L'azione si svolge a Gaza, luogo in cui i Filistei venerano il loro dio Dagon, con una sontuosa festa in suo onore: si tratta del luminoso e popolare coro, concepito come baldoria all'aperto dei Filistei, con corni, trombe e timpani: un Coro di sacerdoti intona per la festa di Dagon "Awake the trumpet's lofty sound!" , ossia

Si risveglino le trombe dall'acuto suono!

La gloriosa festa abbia inizio

quando Dagon, Re di tutta la Terra, è incoronato

 

A questo coro vivace, si innesta la voce sola di una donna del popolo filisteo, che in una aria ritmata ("Ye men of Gaza") costituisce uno degli iniziali esempi dove Handel non accompagna il principio dell'aria o dell'arioso: poi Handel sfruttò questa tecnica, fino a giungere ad affidare alla voce sola il tema e far intervenire gli strumenti solo per il ritornello. Prima tale espediente fu usato occasionalmente, ma in SAMSON diventò caratteristico, cosa che risulta efficace quando è poi il protagonista a cantare, tradito, disperato e solo, emarginato pure dagli strumenti.

Questa festa filistea, permette al cieco Samson di trovare un po' di riposo, sospendendo il suo lavoro da schiavo; ma alla quiete fisica non corrisponde quella mentale: egli infatti si tormenta per un rimorso.

I suoi amici israeliani lo trovano mentre si lamenta, e uno fra di essi, Micah, prova pietà per Samson per il quale ravvede l'esempio dell'incertezza dell'esistenza umana; Micah è l'amico e compagno di venture, Handel gli assegna delle belle melodie, ma drammaticamente parlando riveste un ruolo inattivo. E' certamente un ruolo secondario, inventato di sana pianta da Hamilton nella sua revisione della storia da Milton.

Il tormento di Samson viene esposto nella sofferenza della perdita della vista nell'aria:

"Total eclipse!" - aria di Samson dal Primo Atto del SAMSON

Sempre profonda notte! Nè Sole, nè Luna.

Tutto è nero nel bagliore del mezzodì.

Oh Luce gloriosa! Nessun raggio incoraggiante

a rallegrare i miei occhi con un nuovo giorno!

Perchè mi privasti del tuo primo volere!

Sole, Luna, Stelle sono ormai tenebre per me!

Parole e musica si fondono perfettamente per emanare un profondo pathos commovente.

Alle parole di conforto che Micah prova a dare a Samson, segue un coro "Oh first created beam" che inizia omofonicamente,

Oh Primo raggio creato! 

E voi parole grandiose: "E luce sia" e luce fu ovunque

Un bagliore celestiale scintillò intorno

alla terrestre sfera

Rendi al tuo cieco servitore la vita attraverso la luce.

per terminarsi in una fuga breve ma molto suggestiva, tanto che Haydn citò quasi letteralmente il verso "Let there be light" nella sua composizione La Creazione, per rappresentare la nascita della Luce

L'effetto di questo coro è magnifico poichè "and light was over all" è preceduto da una battuta di canto non accompagnato e piano: la sezione della fuga diventa luminosa quando il soprano canta il tema in crescendo, e suona come un corale in cantus firmus.

Interviene nella vicenda un nuovo personaggio: Manoah; Manoah, è il genitore di Sansone, che è un rappresentante tipico della devozione paterna di Handel, che dimostra di esser riuscito a superare l'opposizione che il padre dimostrò per la propensione musicale del giovanissimo Handel. 

Manoah è un padre che ama e comprende: Handel per questo gli affidò un canto nobile e dolce. In questo momento del dramma il Padre di Samson, lo sta cercando quando giunge in scena, e ricorda la fama e le gesta che un tempo lo avevano reso orgoglioso del figlio;

l'arioso accompagnato di Manoa per basso, dove contempla il cupo mutamento della sorte del figlio, che, dagli allori delle sue gesta che lo resero il terrore dei nemici di Israele, ora non è più capace di proteggere il proprio petto dalla lancia di un codardo, è preludio alla splendida aria per basso (The good we wish), ricca di colorature, molto operistica. 

In questa aria Handel si manifesta nel pieno della sua comprovata esperienza: tocca gli animi, dopo le note di carattere allegro, il largo finale (non vi è la ripresa della parte iniziale dell'aria). 

Ad un certo punto Samson si squote, e sbotta in una aria di furore, prorompendo in "Why does the God of Israel sleep?": di solito queste arie furoreggianti Handel le affidava nell'opera al registro del basso, ma qui scrive una della prime arie di "tenore di forza": Handel scrive un ritornello ricco, particolarmente elaborato, e la frase di sfida invece è priva di accompagnamento. 

Questa aria venne intesa con un tono blasfemo per cui Handel pensò di alleggerirne i toni cambiando le parole in modo che il concetto avesse toni un po' più morbidi: ecco che apparve alla luce l'aria "Let not the God of Israel  sleep".

Aria nella prima versione: "Why does the God of Israel sleep?"

Nel coro "Then shall they know that He whose name Jehovah is alone" la scintillante fuga cede il passo ad una straordinaria esclamazione omofona in stile di Anthem: "Jehovah is alone".

Then shall they know, that he whose name
Jehovah is, alone
O'er all the earth but One
Was ever the most igh, and still the same

Segue un recitativo "My genial spirits droop" si evoca con accortezza il disagio di Samson dopo lo sfogo di rabbia.

Samson invoca la morte, ma il coro degli israeliti lo conforta, infondendogli speranza nel suo trionfo sul tempo e sulla morte: "Then round about the starry throne" (qui sotto) è il tipico coro adeguatissimo a chiudere un atto: secondo Streatfeild "la musica sembra illuminata dalla luce smagliante dell'estasi".

Coro di Israeliti

Allora verso il Trono stellato

di Colui che unico regna

la tua anima guidata dal Cielo

ascenderà e lascerà le bruttezze terrene,

di gloria incoronata per sempre siederà

e trionferà sulla morte, su te, oh tempo!

 

 A cura di

Il Principe del Cembalo - Rodelinda da Versailles

Arsace da Versailles - Faustina da Versailles

Rodrigo - Arbace - Andrea - Alessandro - Carla - Stefano

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