Nicola Porpora

 

 

Il Gedeone

 

 

 

Innanzitutto va detto che quest'oratorio fa riscoprire davvero le doti di Porpora come compositore Barocco, in grado bene o male di rivaleggiare con sommo Handel.

Quello che presento è la versione discografica, edita dalla CPO, che riporta nella copertina del libretto un bel dipinto di Nicola Porpora in età giovanile; si nota poi una fotografia del direttore Martin Haselbock, a braccia conserte, serafico e con un sorriso che pare voglia dire: "Vi  faccio vedere io quello che so combinare con quest'orchestra!".

Una delle domande che credo uno si faccia è: ma quanto lunghi saranno  i recitativi? quante arie ci sono dentro? quante ne canta questo e/o quest'altro cantante? e soprattutto che organico presenta questa registrazione? sono tutte domande che restano spesso prive di  risposta se non si apre il cofanetto, cosa che si può fare col "salto  nel buio": acquistare ad occhi chiusi!. Bene io l'ho fatto e ne sono soddisfatto, per cui darò queste  informazioni:  

I RECITATIVI: 7 nel primo cd, 6 nel secondo e ultimo cd. Non sono sempre dei recitativi convenzionali nel senso cembalo e continuo, a  volte si inseriscono dei fagotti, a volte sono dei recitativi accompagnati, anche da una mesta tromba. Facendo una media temporale dei recitativi direi che ci avviciniamo ai 2 minuti, considerando nella media che ci sono recitativi di 0.39 secondi, come recitativi  di 3.26 minuti (che però sono recitativi accompagnati). 

LE ARIE: 11 sono in totale, 2 a Gedeone, 2 a Oreb, 3 a Sichemi, 2 a  Joas, 1 a Fara, 1 a Silve

GLI ALTRI PEZZI: ci sono 2 sinfonie di aperture della prima parte dell'oratorio: nel primo cd una, nel secondo l'altra. Il penultimo brano del primo cd invece è un bel Adagio di 1.55 minuti, mentre ben 3 sono i cori presenti in questo oratorio.  

L'ORGANICO:

4 violini primi
4 violini secondi
2 viole
2 oboi
1 tromba
1 violoncello
1 fagotto
1 violone
1 cembalo/organo 
IL CORO: 3 soprani, 3 contralti, 3 tenori, 3 bassi
Totale dell'Oratorio: 111,41 min. 

Porpora nel momento in cui si stava per scrivere il GEDEONE era libero, non ingaggiato da nessuno, ma comunque alla ricerca di un impiego. Nel 1737 Antonio Caldara, il maestro di cappella della Corte di Vienna, era deceduto il 28 Dicembre 1736, e quindi si può supporre che Porpora avesse chiesto di intercedere in suo favore Metastasio (i 2 si conoscevano). Il GEDEONE doveva essere una composizione tale da incantare (e legare) la corte al suo talento, doveva essere una  dimostrazione insomma delle sue capacità di compositore. Tuttavia  dimenticò che doveva essere un oratorio conservatore per la settimana  santa (per cui sobrio e non brillante, come invece è risultato essere). Curioso il fatto però che il testo dell'oratorio non sia di Metastasio.

Il 28 Marzo 1737 Porpora fu a Vienna per la prima del GEDEONE, che però non ottenne un successo (forse doveva essere più sobrio e conservatore, in occasione della settimana santa!). Ritornò poi a Napoli sino al 1741, poi a Venezia e dal 1747 alla Corte di Dresda, uno dei centri d'opera italiana.

Qui incontrò Hasse che era stato suo allievo nel 1722 - lui come i  celebri due evirati cantori Farinelli e Caffarelli. Si stabilirà a Vienna nel 1752/53, dopo un grosso guadagno alla corte di Dresda. Qui fu maestro pure di Haydn Josef, che lo seguirà in tutte le occasioni di Vienna. Torniamo al GEDEONE: il libretto è scritto da Andrea Perrucci (molto probabilmente).

