1742: Méhémet Said Pacha

 

Sebbene i Siamesi venuti dai confini del mondo apparissero strani con i loro cappelli appuntiti, tuttavia una ambasciata turca era pressocchè famigliare. Pittoresca, esotica, certamente, ma i turbanti, dal BORGHESE GENTILUOMO, dalle innumerevoli turcherie dei balletti e delle opere, li si conosceva. Il Grande Mamamuchi , creato da Moliere, era un personaggio che faceva parte della vita quotidiana. Faceva ridere, ma non paura. E' vero che quello che gli aveva servito da modello, Soliman Aga, Luigi XIV° stesso aveva ordinato che si ridicolizzasse commissionando a Moliére e Lully "un Ballet Turc ridicule", e che quindi si aveva una concezione spiritosa dei turchi. Questo non era di certo il primo ambasciatore della Sublime Porta a solcare il suolo francese. 

Le Relazioni della Francia con l'Impero Ottomano erano antiche, e molto ambigue, da almeno i tempi di Francesco I°. 

E' che la Turchia poteva minacciare Vienna da sotto, e poteva in ogni momento essere un ottimo cooperatore effettivo. 

Da questa circostanza ecco queste alleanze, questi doppi giochi, queste andate e venute, queste ambasciate ripetute turche nel 1581, 1618, 1669.

C'era stato ben bisogno della goffaggine di Soliman Aga perchè lo si prendesse in giro e che si ridicolizzasse un Mamamouchi. 

Nel 1742, Luigi XV° non sapeva ancora 14 anni più tardi, avrebbe fatto un voltafaccia di alleanze, per neutralizzare il Re di Prussia e il Re d'Inghilterra, avendo fatto unire in matrimonio il Delfino con l'Arciduchessa Maria Antonietta. L'Austria è ancora da temere, e il Gran Turco, oggettivamente utile. Méhémet Said Pasha è dunque il benvenuto in Francia. Non vi era stato più nessun altro ricevimento di ambasciatori nella Galleria delle Specchi dal tempo di Luigi XIV°. Lo stupefacente è il modo con cui si è pensato organizzare l'evento. Ci si immerse negli archivi, nel giornale di Dangeau, che ha descritto tutto: la sistemazione del Trono nella Galleria degli Specchi, il numero dei gradini della pedana, la distribuzione delle pedane, dei tappeti, del baldacchino, il tutto con una precisione ed una fedeltà archeologica.... In questa consultazione, mancava però una distribuzione fondamentale: il Re Sole al tempo del ricevimento che si era preso a modello per organizzare il ricevimento del'ambasciata del 1742, era assolutamente vedovo. Che cosa si doveva quindi fare della Regina quando si riceve un turco? Maria Leszczinska era viva e vegeta, Archivi, altre consultazioni.... Anche nel 1669 Soliman Aga non aveva visto la Regina. Nè nel 1716 Méhémet vide la Duchessa di Berry. Nè nel 1721, la Duchessa di Orleans. Dunque l'ambasciatore non vedrà di conseguenza Maria Leszczinska.

Ma si può nascondere la Regina? No. Si pensò dunque alla costruzione di una piccola tribuna dove lei siederà, in incognito. 

Le Mercure de France ci dice:

"Il Re era seduto sul Trono, avendo ai suoi lati Monsignore il Delfino e i principi della Casa Reale. Appena l'ambasciatore fu arrivato all'entrata della Galleria degli Specchi,  e appena potesse esser scorto dal Re, egli fece la prima reverenza, tenendo la mano destra sul suo petto, e facendo un profondo inchino. Durante questa riverenza, il Re si levò senza scoprirsi il capo. L'ambasciatore si portò avanti nel tragitto fino alla metà Galleria degli Specchi, dove fece una seconda riverenza, salì in seguito sulla pedana, ed essendo sull'ultimo gradino del Trono, egli fece la terza riverenza, dopo la quale il Re si tolse il suo cappello, e lo rimise a posto. L'ambasciatore , che aveva alla sua destra il conte de Brion ed il Maresciallo de Noailles, e alla sa sinistra l'introduttore, fece al Re i suoi complimenti, che furono tradotti e spiegati dall'interprete del Re, il quale era sulla pedana vicino all'introduttore. Il Re rispose all'ambasciatore e dopo che la risposta di Sua Maestà fu stata spiegata, il segretario dell'ambasciatore salì sui gradini della seconda pedana, e consegnò la lettera del Gran Signore all'ambasciatore, il quale la presentò al Re. 

Sua Maestà avendola ricevuta, la diede a M. Amelot, ministro e segretario di Stato, che nel momento dell'udienza era salito sulla seconda pedana vicino al trono a destra del Re. 

L'ambasciatore ebbe l'onore ancora di presentare a Sua Maestà il Maresciallo dell'ambasciata e suo figlio. 

Dopo questa presentazione, l'ambasciatore fece un profondo inchino dinnanzi al Re, e scese i gradini del trono senza girare le spalle, il Re levò il suo cappello e lo rimise a posto nuovamente, l'ambasciatore fece una seconda riverenza al fondo della prima pedana, e la terza a poca distanza. Sua Maestà rimase in piedi durante le tre riverenze...."

Nulla era cambiato dai tempi di Luigi XIV°....

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A Cura di

Arsace da Versailles