Apollo, dopo aver liberato la Grecia dal terribile drago Python, 

arrogantemente sbeffeggia Cupido ritenendosi oramai superiore a lui 

per bravura con l'arco! 

 

 

Cupido si vendica, colpendolo con un dardo aureo e facendolo innamorare 

perdutamente della bellissima ninfa Dafne, figlia del dio fluviale Peneo.

 

 

Il Cieco Arciero, che si diverte a creare situazioni insostenibili, 

non soddisfatto di ciò, ferisce pure il petto della giovane vergine, 

ma con un dardo di piombo, in grado di far estinguere ogni stimolo amoroso!

 

 

 Apollo inizia dunque un inseguimento senza fine per ottenere l'Amore della ninfa, 

mentre Dafne atterrita, cerca in ogni modo di sfuggirgli occultandosi nella foresta, 

per evitare l'amplesso con l'ardente dio. 

 

 

Apollo, rapido come l'astro che trascina col suo carro, riesce infine 

a raggiungere la fanciulla, ma proprio mentre sta per cingerla, 

Dafne, pallida per il terrore e la stanchezza, invoca il padre Peneo, 

pregando che o apra la terra, affinché la ingoi,  o trasformi il suo aspetto, 

affinché non vada violata la sua purezza. 

 

 

Il padre esaudisce il suo desiderio e la trasforma in alloro, 

albero che conserva, nella ricchezza luminosa delle foglie, 

lo splendore della primitiva bellezza.

 

 

Apollo, perso l'iniziale strafottenza, stravolto da tale metamorfosi, 

ma ancora sotto l’influsso del dardo di Cupido, continua ad amare Dafne e 

per amor suo, decide di utilizzarne le foglie per adornare la sua cetra e il suo arco 

e di intrecciarne i rami in corone, da porre sul capo dei sommi poeti ed i vincitori 

delle grandi battaglie.

 

Torna all'indice