(1665 – 1729)

 

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Preludio, Allemanda, Corrente, Sarabanda e Chaconne

 Esegue live su strumento Cembalo

 

 

Di norma i compositori e gli interpreti dell’epoca Barocca occupavano le loro cariche vicino alla famiglia reale, di principi ed aristocratici, o lavoravano per delle istituzioni religiose: Elisabeth esce da questo schema, ed è una rarissima eccezione, specie considerando che era una donna: non occupò nessuna carica a Corte, né presso qualche chiesa. Visse della sua musica, eseguendo e componendo senza limitazioni, occupandosi pure delle sue attività editoriali e musicali. Era dunque all’avanguardia, rispetto gli altri “colleghi” compositori ed esecutori, ma non se ne rese mai conto.

Riparatasi dalla povertà grazie al suo matrimonio, i suoi talenti le valsero una apprezzabile gratificazione ed una rinomanza invidiabile.

Ella nacque in marzo 1665 a Parigi da una famiglia di musicisti che viveva presso L’Ile Saint-Louis; suo padre, Claude, era costruttore di strumenti musicali, e si occupava dell’organo di Sasint-Louis-en-L’Ile. Anne de la Touche, sua madre, era legata alla famiglia Daquin: Elisabeth sarà del resto la madrina di Louis-Claude nel 1694.

Bambina prodigio, fu presto notata dal Re Sole durante dei concerti dove lei canta e suona il clavicembalo. Elisabeth non cesserà mai di ricordare ai suoi ammiratori l’attenzione reale, ricevuta nella sua giovane età, tanto che dedicò tutte le sue composizioni, tranne una, a Luigi XIV°. La piccola era chiamata da Re Luigi XIV° "la sua piccola meraviglia".

Fu in questo periodo che apparve la prima di una serie preziosa di testimonianze che avevano come soggetto la musicista, e che furono incluse nel “Mercure galant”.

Nel luglio 1677, si può leggervi che: “E’ un prodigio che è apparso qui da 4 anni. Lei canta, a libro aperto, la musica più complessa. Si accompagna al cembalo e accompagna pure gli altri che desiderano cantare, dimostrando una grande ed inimitabile abilità. Compone dei pezzi e li esegue su tutti i toni che gli si propongono; vi ho detto che è da 4 anni che è apparsa, e tuttavia non ne ha ancora 10”.

Il cronista ha abbassato l’età di Elisabeth, forse per rendere ancora più prodigiosi i suoi talenti precoci.

Nel 1678, lo stesso scrivente ci racconta che Elisabeth mostrò le sue capacità presso Louis de Mollier “in una piccola opera”, dove questa “meraviglia del nostro secolo è capace di toccare il cembalo”. Per meritare tali lusinghe in questo periodo, dove i musicisti si disputano numerosi favori del pubblico, la piccola Elisabeth deve aver dimostrato sicuramente delle doti eccezionali per la musica.

Poco dopo il 1678, l’educazione di Elisabeth fu supervisionata da Madame de Montespan, e lei spessso incontra anche Madame de Maintenon, governante dei piccoli che il Re Sole ebbe dalla Marchesa, allora col titolo di Favorita.

Nel 1680, Elisabeth lascia la Corte, e nel 1684 sposa Marin de La Guerre, organista di Saint-Séverin; poi a partire dal 1698, alla Saint-Chapelle: egli è il figlio di Michel de La Guerre, organista pure lui ed uomo di teatro, che tentò, prima di Lully e parallelamente a Perrin e Cambert, i primi esperimenti nel campo dell’opera francese.

Da questa unione ben presto nacque un figlio, che la morte rapirà 12 anni più tardi.

E’ comunque verso il 1680 che Elisabeth iniziò a concentrarsi sulla composizione, ma le prime opere sono oggi perdute.

Nel 1682, Elisabeth pubblicò un primo libro di 4 suite per clavicembalo; nel 1685 Elisabeth fece eseguire negli appartamenti del Delfino una pastorale davanti al Re; e pronto il “Mercure galant” ci informa che il Re volle che il giorno seguente fossero ripresi pezzi dell’opera.

