La bellezza come apprendistato

Se, contrariamente a quello che qualche pamphletario assoldato da Choseuil aveva potuto scrivere, la futura favorita reale non aveva mai lavorato per la Gourdan, la ruffiana più celebre della capitale, quale altra via diversa dalla prostituzione poteva prendere una giovane donna fin dalla nascita illegittima, figlia di una sarta divenuta cuoca del suo nuovo amante e protettore?

Persa nella Parigi delle Luci, lei avrebbe potuto perdersi definitivamente sui marciapiedi parigini, commerciando il suo corpo come lo facevano, a quell’epoca, più di trentamila donne. Maltrattate dai loro clienti, esse morivano di una serie di malattie veneree o sotto la frusta correttrice della Salpétrière, la casa coercitiva delle prostitute o delle libertine povere.

Inoltre, Jeanne era di una bellezza stupefacente. Nel XVIII° secolo, come in altre epoche, la bellezza era una carta vincente per allontanarsi dalla sua prima condizione ed elevarsi nella gerarchia sociale. La giovane donna era nata il 19 Agosto 1743 a Vaucouleurs (situato nell’attuale dipartimento della Musa). Sua madre si chiamava Anna Bécu ed era una sarta. Lavorava presso il convento dei Picpus, e divenne l’amante del monaco Jean Baptise Casimir Gomard de Vaubernier, il quale è soprannominato “fratello Angelo” (da cui uno dei nomi di Jeanne …mademoiselle Lange). Da questa unione sacrilega, un secondo bimbo nacque, Claude.

La reputazione di Anne Bécu fu, in questa località della Lorena troppo solforosa perché lei potesse rimanerci. Così decise di recarsi a Parigi, accompagnata dai suoi due figli. Anne entra così a servizio di un ricco finanziere, Claude Billard Dumousseaux, di cui lei è divenuta amante quando quest’ultimo si rese nell’Est per ispezionare le frontiere fornendo munizioni alle armate.

Anne Bécu, divenuta Rançon sposando un domestico, era la cuoca della coppia Dumousseaux che conduceva una vita fastosa nel proprio palazzo situato in rue de la Sourdiére, dove egli riceveva una società scelta, molto sensibile alle idee dei Lumi.

Jeanne era sotto la protezione di monsieur e madame Dumousseaux, che avevano un grande affetto per la piccola bambina. Al punto che la consideravano come la loro prediletta. Lei progredì liberamente nella loro società educata e colta. I Dumousseaux decisero di inviarla al convento in modo che Jeanne potesse avere una educazione stretta e più completa possibile. Nel corso dell’anno 1749, Jeanne ha 6 anni: entrò nel convento di Sainte-Aure, situato sulla montagna di Sainte-Geneviéve. Lì vi resterà circa 10 anni.

Se le condizioni di vita erano molto costrittive ed austere, Jeanne vi sviluppò a volte, un gusto molto sincero verso la religione - lei era una buona cattolica – e la lettura – lei era una lettrice assidua.

All’uscita dal convento, la giovane mademoiselle Rançon fu abbandonata a se stessa. Per sopravvivere, lei avrebbe dovuto essere una mercante ambulante nelle vie di Parigi, vendendo in piccolo oggetti per qualche soldo.

Nel novembre del 1758, lei incontrò un certo Lametz, giovane parrucchiere alla moda, che le propose di divenire una sua apprendista. Portata per le arricciature, lei era felicissima della sua nuova vita. Lametz ne fu follemente innamorato e la riempiva di regali. Tuttavia quando egli cadde in rovina, Jeanne fu cacciata dalla madre di quest’ultimo.

Madame du Barry con ghirlanda

Fu assunta come donna da camera di Madame de la Garde, grazie alla raccomandazione di Billard Dumousseaux, suo protettore. Condusse quindi una vita da castello e fu a tal punto gradita a madame de la Garde che lei ne divenne più una dama di compagnia che domestica.

Di nuovo, la sua bellezza era molto notata. I due figli di madame de la Garde si innamorarono della giovane Jeanne, così la loro madre la licenziò senza indugiare.

Jeanne divenne quindi ragazza di magazzino da Labille (il padre della celebre ritrattista) uno dei mercanti di moda i più celebri della capitale, di cui gli accessori da toilettes ed affini si vendevano a peso d’oro.

Sotto l’insegna “A la toilette”, accoglieva in rue Neuve-des-Petits-Champs, le donne della Corte e i le borghesi influenti. La nuova venditrice divenne presto un oggetto di curiosità e di fascino, tanto la sua bellezza ed il suo contegno soggiogavano. La sua fisicità, giudicata perfetta secondo i canoni di bellezza dell’epoca, era ricercata e corteggiata.

Il Principe de Ligne ne testimoniò :”Lei è alta, ben fatta, bionda incantevole, fronte spaziosa, begli occhi, sopracciglie graziose, viso ovale con dei piccoli segni sulla guancia per renderla più piccante di altre; bocca a ridere in modo disinvolto, pelle liscia, petto per contrariare il mondo, da consigliare a molti di andare a nascondersi per il confronto”.

Presso “A la toilette” lei era conosciuta come mademoiselle Lange, e lavorava con serietà e costanza: là lei aveva già la passione per le stoffe lussuose, un gusto molto speciale per i tessuti che modellavano armoniosamente il corpo, Lei consigliava con facilità i gioielli, i nodi, i nastri, le perle, i fiori che esaltavano una toilette. Era divenuta esperta nel campo dell’eleganza.

La bellezza della futura Madame Du Barry risiedeva ugualmente nelle 4 nei naturali che ornavano in modo originale il suo bel viso: uno era piazzato sotto il suo labbro inferiore; un altro visino alla sua narice destra; un terzo, sotto il suo sopracciglio destro, ed un quarto sotto il suo occhio sinistro.

Questi nei di bellezza erano un invito ai baci. Per Luigi XV, essi lo saranno fino alla fine della loro relazione, interrotta dalla morte.  

A Versailles, Madame Du Barry brillava di mille fuochi.

Luigi XV e Madame du Barry

Almeno fino all'Ottobre 1770, Madame du Barry abitava sempre al piano terra della Reggia, nella Cour Royale, come testimonia il registro degli alloggi del Castello. Solo nell’inverno 1770-71 lei potè trasferirsi nell’attico, sopra l’appartamento del Re, in un nuovo appartamento che Gabriel aveva riorganizzato per lei e che costò 25.000 lire, richieste il 10 febbraio 1770 a Monsieur de Marigny. Per questo appartamento si sono prese in parte dalle stanze dove si trovavano le collezioni di libri e di carte di Madame Adélaïde e Tali appartamenti della erano posizionati sopra quelli di Luigi XV, che volle fosse decorato nella maniera più ricca e più elegante possibile ed è proprio sotto quest’ultima forma che si è conservato ai giorni nostri. Del bel e sontuoso mobilio che tale dimora racchiudeva non è rimasto pressocchè nulla: ricordiamo che i rivoluzionari oltre ad altri castelli, depredarono anche la Reggia mettendo all'asta i beni mobili.

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