Il 28 Luglio 1735 Handel scrisse a Charles Jennens con questi accenti:

"Ho ricevuto la vostra gentile lettera che conteneva il testo dell'oratorio. Sono in partenza per Tunbridge, per cui sono in torto per averlo letto frettolosamente. Ma già le posso anticipare che mi ha dato un gran piacere. Spero nei giorni venturi di avere tutto il tempo per studiarlo e dedicargli la giusta attenzione. Quella che merita."

Stupisce il fatto che Handel abbia atteso tre anni prima di iniziare a trattare musicalmente il lavoro del Saul. Infatti fu solo il 23 luglio 1738 che iniziò la stesura del I atto e l'8 agosto quello del II atto. Ci furono inoltre oltre attese e ripensamenti per la ripresa del lavoro ulteriore di Handel. 

Secondo alcuni Handel ebbe molti problemi con questa realizzazione, sembrava non avere le idee chiare, tanto che nel settembre 1738, accantonò il lavoro per dedicarsi ad IMENEO.

Il 26 Luglio di 1738 Heidegger si ritirò dell'Opera del Haymarket per mancanza di abbonamenti e problemi coi cantanti, ma Haendel stava lavorando non dal giorno 24 in una nuova opera, bensì in un nuovo oratorio, "Saúl".

Dopo una visita di Jennens, il librettista dell'oratorio, riprese la composizione dello stesso.

L'oratorio fu eseguito al King's Theatre il 16 Gennaio 1739: è una data importante non solo per la storia personale di Handel, ma anche per la storia più vasta delle forme musicali. 

E' una data per Handel che segna l'inizio di una seconda carriera che lo condurrà nelle vette più alte della sua gloria.

SAUL, contemporaneamente è il primo grande oratorio drammatico e il suo successo aprì un nuovo campo di attività ai compositori, ma di questo passaggio dall'Opera Seria alla forma Oratoriale, se ne è già parlato in handelforever.com. 

Se consideriamo che un anno prima nella primavera del 1737, Handel aveva diretto il suo "pasticcio" DIDONE il 13 aprile, composizione destinata alla stagione lirica, ma fu colto da una paralisi del braccio destro. 

A sentire gli amici di Handel, la malattia fisica di Handel si duplicava per una debolezza psichica: inizialmente rifiutava di curarsi, e la guarigione avvenne solo dopo qualche mese più tardi quando il malato finì per accettare di andare a seguire un trattamento ad Aix-la-Chapelle. 

E così alla fine del 1737, il caro sassone era comunque nel punto più basso in assoluto della sua carriera: era rovinato, la sua salute fisica e morale era compromessa, e, ciò che era ben più grave, egli non aveva più nulla da offrire al pubblico. Ma il grande e grosso Handel aveva una grossa capacità di recupero: egli non può accettare l'idea della sua disfatta. Appena guarito, rientra immediatamente a Londra ben deciso a riprendersi la leadership nel mondo musicale, unico posizione che poteva accontentarlo. Egli sapeva bene che avrebbe dovuto trovare una bella risposta ai suoi avversari, e poichè gli inglesi non ne volevano più sapere dell'opera italiana, nella quale egli eccelleva, egli creò un nuovo tipo di divertimento: da questo bisogno di adattamento alla nuova generazione, nacque il nuovo genere su cui ancor oggi riposa la più grande gloria handeliana, l'oratorio drammatico.

Handel, nel corso della sua carriera, non ha mai dimostrato un interesse per un conforto materiale che gli poteva assicurare un Principe, ma una grande ambizione, unita ad un bisogno di indipendenza ha condotto Handel al mestiere di produttore che gli valse, una dopo l'altra, la fortuna e la rovina. 

Handel non si accontenta di scrivere delle Opere; egli le vende direttamente ad un pubblico verso il quale è obbligato a seguirne i gusti. 

Handel deve pensare quindi in termini anche di spese e di ricette per avere successo. E da questi punti di vista la forma dell'oratorio si presta meglio alle finalità imprenditoriali, rispetto la rigidità dell'Opera Seria. 

L'oratorio permette di intrattenere una clientela molto più vasta: ad una Aristocrazia esigente, per la quale l'opera seria era troppo spesso un segno di superiorità sociale molto più che di una reale cultura, si sostituirà una vasta borghesia ben assortita, desiderosa di prendere  il suo piacere in una lingua che lei stessa comprende, famigliare con la Bibbia e a mitologia antica che Handel chiede in prestito nella sua essenzialità dei libretti, e poco sensibile ai cambiamenti della moda del momento. 

