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A Maria Antonietta, che aveva loro chiesto un automa musicale, l'orologiaio Pierre Kintzing e l'ebanista della Regina David Roentgen, consegnano un omaggio. Presentata a Versailles nel 1784, ed acquistata dalla Sovrana nel 1785, la loro suonatrice di salterio è un riflesso in miniatura della Regina stessa, della quale si sente riprodurne i fascini ed i talenti musicali. 

Si racconta che i capelli dell'automa erano quelli della Regina stessa, e che il suo abito era confezionato da uno dei suoi vestiti.  

Gli automi dal viso umano sono emblematici del Secolo dei Lumi, di cui essi incarnano l'interesse per la meccanica, l'anatomia ed il gusto dell'artificialità. 

Soprattutto, essi rinviano ad una concezione nuova dell'uomo, ereditata dal filosofo René Descartes, che comparava nel XVII secolo il corpo umana ad una macchina, o di Julien Ofray de La Mettrie, medico e filosofo che, un secolo dopo, negherà l'esistenza dell'anima umana. Spogliato di ogni trascendenza, l'uomo "non è che un animale o un assemblamento di molle"

Ma tra gli automi dei Lumi, la suonatrice figura come un pezzo favoloso. Essa rappresenta una summa delle tecniche dell'epoca, asserisce Thierry Lalande, conservatore del Museo delle Arti e dei Mestieri, dove si trova attualmente l'automa assolutamente ancora intatto.  

Molti artigiani parteciparono alla realizzazione, dal parrucchiere al meccanico ed al corsettiere, così come il tedesco Allemand Christoph Willibald Gluck, che scrisse 8 arie del suo repertorio musicale. 

Questo automa si basa su un meccanismo costituito da una molla a motore caricata a mano, e da un cilindro munito di file di camma, che spostano le braccia della suonatrice in modo orizzontale al di sotto delle corde dello strumento, e da punte, che fanno scattare il movimento verticale dei due martelli che la suonatrice tiene in mano. L'automa in sostanza è comandato da un cilindro in ottone, trascinato da una corona a molla.

Il meccanismo è localizzato nel corpo della suonatrice ed nel tavolo. Girando, il cilindro aziona delle canne che controllano il movimento delle braccia, e della testa. L'automa è di piccola taglia, fra i diciotto ed i venti pollici, ed è seduto davanti ad un bel tavolo in legno su cui è posto un salterio. 

In confronto agli altri automi che non facevano che piccoli movimenti, si cade nello straordinario con questo androide musicale che suona parecchi pezzi, come un vero artista, riuscendo a legare due antagonisti che sono la meccanica e la musica. 

La sua fattura è simile a quella di un altro pezzo eccezionale, la musicista degli svizzeri Pierre ed Henry-Louis Jacquet-Droz, realizzata nel 1773. 

Clicca qui per informazioni su Pierre ed Henry-Louis Jacquet-Droz

Musée d'art et d'histoire de Neuchâtel

Tornando alla Suonatrice di Salterio

La Regina Maria Antonietta aveva compreso l'aspetto innovatore della suonatrice e così ne fece dono alla Accademia delle Scienze.

A cura di

Arsace e Faustina da Versailles

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