Thomas

Morell

 

( 1703 - 1784 )

 

 

Thomas Morell

 


 

Thomas Morell, già librettista di Handel, nel 1770 riferisce: “Per fare un favore al successore di Mr Handel nel 1764 scrissi Nabal e Gideon, la cui musica è presa per intero da alcune vecchie pagine originali di Mr Handel. Nel secondo c’è un coro inimitabile “Gloria Patri, Gloria Filio” che di primo acchito disperavo potesse adattarsi con parole adeguate, ma poi scrissi “Glorious Patron, Glorious Hero, etc.”, il che riuscì benissimo…”

 

 

Aneddoto raccontato da Morell su ALEXANDER BALUS:

Il seguente anno [Handel] ne desiderò un altro e gli diedi ALEXANDER BALUS, che prosegue la storia del precedente oratorio nel Libro dei Maccabei...
Il terzo atto inizia su un’aria incomparabile, nello stile affettuoso, inframmezzata con il recitativo e seguente coro. In quanto all'ultima aria, non posso trattenermi dal raccontarvi che, quando lo lesse per la prima volta, Mr. Handell esclamò « Al diavolo i vostri iambics »
- Non importa, si fanno senza difficoltà delle mutilazioni.
- « Delle mutilazioni ? che intendete ? »
- Eh bene, esattamente l'inverso dei iambics, tagliando una sillaba ad ogni verso, come dire:
….Lead me to some peaceful shore
al posto di
Convey me to some peaceful shore
- « Ecco ciò che voglio. »
Così andai a cambiarli subito: mi recai nel salone e ne ritornai coi cambiamenti dopo circa tre minuti; quando li ebbe, Handel li mise in musica molto deliziosamente, accompagnati di una sola croma e di un silenzio di tre crome.



John Taylor riporta un’altra storia molto conosciuta e secondo ogni probabilità, apocrifa, ma val la pena di riferirla poiché si riferisce alla composizione della stessa aria:

Durante una giornata di estate, Morell fu tratto dal letto alle cinque di mattina da Handel, venuto dei vicini dintorni di Londra nella sua carrozza. Il dottore andò alla sua finestra per parlare a Handel che non lasciò la sua vettura. Handel componeva allora un oratorio. Quando il dottore gli chiese ciò che desiderava, rispose nel suo inglese:
« Che diavolo significa la parola billow » che era presente nell’oratorio che il dottor Morell gli aveva scritto. Il dottore, dopo avere riso per il divertente motivo della visita, gli dice che "billow" significava onda, un'onda del mare. "Oh l'onda" esclamò Handel che pregò il suo cocchiere di ritornare a casa, senza proferire ulteriore parola al dottore.
Assodato il fatto che Handel disponeva certamente di un dizionario decente, (il Bailey, secondo il Johnson), e che aveva messo già la parola in musica nell’ACIS AND GALATEA (1732); considerando anche il fatto che avrebbe più agevolmente mandato il suo domestico con un biglietto, oppure che avrebbe potuto fermare un passante per strada per chiedergli il significato della parola, o meglio, avrebbe potuto direttamente interrogare il suo domestico, si può comunque supporre che Handel, avendo riflettuto per tutta la notte e ottenuta l’informazione, sia tornato al suo studio per scrivere la desolata aria finale di Cleopatra "Convey me to some peaceful shore, Where no tumultuous billows roar". Qualunque sia stata la sua genesi, la scena, coronata dall'aria di Cleopatra, è una delle più commoventi di tutti gli oratori di Handel.
 

 


 

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A cura di  Rodrigo & Arsace
Ritratto fornito da Tassos Dimitriadis

 

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Ultimo aggiornamento: 17-10-21