Per la forma e il contenuto, il libretto messo in musica da Porpora  segue i grandi principi dei testi degli oratori di Zeno, ma è molto lontano dalla lingua artistica di Metastasio. La storia è estrapolata dall'Antico Testamento senza alcuna aggiunta: Gedeone il liberatore degli israeliti inviato da Dio al suo popolo, verso il 1100 a.c.; ci sono poi Joas suo padre, la sua sposa Sichemi (nella Bibbia però si parla di concubina, che gli darà 70 figli) e il suo servitore Fara. I suoi avversari sono Oreb, uno dei capi di guerra di Madian e il suo subalterno Silve.

Ugualmente alle teorie di Zeno, le figure celesti o allegoriche sono praticamente inesistenti: l'angelo che nella Bibbia incarica Gedeone di salvare Israele e di distruggere l'altare di Baal non canta dell'oratorio.

Una considerazione da fare a mio avviso a favore di Porpora: in Italia verso il secondo trentennio del 1700 in poi alcuni compositori  d'opera quali Leonardo Leo, Leonardo Vinci, Johann Adolf Hasse e Giovanni Battista Pergolesi hanno introdotto un profondo cambiamento di stile. E' la riscoperta dei libretti di Metastasio che li ha condotti ad abbandonare il pathos Barocco delle Arie Lente e la Pompa delle Arie Barocche con le loro coloriture, come la supremazia del contrappunto, a favore dell'emozione, dell'espressività del canto e di una declamazione chiara del testo, con frasi musicali ai periodi chiare e un accompagnamento d'orchestra discreto, che accompagna la voce dei cantanti. In poco tempo - Bach e Handel vivranno ancora 20 anni - nasce un idioma musicale totalmente nuovo, che si è chiamato PRE - CLASSICO.

Questo profondo cambiamento di stile non ha intaccato nè Bach, nè Handel, nè Nicola Porpora e neppure Bononcini. A Vienna Porpora, compositore di oratori, è messo a confronto con una tradizione che non è solamente totalmente e irriducibilmente Barocca, ma che usa questo idioma "antico" nel campo dell'oratorio in un modo conservatore: Caldara e Fux per esempio impiegano nella loro musica sacra e negli oratori, una scrittura "erudita", contrappuntistica lineare.

A Napoli Porpora aveva appreso le tecniche strettamente polifoniche, era quindi capace di scrivere cori fugati in modo comparabile a quelli di HANDEL, come lo testimoniano i 2 cori finali delle 2 parti dell'Oratorio GEDEONE.

Porpora voleva dar sfoggio delle sue capacità e della sua arte. E' per questo che l'oratorio GEDEONE impiega senza ritegno il BRIO e la RICCHEZZA d'invenzione di un musicista di teatro, che concede alle ugule dei suoi cantanti virtuosi esigenti colorature e trilli pieni d'effetti: oboi accompagnano la voce di castrato di Gedeone nelle sue due arie, voce del protagonista gareggia con la tromba in "Cogliete, amici, il frutto di vostra fede" (squilli di tromba durante la settimana santa! Cielo! che cattivo gusto! ecco quello che potevano aver pensato i coevi viennesi nel 1737).

E' dunque indubbio che la musica di Porpora è tanto lontana dalla tradizione viennese (quindi in un contesto geograficamente ristretto) che si potrebbe dire quanto il nuovo stile dei compositori PRE - CLASSICI al resto del Barocco. La foga drammatica di Porpora si evidenzia anche nei recitativi accompagnati del GEDEONE: per esempio si può notare ciò nel recitativo accompagnato prima del secondo coro, il coro alla siciliana, dove gli archi eseguono un tremolo e nella tematica del coro e nella pastorale degli oboi.

