La statua equestre di Luigi XIV

(realizzata fra il 1665 – 1673)

La statua realizzata dal Bernini, ora posta all’interno degli spazi dell’Orangerie

Più conosciuta per la sua copia, davanti alla piramide del Louvre, la statua equestre di Luigi XIV del Bernini ha raggiunto nuovamente l’Orangerie della Reggia di Versailles nel 1974.

Copia della Statua nel Cortile del Palazzo del Louvre

Copia della Statua Bernini/Girardon su Luigi XIV/Curzio Marzio

Altra Visuale della Copia nel Cortile del Louvre

Essa occupava infatti fin dal 1685 l’estremità dello specchio d’acqua degli Svizzeri (dove si trova dal 1990 un’altra copia, qui sotto).

F. Girardon modificò la statua del Bernini trasformandola in Marzio Curio

Averla confinata all’estremità più lontana dello specchio d’acqua artificiale era un chiaro segno di volerla nascondere agli occhi della Corte. Un'altra interpretazione è stata anche quella di vedere in questa decisione di ripudio, una forma di monito contro la troppa libertà che gli artisti italiani si prendevano su suolo francese. Il carattere focoso-ribelle del Bernini, il fatto stesso che fosse considerato lo scultore di punta italiano e la scelta del Re di fondare, una volta per tutte una nazione "francese" e non una periferia italiana dal punto di vista artistico, sono tutti elementi che potrebbero far vedere questo confinamento come la risposta della Francia, incarnata dal Re e da Versailles, all'arte italiana: essa aveva perso il un ruolo dominante in suolo francese, come ai tempi di Francesco I, o, per pensare a tempi più recenti e vicini a Luigi XIV, del Cardinale Mazzarino, per trovare solo un ruolo satellitare, rimanendo "al proprio posto", specie in presenza di artisti irriguardosi verso la Maestà. 

Il Cardinale Mazzarino

Ai tempi del Cardinale infatti si poteva parlare non di arte francese, ma estremizzando di arte italiana in Francia: la nazione pullulava di artisti italiani. Creare una Nazione francese, incarnata nel suo Re e nella sua espressione tangibile, Versailles, implicava avere anche un'arte propria, altro elemento di coesione ed identità nazionale.

Luigi XIV inoltre non ha in effetti mai nascosto che non amava per niente l’opera, anche se non osò distruggerla: ma il fastidio di una opera così poco riuscita dopo tutti quegli anni d'attesa, è stata la goccia del confinamento della statua stessa.

Nel 1665, momento dell’arrivo di Gian Lorenzo Bernini in Francia, fu indetta una gara fra gli artisti per scolpire il busto di Luigi XIV all’età di 27 anni. Si scontrarono alla fine così due scuole di scultura, quella italiana, capeggiata dal Bernini e l’altra francese, il cui rappresentante fu Jean Warin.

Busto del Bernini Busto di Jean Warin  

Se il busto del primo fu apprezzato per la purezza classica, il secondo fu giudicato troppo espressivo: era la prova che l’arte francese non aveva più altro da apprendere dagli altri paesi. Tuttavia, sembra che Luigi XIV abbia piuttosto apprezzato l’opera del Bernini, che egli stesso aveva fatto venire in Francia – non senza fare pressioni al Papa Alessandro VII – per affidargli l’incarico di ingrandire il Louvre (idea che nn andò in porto perchè si scelse alla fine Claude Perrault, che lo troviamo anche nel  Viale d'acqua a Versailles e nel Serraglio di Versailles).

BerniniGirardon  

Al suo arrivo a Parigi, il maestro ricevette i più grandi riguardi. Seguendo il Re, egli seppe approfittarne per coglierne i movimenti del corpo, il pennacchio e l’aura.

Egli non impose al Re delle pose studiate, ma lo seguì nei suoi spostamenti con un taccuino di schizzi.

Il busto che ne risultò presenta il profilo del Re che sorge maestosamente da un drappo in movimento. In comparazione, l’opera di Warin sembra tratta da un sapiente studio numismatico, proprio nel modo di questo controllore e stampatore generale delle monete di Francia.

Il Busto di Warin

Nel 1679, si piazzò in evidenza il busto di Warin nella nicchia centrale della Scalone degli Ambasciatori,  mentre Luigi XIV volle riservare il busto di Bernini per il Salone di Diana. Ironia della sorte, se vi si trova sempre lì, quando il busto di Warin fu spostato fin dal 1681 per essere un po’ dimenticato.

Jean Warin, insegnante con una moneta in mano

Nel Salone di Venere, si può nondimeno vedere , un’altra delle sue opere , datata 1688, rappresentante un Luigi XIV con le vesti imperiali… la cui vitalità sembra dover essere qualcosa che deriva dall’influenza del Bernini!

Luigi XIV in veste d'Imperatore - Jean Warin

Nel 1665, durante il suo soggiorno in Francia, il Bernini aveva promesso anche a Luigi XIV una effige equestre, fatta alla stessa maniera dell’Imperatore Costantino, che egli aveva realizzato per il pontefice. Ora, la commissione non fu consegnata se non 20 anni più tardi, 5 anni dopo la morte dell’artista! Con tutto questo tempo, ci si aspettava veramente qualcosa di adatto al gusto francese...

Scoprendo nel 1685 la scultura che gli si presentò all’Orangerie, Luigi XIV, secondo le testimonianze del memorialista Dangeau “si decise non solo di toglierla da lì, ma anche di farla rompere”.

Lo stile focoso del maestro italiano dava a vedere il Re in una posizione strana, che scioccò. Luigi XIV affidò allora la cura a François Girardon di mascherare l’identità del cavaliere e dagli la postura simile ad un eroe romano: ecco che si delineò quindi Marzio Curzio mentre si sacrifica nelle fiamme. L'idea di come doveva porsi il Re su un cavallo viene ben espressa da François Girardon nella Statua Equestre che oggi si trova al Palazzo del Louvre.

Luigi XIV a cavallo - opera di François Girardon al Louvre

La statua invece dellacontestazione Reale fu in seguito posta in seguito all’inizio della lunga prospettiva di circa 600 metri del bacino degli Svizzeri, e non nella postazione prevista – in evidenza lungo il bordo del bacino di Nettuno – dove sarà alla fine invece installata la statua di Domenico Guidi intitolata “La Renommée écrivant l’histoire du Roi dans le livre porté par le Temps”.

Poichè le rappresentazioni del Re erano state sistematicamente distrutte durante la rivoluzione, il ritratto del Re Luigi XIV che figura su questo ultimo libro scolpito è un restauro.

Altra statua sulle Gesta di Luigi XIV

Ora, tornando alla statua equestre, sembrerebbe che Girardon però abbia così bene camuffato la figura del Re nella statua del Bernini, che nessun rivoluzionario pensò neanche per un istante a distruggerla.

 

Originale della Statua Bernini/Girardon nell'Orangerie

La collera di Luigi XIV quindi salvò così un’opera che fu per lungo tempo dimenticata in quel luogo scelto proprio per quello scopo.

 

F. Girardon modificò la statua del Bernini trasformandola in Marzio Curio

A cura di

    Arsace da Versailles, Faustina da Versailles

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