Nel 1691 compose, nel periodo della celebrazione della presa di Mons, il balletto Les Jeux à l’Honneur de la victoire.

Nel 1694, consacrazine pubblica che concede un genere maggiore, fece rappresentare Céphale et Procris all’Accademia Reale, opera che ha come base il libretto di Duché de Vancy, segretario del Duca di Noailles e professore di Saint-Cyr, un famigliare dunque di Madame de Maintenon. L’opera venne data prima a Parigi e nel 1698 a Strasburgo: in questa città, la presenza di Sébastien de Brossard, ammiratore della musicista,  

doveva esser a conoscenza dell’avvenimento. Brossard fu ugualmente un ardente difensore della musica italiana e in questo periodo Elisabeth cominciò a comporre in un genere nuovo, almeno in Francia, quello della Sonata.

Nel 1695, in effetti, lei invia a Brossard quattro sonate in trio per violino e basso, che rimangono manoscritte: Brossard le definì “deliziose”, e consistono in una scrittura dove la parte della viola è differente rispetto la linea del cembalo e ognuna formata da 9 movimenti.

Dopo aver perso suo figlio, è suo padre, agli albori del nuovo secolo, poi suo marito nel 1704 che scomparvero. La sua vedovanza la spinge allora a duplicare la sua attività: aumentano le sue apparizioni a Corte e in più lei dà da lei, in via Regrattiére nell’Ile Saint-Louis, dei concerti semipubblici dove suonava le sue composizioni ed improvvisava al clavicembalo.

Nel 1707, apparve un Secondo libro di pezzi per clavicembalo – riuniti in due suites, hanno come particolarità che “possono anche suonarsi con il violino” – e un insieme di sei sonate per violino e continuo. Questi pezzi - una dozzina - fanno trasparire spesso una influenza italiana: è tuttavia presente una unica Sarabanda della raccolta non può che esser francese. Esiste all'interno della raccolta anche una Giga che presenta linee ben definite, con la presenza di una abbondanza ornamentale che sembrano in sostanza dare alla composizione un alone tipicamente francese.

Il Mercure galant  ne annunciò la loro pubblicazione, ricordando che esse erano state eseguite a Corte e che il Re Sole fece i complimenti a Mademoiselle de la Guerre per la loro originalità.

Nel 1708-1711, Elisabeth pubblicò due libri comprendenti ognuno Sei Cantate francesi su dei soggetti presi dalle Scritture ed un saggio di ciascuna fu inviato “al seminario delle missioni estere in Quebec”, così come riporta la notazione manoscritta sulla pagina del titolo.

Come Racine scrivendo Esther e Athalie, per educare le signorine di Saint-Cyr, queste cantate, le sole in Francia dell’epoca a mettere in musica passi della Bibbia, hanno sicuramente visto luce sotto l’influenza e l’istigazione di Madame de Maintenon. Scritte sui dei testi di Houdar de la Motte, le cantate pongono in azione “i fatti più importanti della scrittura santa”, mentre la musica ha il compito di “rappresentarne lo spirito e di sostenerne la grandezza”.

Altre tre cantate apparvero nel 1715, opere su tre soggetti profani, corredate tutte da delle sinfonie strumentali: sono dedicate all’Elettore di Baviera Max Emmanuel, grande appassionato di musica, violista che risiedeva in Francia in quel periodo, essendo la sua armata stata sconfitta dal Principe Eugenio durante la guerra di Successione di Spagna. Elisabeth compose anche per le raccolte collettive di arie serie e conviviali pubblicate da Ballard, così come per il teatro della Foire, come ne testimonia “Le raccomodement comique de Pierrot et de Nicole” duetto inserito in un pezzo di Lesage intitolata “La Ceinture de Vénus” e pubblicato con le cantate del 1715.