Un altro vantaggio di cui Handel poté giovarsi era la non necessità nei cast canori di vedettes castrati e soprani abituati alla soddisfazione dei loro capricci e dai cachets esorbitanti. Saranno le buoni voci inglesi a sostituirli, molto più modesti nelle loro pretese pecuniarie. 

Altro elemento che possiamo evidenziare come favorevole al nuovo genere musicale, è l'assenza dei grandi decori e delle macchine di scena, oramai inutili. L'unica spesa maggiore rispetto l'opera seria, l'oratorio la manifesta nel coro.

Saul presenta un soggetto ben conosciuto con una forma drammatica intensa, e si deve dire che due anni prima il rivale di Handel, William Boyce, aveva musicato con un successo onorevole "Lamentazioni di David su Saul e Jonathan".  

Un poco più tarsi fu il turno di John Christopher Smith, che è stato allievo di Handel ed è divenuto il suo segretario e copista. 

Agli uni come all'altro, l'episodio biblico era ben noto e forniva un libretto molto colorato potendo affrontare tematiche come la morte, il combattimento, l'amicizia, così come temi eroici che chiamavano una musica dai contorni netti e franchi, facile da ascoltare e apportatrice d'entusiasmo. 

Charles Jennens, poi librettista pure del MESSIAH, aggiunse un elemento di intrigo sentimentale che la Bibbia non aveva mai descritto: delle due figlie di Saul, una desidera e l'altra teme di esser data in matrimonio a David. 

Così arricchito il libretto del SAUL porta tutti gli ingredienti che portarono al successo del dramma popolare: l'accoglienza entusiastica che il pubblicò dimostrò per il suo oratorio rassicurò Handel sulla fondatezza delle sue scelte. 

Da una missiva di Charles Jennens a suo cugino Lord Guernsey si viene a sapere che Handel era irrequieto in quei giorni e costantemente alla ricerca di alcuni accorgimenti strumentali per colmare di vita e forza il suo SAUL. 

Il 19 settembre Charles Jennens scrisse:

"Handel ha sempre tanti grilli per la testa e ieri, quando sono andato a trovarlo, nella sua stanza in bella mostra aveva posto uno strano aggeggio, una specie di carillon, che egli aveva soprannominato "Tubalcain". Il nome forse gli è stato affibbiato perchè è fatto con una serie di martelletti che battono su delle piccole linguette. Con questo strano strumento Ciclopeano egli ha in mente di procurare la pazzia del povero Saul".

Jennens tenne conto nella stesura di questo oratorio di tutti gli scritti precedenti sull'argomento, ma si ispirò soprattutto alla Bibbia (il primo libro di Samuele, capitolo 18° e successivi). 

Per la tematica Handel fu molto colpito e quindi stimolato a realizzare un effetto scenico ed una espressività musicale incisiva. 

Sebbene Handel fosse contento del soggetto steso da Jennens, era talmente a suo agio che arrivò a cambiare con decrizione anche il testo che Jennens aveva steso, non senza proteste dell'uomo letterato, che arrivò a dichiarare che la musica non era all'altezza delle parole musicate.

SAUL ha come tema principale la caduta e la morte di Saúl e di suo figlio, Jonathan. Saul si sente umiliato per i successi militari di David e vede in lui ad un rivale. 

Jonathan si tormenta tra il suo dovere filiale e la fedeltà al suo amico. 

La caratteristica principale di questo oratorio, oltre alla ricchezza strumentale, è che Haendel abbandona il modello che aveva seguito ed imitato nei suoi primi oratori: l'opera seria. Al posto di lunghe arie basate sul modello italiano, utilizza tempi più brevi, caratteristiche degli oratori inglesi;citando il pensiero di Gerhard Schumacher: "La convergenza dell'opera, dell'oratorio e del concerto trovarono in Saúl la sua perfetta espressione artistica".

Con questa opera Haendel inaugura, prima di BELSHAZZAR ed IL MESSIAH, uno stile originale di oratorio che avrebbe avuto un lungo futuro.   

Finito SAUL cominciò la composizione del suo seguente oratorio, ISRAEL IN EGYPT.  

Affittò ad Heidegger il King's Theatre per 1739 ed inaugurò lì SAUL nel gennaio, secondo il Daily Post "ottenne l'applauso generale di una numerosa e splendida utenza", a SAUL seguirono la replica di ALEXANDER FEAST ed IL TRIONFO DEL TEMPO E DELLA VERITA'.