Vi sono arie con il da capo che costituisce la norma, ma anche arie in due parti; la tecnica di scrittura è tale da evidenziare la presenza fondamentale dei bassi. La drammaticità della musica non si accompagna perfettamente al libretto: La storia parla di Gedeone che riceve da Dio la missione di combattere e vincere: solo il calore paterno di Joas e l'angoscia di Sichemi, s'esprimono in contrapposizione alla fede ferma di Gedeone nella sua vittoria. Ma la paura e il dolore con toni sobri e pacati  come la tradizione viennese si aspettava, non hanno potuto trovare il loro spazio in questo oratorio, poichè è stato concepito da Nicola Porpora come un'OPERA BRILLANTE fatta quasi per una festa a Corte: ed è questo il fondamentale motivo del suo scarso successo nel 1737.  Tuttavia ritengo che proprio per queste caratteristiche brillanti, si può avere con il GEDEONE una buona idea del calibro del compositore in campo operistico (un campo dove l'impegno e le energie dovevano essere messe al massimo livello, in questa furente concorrenza nell'ambito teatrale, specialmente quello londinese), un calibro che i coevi hanno ritenuto tale da poterlo opporre e farlo competere con HANDEL. L'oratorio si apre con una Ouverture, composta di archi e cembalo, lo stile direi che è "alla francese", lenta e grave all'inizio, che si sviluppa in un allegro con intrecci di temi: Tralascio i recitativi, anche se devo dire che non sono convenzionali, sono per lo più accompagnati, magari interrotti qua e la da piccoli commenti musicali o dal ritorno ad un recitativo convenzionale. I 3 cori, sono di ritmo grave, solenne e a mio avviso non scintillanti, volendo Porpora restare all'interno di uno schema "tradizionale dell'Oratorio viennese" (però non è riuscito a trattenersi nelle arie, dove sfoggia come ho già detto la sua vena teatrale). 

Prima aria: "Quasi locuste che intorno"

E' concitata e a forma di concerto grosso, scintillante anche se magari non è presente la tromba ad incorniciare l'aria della sua brillantezza: è cantata da Oreb, interpretato dal falsettista Jorg Waschinski (definito soprano sul retro del cofanetto): al primo ascolto, mi è parso che l'orchestra così concitata sovrastasse la sua voce, poi riascoltando ne ho mitigato il primo giudizio: ha una agilità encomiabile, ma la voce non mi è parsa troppo potente (gli darei come giudizio un discreto): le note di Porpora sono comunque favolose. Dura: 3.44 minuti. 

Seconda aria: "Quell'aura Lusinghiera che increspa l'onde al lido" L'aria è cantata da Silve, interpretata Johannes Chum, l'unico, ma ottimo, tenore dell'oratorio: il ritmo è adagio ma non troppo; anche qui archi e cembalo, ma è soave e scaturisce una tranquillità.....la voce del tenore è ben impostata, nel senso che non ci sono gli orribili do di petto, ma una voce "pacata" con bellissime messe di voce e gorgheggi, lenti naturalmente, ma li definirei serafici, con gli archi spesso anche in sordina: se dovessi fare una associazione  lo assocerei all'aria "Ecco il sol ch'esce dal mare" di San Giovanni (alias Ian Partridge) nell'oratorio la Ressurrezione di Handel. Dura: 3.52 minuti.  

Terza aria: "Tu se' il minore de tuoi fratelli, ma il più diletto dei miei figlioli".L'aria è cantata da Joas, alias Ulf Bastlein, strumentazione convenzionale, il ritmo è lento, ma la parte centrale, improvvisa uno stacco di cembalo e archi concitati. Si esprime tutto l'amore paterno per Gedeone ("il minore de' suoi fratelli" nell'aria). Il basso è normale. Durata: 6.19 minuti. 

Quarta aria: "Mi vegga, oh Dio"

Cantata da Sichemi, ossia Linda Perillo, la soprano, moglie di Gedeone, dopo un recitativo accompagnato, con dizione coinvolgente. L'aria è con ritmo andante, gli archi da una parte, il cello da un'altra e il cembalo che commenta la melodia. La sua voce mi pare chiara, ma non è un'aria che mi piace particolarmente poichè tendo a prediligere i concitati e le arie da concerto grosso: nella frase centrale c'è una bella messa di voce, ma il ritmo non cambia rispetto il da capo. Durata: 5.15 minuti. 

