'eternità e della sensualità. Mentre nel Medioevo, il giardino, la cui realizzazione dipendeva esclusivamente motivi difensivi, era meramente relegato ad un appezzamento subordinato alla costruzione della casa fortificata, a scapito di un fine espositivo e e di visuale: dentro questi piccoli appezzamenti si fanno crescere le erbe medicinali e le verdure per i bisogni quotidiani: era uno spazio dedicato all'utilità e non al piacere!

Con l'avvento del Rinascimento invece, in Italia ci si riesce a liberare dalle logiche del feudalesimo, con conseguente apertura delle costruzioni: i castelli non vengono più eretti in una logica difensiva, spariscono le mura che circondavano il castello propriamente detto, poichè perdono la oro funzione protettiva, e di conseguenza anche i piccoli appezzamenti di giardino riescono a conquistare aree maggiori in cui poter spaziare, perseguendo fini più elevati, legandosi a tematiche più spiritualistiche, fregiandosi di acque dirompenti e fontane, costringendo l'elemento acqua a far parte dell'assieme. Questa concezione italiana viene ben presto sposata da quella francese, già a metà del 1500 si possono vedere erti i giardini di Anet, di Blois, che cominciano ad entrare in lizza con quelli italiani, anche se non riescono a raggiungere il loro livello.

Attorno però al 1650, Nicolas Fouquet, già con alle spalle la realizzazione dei giardini di Saint-Mandé, rinomato al tempo per le sue aiuole, desidera realizzare qualcosa di più imponente, facendo tesoro degli studi delle planimetrie dei giardini italiani che conserva nella sua consistente biblioteca (quelli di Wilton in Inghilterra, e d'Heidelberg in Germania) e della memoria dei giardini di Rueil del cardinale Richelieu e di Saint-Cloud e Meudon.

Nicolas Fouquet, tratto da un dipinto in Vaux-le-Vicomte

La sua funzione di sovrintendente lo fanno esser a contato quotidiano con i giardini di Fontainebleau, delle Tuileries e di Saint-Germain. Egli ebbe modo di conoscere il giardiniere André le Nôtre,

André Le Nôtre, statua presso i giardini delle Tuileries, Parigi

con il quale intesse una amicizia che varrà alla sovrintendente la realizzazione dei giardini di Vaux-Le-Viconte: insieme lessero i trattati di Simon de Caus, di Jacques Boyceau, e le riflessioni di Nicerone sulle attrattive della prospettiva. Era a loro chiaro il concetto che non essendo più i castelli luoghi destinati in via principale alla fortificazione e alla difesa (scopo principale medioevale), ma luoghi destinati al piacere, anche il giardino poteva varcare i confini ristretti dove era rinchiuso per raggiungere visuali evocanti sentimenti elevatori dell'animo umano, dedicati al piacere: tutto deve esser edificato creando una perfetta simbiosi fra l'edificio e lo spazio aperto alla natura: il giardino viene concepito come un prolungamento del castello, e come il castello appunto diventava in epoca Barocca luogo di piaceri, così il giardino doveva trasmettere simili sensazioni. Per realizzare questa idea si dovevano infrangere le barriere di frazionamento, tanto presenti nel periodo precedente, realizzando un vasto progetto che coinvolgesse Casa, acque, frondosi boschetti, decori di grotte, uso di statue, siepi di bosso che riprendessero le decorazioni delle tappezzerie....

Particolare: Statua di Leone e Leonessa allo sbocco sul Rond d'Eau principale

Ma per concrettizzare un simile progetto era necessario uno spazio "vergine", che non avesse un passato, in modo da fornire una tabula rasa su cui disegnare questo progetto: e tale spazio fu appunto Vaux-le-Viconte, fornito da Nicolas Fouquet, che contava ben 500 ettari fra boschi, prati, valloni, pascoli, dove erano state eliminate tutte le costruzioni esistenti (un piccolo castello e 3 gruppi di case): questo punto di partenza, differenzia il lavoro di Le Nôtre a Vaux, rispetto quello successivo di Versailles, dove il Re Sole non volle mai che il corpo centrale del palazzo di suo padre Luigi XIII°  - oggi visibile nella facciata con i mattoni rossi della cosiddetta "Cortile di Marmo" arrivando dalla strada principale della città di Versailles - venisse demolito.

Cortile di Marmo, Versailles facciata di prospettiva verso la città di Versailles

Luigi XIII °, padre del Re Sole: il Cortile di Marmo era il pezzo centrale del piccolo castello da caccia di Versailles

Cortile di Marmo, Versailles facciata di prospettiva verso la città di Versailles, altro punto di vista

Una visita virtuale al Giardino di Vaux-le-Viconte

Prendendo spunto dalla cartina del castello di Vaux, si cerca ora di fornire una serie di immagini per dare una pallida idea dei giardini di Fouquet - si clicchi sulla piantina

A cura di 

Arsace