Esecuzione live su strumento cembalo solo

Si ringrazia ancora una volta 

Mr. Kelly

per la sua disponibilità

L'oratorio inizia con una lunga sinfonia d'apertura (Allegro - Larghetto - Allegro - Minuetto) nella quale sono inserite molte parti per "assoli" di organo, uno strumento allora nuovo, da poco acquistato, che Handel sperimentò proprio in occasione della prima rappresentazione del SAUL. Se si dovesse escludere un breve innesto nel terzo movimento del Trio Sonata in do dello stesso Handel, questa sinfonia non presenta alcuna altra citazione musicale e può considerarsi un sontuoso preludio alla sontuosa festa ed esaltazione del popolo per la sconfitta dei filistei e la morte di Golia per mano di David.

 

Nell'Atto I, la vicenda si apre sul popolo di Israele rientrante dalla battaglia e sull'eroe del momento, David, che torna vittorioso su Golia, mentre ragazze danzano e cantano sul ritornello, "Saul ha ucciso i suoi 1000 e David i suoi 10.000", e saranno questi accenti a innescare la gelosia e lo sdegno di Saul: egli vuole David morto, e il misfatto dovrebbe esser compiuto da Jonathan.

Nell'Atto II, l'attenzione è su David che, rifiutato da Merab, giura a Michal che è innamorata di lui, di sposarla. Obbligato alla fuga, David viene calato da una finestra di Merab, che comunque vuole salvarlo malgrado non desideri sposarlo. La ragazza, nel frattempo, preso un fantoccio lo pone nel letto, ponendogli sulla testa una pelliccia di capra e coprendolo di panni. Appena in tempo poichè gli inviati di Saul in cerca di David; tuttavia l'inganno ala fine viene scoperto. L'atto si conclude sul ripensamento di Merab che riconosce il valore di David e sulla paura della vendetta che ha intrapreso contro di lui il Re Saul.

Nell'Atto III, Saul, dopo molti tentativi di uccidere David, è a terra, depresso e cerca una negromante: si rivolge così alla strega di Endor, che, violando le leggi di Saul, evoca lo spirito di Samuele, ed è proprio da questo profeta che Saul viene a conoscere il suo cupo destino: verrà ucciso sul monte Gilboa, assieme a Jonathan. Le loro salme saranno trasportate al suono di una solenne marcia funebre. Alla fine Abiathar ridà coraggio a tutti, rammentando che comunque la vita continua e che Dio stesso proteggerà David. Il coro finale lo invita a riscattare il popolo d Israele.  

Musicalmente Handel in Saul volle sottolineare i momenti salienti dell'intera vicenda, ossia quando il popolo manifesta i suoi sentimenti, sia quando la tragedia colpisce Saul. Egli evidenziò con più decisione la gelosia di Saul e la maledizione che cade su di lui, piuttosto che il trionfo di David. 

Le ben 5 sinfonie inserite all'interno dell'Oratorio SAUL non rivestono molto lo scopo di collegamento ma piuttosto un momento separatorio dell'azione. Ognuna viene innestata quando la vicenda sia emozionalmente che drammaticamente richieda un intervallo, una sospensione. 

Tutte esse, inclusa la Sinfonia d'Apertura, sono nella tonalità di do maggiore, molo sfruttata da Handel e che ritornerà fissa non solo nel giubilante coro iniziale "How excellent" ed in quello conclusivo "Gird on thy  sword", ma anche in molte altre parti corali.

Fra i recitativi accompagnati affidati a Saul, i più interessanti sono: nel primo atto, "What do I hear?", breve ma intenso e pulsante momento di emozione; nel II Atto, "The time at lenght is come", molto lungo e ricco di strumentazione; infine nell'inizio del III Atto "Wretch that I am!" subito dopo una fugace esposizione fatta dalla sola orchestra. 

Saul intuisce che egli è la sola causa della sua disgrazia ma rifiuta di ammetterlo. 

Il III Atto è più intenso dei 2 pregressi proprio per le sequenze fitte dei recitativi e l'aria che vedono ed immortalano l'incontro fra Saul, la maga di Endor e l'apparizione dello spirito del profeta Samuele.

Dopo una marcia funebre - un grave in 4/4 che esprime tutta l'emozione per la morte di SAUL evocante con una musicalità dalla sonorità molto lieve e dal linguaggio armonico intenso, lo spettacolo della processione rappresentate l'allegoria della morte - comincia una lunga e commovente elegia che verrà interrotta solo dal tono di fiducia espresso dall'esplosivo coro finale "Gird on thy  sword".

Qui sotto segnaliamo l'Oratorio completo, per chi non lo avesse mai ascoltato

Qui è possibile vedere il libretto dell'Oratorio SAUL

 

 

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con  handelforever.com e Handelforever.com

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