Quinta aria: "Di nemico sangue il campo"

Ed ecco Fara, alias Henning Voss, controtenore, le note brillanti e il ritmo sostenuto (che rievoca una specie di marcia a tratti): i gorgheggi pullulano ma sembrano soffermarsi in tono serafico alla parola "benedetta", dove Fara si esibisce in una messa di voce, mentre i violini passano in sordina. Gli strumenti sono ancora standard, comunque gli archi non è che sono un unico monoblocco: si sdoppiano, dialogano, e il cembalo pur essendo un accompagnamento si staglia dai tutti. Direi che la voce poi sia buona ed ha forza. Durata: 4.46.

Sesta aria: "Odo le strida, già vaggo il volto"

Ecco un'altra aria di Sichemi, che di seguito continua senza un recitativo l'aria di Fara: il ritmo è allegro, ed è di una brillantezza, quasi mi ricorda la figura di Storgé in Jephta di Handel; oltre ai bellissimi ornamenti dei virtuosismi che infiorettano il motivo centrale, c'è nei 2 da capo un bel gioco: parte con un tema, poi i violini passano in sordina e diminuiscono di numero, per poi riempirsi con "tutti insieme", creando così un contrasto fra lieve e forte. Durata: 4.07 minuti. 

Settima aria: "Cadranno i lupi fieri"

Ecco la prima delle due arie affidate al protagonista, Gedeone, cantato da Kai Wassel, controtenore, dal bellissimo tono di voce; l'aria ha un ritmo andante, c'è una tromba in sordina che rafforza gli archi, ma che non ne toglie il ruolo in primo piano, che tendono a creare una melodia "pulsante" (non saprei come descriverla). Durata: 5.19 minuti. 

ADAGIO: è un numero del cd, un vero e proprio arioso, dove Joas, Sichemi, e Gedeone cantano per breve tempo - 1.55 minuti. 

Ottava aria: "L'alte strida"

Ancora Sichemi, in ritmo allegro, gorgheggi a nastro: devo dire che qui ricorda un po' Hasse (anche se si dovrebbe dire il viceversa, Hasse ricorda un po' Porpora): comunque si vede anche come Porpora abbia assorbito anche la tecnica propria della musica veneziana; il modo di trattare i violini in sordina nella seconda aria rievocano lo stile vivaldiano. Bellissima aria, fresca che riporta lo sfarzo Barocco. Durata: 5.16 minuti. 

Nona Aria: " A' pur vinto, o sorte barbara"

Oreb, infuriato di aver perso contro Gedeone è furibondo, così come l'aria: pirotecniche da brivido, dove la sua voce ben si accompagna all'orchestra nei gorgheggi, gli archi si separano spesso : c'è un concertante che dona l'agitazione all'aria: il cembalo indora il tutto. Un vero cavallo di battaglia dell'oratorio. Non appena esce un'opera teatrale di Porpora, ecco la corsa per l'acquisto. Durata: 4.12 minuti. 

Decima aria: "O beato fortunato"

Ritorna il padre di Gedeone, il ritmo è grave, ma qui l'orchestrazione si differenzia dallo standard poichè un fagotto e violoncello e violone ostinato, incupiscono tutto il tema rappresentato dai violini, dando all'aria colori angosciosi; e i profondi e lenti gorgheggi e le messe di voce del basso e i violini, esprimono tutta l'angoscia paterna per la battaglia appena finita e contemporaneamente il rilassamento dovuto alla vittoria gloriosa di Gedeone che, prode "Ei nulla sente, si ratto corre del nemico in cerca". Durata: 6.02 minuti. 

Undicesima aria: "Cogliete, amici, il frutto di vostra fede"

Ultima aria dell'Oratorio, cantata da Gedeone vittorioso, vittorioso perchè mandato da Dio a combattere. La tromba gareggia con la voce del controtenore, in una lotta continua per catturare l'attenzione dell'ascoltatore, spesso le "2 voci" i intrecciano contemporaneamente riesumando lo splendore magnificente del Barocco Debordante: lascia senza parole l'aria. Il ritmo è allegro, ma non troppo. Durata: 8.16 minuti.

 

 

 

Il Libretto di Gedeone

 

 

 

                        

 

A cura di Arsace

 

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Ultimo aggiornamento: 07-05-20