Composizioni Handeliane

 

 

 

Le 6 Grandi Fughe, Op. 3

 

 

 

Le raccolte cembalistiche che furono pubblicate dopo il 1720, come quella pubblicata nel 1733 dall’editore John Walsh, tenendo all’oscuro Handel, presentava errori, ed infatti Handel le teneva come bozze da sviluppare successivamente: sono pezzi con piccole Ouvertures che risalgono ai tempi di Amburgo ed Halle: sono inclusi cicli di variazioni su minuetti, gavotte e chaconnes ed altre forme italiane. Questa pubblicazione non presenta i preludi e le fughe che certamente Handel avrebbe inserito se avesse avuto intenzione di darle al pubblico. Francamente sorprende come non abbia pensato ad una simile eventualità, dal momento che la sua raccolta del 1720 ebbe un successo straordinario, dopo che Handel fu costretto a pubblicarle con il titolo “Serie di pezzi per cembalo, composti da George Frederich Handel”, con la prefazione in cui asseriva “Sono stato indotto a pubblicare alcuni dei brani seguenti, perché all’estero ne circolano surrettiziamente copie scorrette”.

L’edizione quindi del 1733 era in sostanza una truffa perpetrata contro Handel, e quindi, il Caro Sassone si dovette rassegnare a fargli pubblicare come Appendice all’opera le SIX FUGUES OR VOLUNTARYS FOR THE ORGAN OR HARPSICORD, 1735, Opera 3: la loro genesi deriva dal suo soggiorno a Canons, prima del 1720, e quella HWV 605 in sol minore risale al tempo del suo inizio di dimora in Inghilterra: Tali fughe divenute subito celebri si diffusero manoscritte fino in Germania: le fughe sono di carattere essenzialmente melodico, fatte addirittura per poter adattarsi al canto, tanto che due di esse furono conglobate in due dei cori dell’ISRAEL IN EGYPT, ossia la Fuga in sol minore HWV 605 nel coro “He somte all the first-born of Egypt”, mentre la fuga in la minore HWV 609 nel coro “They loathed to drink of the river”.

Sebbene Handel sia partito dai modelli di Kuhnau e di Krieger, le sue composizioni hanno una ben altra vitalità, poiché hanno un procedere intrepido, una foga una fiamma proprie a lui solo. Vivono! “Ogni nota parla” dice Mattheson.

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A cura di  Arsace

 

www.haendel.it

 

Ultimo aggiornamento: 17-10-21