Francesco Antonio

Bomporti

 

(  Trento, 11/6/1672 - Padova, 19/12/1749 )

 

 

Francesco Antonio Bomporti

 

 

A Trento terminò gli studi umanistici, mentre a Innsbruck studiò elementi di fisica e metafisica: poi si recò a Roma dove, nel 1691, entrò al Collegium Germanicum per seguire i corsi di teologia.
Studiò la composione con O. Pitoni e, forse, con Arcangelo Corelli il violino (che sarà uno strumento di cui non potrà fare a meno come lo si può vedere nelle composizione sotto esposte della sua produzione musicale).
Divenuto diacono, rientrò a Trento nel 1695, dove, consacrato sacerdote, riuscì ad avere il beneficio dell'altare della SS. Annunziata nel Duomo: ma mirava ad occupare un posto di canonico cosa che non accadde e che lo fece rimanere in attesa a Trento fino al 1740.
Trascorse gli ultimi anni a Padova, forse attratto dalla presenza di G. Tartini.
Artista quindi e sacerdote, (altra cosa in comune quindi con Vivaldi oltre che la passione per il violino) *gentilhuomo di Trento* e *dilettante di musica*, come amava aggiungere al suo nome, Bonporti solo da poco è uscito dall'oblio di quasi 2 secoli, allorché Wolffheim prima, nel 1911, e Bouvet dopo, nel 1918, dimostrarono che le *4 Inventionen* pubblicate nel vol. XLV dell'opera omnia di Bach appartenevano all'op. X di Bonporti (Invenzioni nn. 2, 3, 6, 7).
Dopo di allora eminenti musicologi riesumarono la sua personalità e l'opera.
Al pari dei suoi contemporanei * dilettanti veneti *, Albinoni e i fratelli Alessandro e Benedetto Marcello, appartenenti a una classe socialmente elevata o per nobili origini o per meriti acquisiti, esercitò la sua arte solo per diletto (quindi verrebbe da pensare non a fini di lucro).
Egli non visse e non operò alle dipendenze di mecenati o di istituzioni, ma agì autonomamente, senza dover sottostare ai dettami estetici e agli schemi formalistici dominanti, cui sovente per legami professionali i musicisti dell'epoca dovevano sottomettersi, anche se è da dire che per quanto venissero dati degli incarichi ai musicisti di celebrare questa o quella occasione, alla fine poi era il genio del compositore a venir fuori: era come dare un tema, ma poi il contenuto era espressione della personalità musicale del compositore (ecco un motivo per apprezzare le composizioni ad hoc per le occasioni).
Ne conseguì una espressione artistica personalissima che, muovendosi nella forma e nello spirito del Barocco strumentale europeo, si manifesta, nelle opere della maturità, in una ricerca del bizzarro, dell'estroso e del sorprendente.
Questa espressione mucicale ha comportato non posche difficoltà agli studiosi che dovevano valutare la produzione di Bonporti: essa sfugge infatti ad ogni classificazione.
Non va dimenticato che Bonporti operò in un ambiente ostile,Trento, che tuttavia era punto di incontro tra le correnti artistiche del nord e del sud: infatti diversi musicisti di varie correnti artistiche transitavano per Trento; questo fatto accanto alla buona tradizione violinistica cittadina, permisero a Bonporti riflessioni sulle tecniche d'espressione musicale, dopo che la sua formazione corelliana aveva dato luogo alle giovanili *Suonate a 3* e alle *Sonate da Camera* di intensa vena melodica e costruite con simmetria ed equilibrio. Se in esse talvolta, come nell'unica produzione vocale giunta sino a noi, l'opera III, affiora il suo personale idioma, è con le composizioni per violino solo e continuo, che il linguaggio di Bonporti intraprende delle strade del tutto nuove ed innovative.
Anche gli ambienti musicali europei del suo tempo ammirarono le * Invenzioni op. X * , anche perchè Francesco Maria Veracini ne fu l'autorevole interprete. La raccolta non manca ancora di stupire per il forte soggettivismo e l'impiego di originali mezzi espressivi, a cui lo stesso Bach si interessò.
Il personalissimo stile di Bonporti si individua nella estrosità delle figurazioni ritmiche, in una genialità armonica, che ricorre alla trovata a sorpresa, facendo ampio uso del cromatismo, nella nobile bellezza e libertà della condotta tematica.
Questa troverà espansione nei brani dall'autore giustamente chiamati Recitativi, inclusi nei * Concerti a 4 op. XI * e nei * Concertini op. XII *. Pare che ci siano momenti di intensa contemplazione lirica, in cui la fantasia di Bonporti riesce a trarre dalle corde del violno espressioni originalissime e in cui vocalità e strumentalismo si fondono. Muovendosi entro i confini del modello vivaldiano, per quanto nguarda l'aspetto strutturale, il concerto di Bonporti non segue un unico schema compositivo: al concerto inteso nella sua accezione originale, costruito polifonicamente a 4 o 5 parti senza episodi solistici (n. 7 e n. 10 op. XI), si alterna il concerto solistico, nel cui tempo intermedio, l'adagio, talvolta il solista non compare (n. 9), altre volte invece conduce la linea melodica sostenuto dagli archi (n. 5 e n. 8) o dal solo (n. 2) o in dialogo con il violoncello obbligato (n. 6). Negli allegro invece il violino solista sovente elabora, attraverso la variazione, il tema fondamentale del tutti.
" Ma più che attraverso i metri formali, il contributo recato da Bonporti, specie al concerto strumentale, va individuato nella ricerca di quegli stimoli a un raggiungimento espressivo patetico e liberamente soggettivo con cui egli - libero da vincoli di scuole o da desideri di committenti - ravvivò i suoi sfoghi di dilettante " (G. Barblan).