Mademoiselle de La Guerre, come si continuava a chiamarla, si ritirò nel 1717 e sembra che cessò ogni attività musicale, tranne la composizione di un Te Deum eseguito presso la Cappella del Louvre nel 1721, in occasione della guarigione del giovane Luigi XV°, colpito dal vaiolo: esso presentava un grande coro, come tutti i pezzi di circostanza eseguiti una sola volta, ma oggi purtroppo è perduto, e questo spiace anche perché è il solo pezzo scritto in latino dalla sua mano.

Sempre nel 1721 Elisabeth è cinvolta da un trasloco nella parrocchia di Saint-Eustach, in via des Prouvaires, e visse i suoi ultimi anni a proprio agio, se si dà un giudizio sul testamento dettagliato che stese nel 1726: si spense nel 1729, sempre ammirata dalla Corte e dalla capitale.

Nell’anno della sua morte, si coniò  una medaglia dove figura il suo ritratto con, sul retro, la scritta “Ai grandi musicisti, io ho conteso il primato”. E’ questa medaglia che compare sotto forma di incisione nel Le parnasse Français di Titon du Tillet, con una interessante notizia biografica. Questa gloria varca presto le frontiere, giacchè il Musikalisches Lexicon che Johann Gottfried Walther pubblicato nel 1732, le dedica un articolo più importante che a De Lalande e a Couperin.

Molto più tardi John Hawkins, nella sua General History of the Science and Pratice of Music, apparsa nel 1776, considera Elisabeth come una dei grandi musicisti che la Francia abbia prodotto e descrive i suoi meriti in questi termini:

“So rich and exquisite a flow of Harmony has captivated all that heard her”.

Elisabeth ha scritto poco, ma spaziando in tutti i generi, cosa abbastanza singolare in quell’epoca, dove ogni musicista si consacrava principalmente a ciò che veniva conferito in realzione alle proprie cariche ed impegni.

Lo stile di Elisabeth de la Guerre è energico, ricco di inventiva e assolutamente personale, al di là della scrittura comune ai musicisti francesi coevi. Da un parte, attraverso le influenze di Chambonnierés, di Lebégue e anche di Froberger, ravvisabili nella sua musica per clavicembalo, e quelle di Corelli e degli italiani dall’altra parte, Elisabeth assume il ruolo, ben prima di altri, di coloro che, fin dalla fine del 17° secolo, vollero riunire i gusti francesi e italiani allo scopo di  perseguire un ideale che mirasse – come scriverà più tardi Couperin, a creare “la perfezione della musica”.

Malgrado le condizioni in cui l’opera compositrice si realizzò, non riveste una imposrtanza storica e sociale: possiede solo un valore intrinseco che ha a che fare con interessanti aneddoti. Essi non fanno che confermare il capriccio del genio, che si posa dove vuole, talvolta a dispetto delle condizioni sociali; e bisogna ringraziare le Grand Siécle, periodo eccezionale a questo riguardo, che ha saputo apprezzare la musicista nel suo giusto valore.

Fortunatamente per i posteri, lo storico d’Arte Dominique Brème ha scoperto il ritratto di Elisabeth, dipinto da François de Troy ed esposto al Louvre nel 1704 (si veda immagine ad inizio pagina).

Alcuni links sulla compositrice:

http://www.goldbergweb.com/en/magazine/composers/1998/03/77.php

 

http://www.goldbergweb.com/es/magazine/composers/2002/09/334_2.php

 

Da questo Cd, da cui sono state tratte le informazioni sulla vita della compositrice, sono presenti le seguenti composizioni

Lisle de Délos - Cantata Francese, Parigi, 1715: per soprano, violino barocco, flauto a becco, oboe barocco, 2 flauti barocchi, un fagotto, viola, tiorba e cembalo

La Suite n.3 in la minore, per cembalo solo, da Les Piéces de clavecin, Premier Livre, Parigi, 1687

Jonas, Quarta Cantata a voce sola, con sinfonia dalle Cantates françaises sur des sujets tirés de l'Ecriture, Livre Premier, Parigi, 1708: per violino, viola organo e cembalo.

A Cura di

Arsace da Versailles

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