Composizioni

(pubblicate)

Suonate a 3, 2 violini e violoncello obbligato: op. 1 (Venezia,1696);

Sonate da camera a 2 violini, violone, cembalo o arceliuto op. 2 (Venezia, 1698; 1703 e Londra);

Motetti a canto solo, con violini op. 3 (Venezia, 1701-2);

Sonate da camera a 2 violini, violone, cembato, o arceliuto op. 4 (Venezia, 1703; ristampa Londra, e Amsterdam,);

Arie Baletti Correnti op. 5 (perduta);

Suonate da camera a 2 violini, violone, o cembalo op. 6 (Venezia, 1705; rist. Amsterdam);

Suonate da camera a violino e violone, o cembalo op. 7 (Venezia, 1707; rist. Londra, e Amsterdam);

Minuetti a violino solo e violoncello o basso continuo op. 8 (Venezia, perduta);

Balettia violino solo e vvioloncello o basso continuo op. 9 (Amsterdam);

Inventioni da camera a violino solo con l'accompagnamento d'un violoncello e cembalo e liuto op. 10 (Bologna, 1712; Venezia e Trento, 1713; rist. Amsterdam, e Parigi );

Concerti a 4, 2 violini, alto viola, e basso con violino di rinforzo Op. 11 (Trento, circa 1715);

Concertini, e Serenate con arie variate, siciliane, recitativi, e chiuse a violino, e violoncello, o cembalo op. 12 (Augusta).

Aria cromatica, e variata a Violino, violoncello e cembalo (1720);

Sonata in fa diesis per violino e basso continuo.

 

 

Premio Bonporti

 

Discografia


punto elenco

Invenzioni a violino solo
Op. 10 n. 1-10

C. Banchini (violone), G. Nasillo (violoncello), J. Christensen (clavicembalo)
HMF
(2cd basso prezzo, 1996)

 

 


 

punto elenco

Concerti & Serenate

Bloomington Baroque, dir. S. Ritchie
Dorian
 (1cd, 1997)
 

 

 

 

                         

A cura di Arsace

 

www.haendel.it

 

 

Ultimo aggiornamento: 22-10-21