La favorita, il ministro e la Delfina

In questo secolo deista, la comprensione politica degli esseri e delle situazioni attingeva ancora nel repertorio biblico.

Un aneddoto mise in scena un curato di campagna che pranzava con tre dei suoi colleghi ecclesiastici a Parigi.

Insieme, essi bevvero alla salute della nuova Esther che era sul punto di rimpiazzare Aman e di liberare così il popolo ebreo dall’oppressione.

Esther era la Contessa Du Barry, Aman, il duca di Choiseul ed il popolo ebreo, i sudditi del Re di Francia. La favorita reale era dunque una creatura degli “anti-choiseulisti”, molto numerosi che erano accomunati solo per il detestare il celebre ministro.

In effetti fra i membri attivi del partito devoto guidato dalle Mesdames, ossia le figlie di Luigi XV, e i ministri nemici di Choiseul, per la maggior parte molto libertini come Richelieu, non vi era alcuna affinità.

Dal 1758, Choiseul era il ministro onnipotente di Luigi XV. Fervente partigiano dell’alleanza franco-austriaca, operò per il matrimonio del Delfino di Luigi Augusto con la giovane arciduchessa Maria Antonietta, il quale era, quasi in pratica, rifiutato da tutta la Corte, compreso il Delfino.

A Versailles era inviso che una “austriaca” potesse regnare. Per Choiseul, questo matrimonio non poteva che rafforzare il suo potere, sempre più sminuito dalla relazione ufficializzata con la Du Barry.

A proposito di questo matrimonio, Madame Du Barry condivideva l’opinione sparsa a Corte, non tanto per austro-fobia, ma perché la futura Delfina sarebbe stata immancabilmente l’alleata di Choiseul, il detrattore che lei temeva di più.

Madame Du Barry incontrò per la prima volta Maria Antionietta il 15 Maggio 1770, a La muette, la vigilia del suo matrimonio col Delfino.

La famiglia reale cenò in questo piccolo castello che Luigi XV amava tanto. Alla sua dama d’onore, la Contessa de Noailles, la Delfina avrebbe domandato la funzione di questa donna così magnificamente ornata e seduta vicino al Re. La Contessa le avrebbe risposto, un po’ disturbata, che lei era “per distrarre il Re”.

La giovane Maria Antonietta avrebbe ben presto ribattuto che lei si dichiarava allora sua rivale. L’aneddoto è probabilmente apocrifo. Ma nondimeno diede il tono alla piccola guerra che queste due donne avevano appena iniziato a condurre, e che le oppose.

Agli inizi del 1770, la favorita era all’apice della sua bellezza e conduceva al meglio l’arte della sua eleganza; la Delfina era ancora appena formata e si occupava ben poco della toiletteria, cosa di cui madame Du Barry ne rideva facendo notare a Luigi XV il suo aspetto trascurato e ugualmente antiquato.

La Principessa era molto fissata, coccolata e molto candida, cosa che toccava molto sinceramente il Re, suo nonno.

Satira riferita a Barry e Luigi XV

Madame Du Barry ne provò una gelosia così vivida che lei non esitò, vicino al Re, a denigrare la giovane ragazza, a stimatizzare il rosso dei suoi capelli, soprannominandola "la piccola rossa". 

Lei si divertiva delle delusioni coniugali della coppia principesca di cui la non consumazione apparente del matrimonio era, sempre più commentata e derisa. Madame Du Barry era una donna amata e sessualmente soddisfatta dal Re.

Maria Antonietta provò abbastanza presto una antipatia profonda verso la Contessa, così come un reale disgusto per la sua funzione presso il Re e per le sue origini.

Abbandonata dal Delfino, lei era molto isolata a Corte. Le sole persone che lei frequentava erano le Mesdames, le sue zie, divenute ostili alla favorita (in effetti, Choiseul era sempre al potere) ed il ministro stesso che lei considerava, a giusta ragione, come l’artefice del suo matrimonio ed il suo protettore a Versailles.

Choiseul non le nascose la sua avversione per la Du Barry.

Luigi XV non ignorava che la delfina era strumentalizzata dai nemici personali della sua favorita, la quale se ne lamentava sempre di più da lui.

Una volta il Re reagì.

Jeanne Beçu, Madame du Barry

In una lettera redarguì il suo ministro. Contro la favorita, egli persisteva a condurre una vera guerra  psicologica, utilizzando ed abusando dei pamphlets, delle canzoni di quei versi grossolani ed avvilenti. Ciononostante bisognava credere al ministro ed alla sua rete onnipotenti non lo erano abbastanza, dinnanzi all’influenza di Madame Du Barry presso il Re.

Il 24 Dicembre 1770, Choiseul era, attraverso la lettera di cachet, condannato all’esilio sulle sue terre a Chanteloup. Era una vittoria eclatante per la Contessa e i “barrysti” in primis Richelieu e suo nipote il Duca d’Aiguillon.

Era una umiliazione disonorante per il ministro. Quanto a Maria Antonietta , la disgrazia del suo protettore la mortificò. Lei attribuì alla rivale la responsabilità del fatto. Tuttavia la Contessa non esitò in ogni momento a più riprese ad intervenire personalmente presso il Re per addolcire questo esilio (molto dorato a dire il vero) e pagare certi debiti abissali della coppia Choiseul, che viveva sontuosamente.

Dopo il rinvio del ministro, la lotta si fece rabbiosa fra la favorita e la Delfina. La prima non poteva proferire parola alla seconda, in ragione della inferiorità della sua condizione sociale. Affinchè potesse cessare questa piccola guerra di clan e femminile, Maria Antonietta dovete accettare di rivolgere una parola, anche piccola, che però avrebbe permesso alla futura Regina di Francia di dare considerazione a Corte alla favorita di suo nonno.

Se la Delfina si fosse rivolta alla Contessa Du Barry, i cortigiani ostili alla favorita sarebbero stati costretti a considerarla, a vederla e parlarle senza alcun disagio.

Ma la giovane Delfina si rifiutava e  si ostinava in questo atteggiamento per molti mesi.

Questa lotta per una parola divenne un affare di Stato, perché il Re si spazientì di questa guerra intestina che finì per dividere la famiglia Reale. Convocò l’ambasciatore d’Austria, Mercy-Argentau: quest’ultimo doveva imperativamente far ragionare la Delfina.

L’ambasciatore informò l’Imperatrice di questa querelle, così come dell’estrema suscettibilità del Re sulla faccenda. Maria Teresa, attraverso una voluminosa corrispondenza che lei trasmise a sua figlia, non si calmava: condannava fermamente il suo atteggiamento e le esponeva le incongruenze della sua posizione imbronciata (Maria Teresa temeva una rottura dell’alleanza). Nel parlare alla Du Barry, lei si piegava alla volontà del Re di cui lei era, come lei gli ricordava, la prima dei suoi sudditi.

Maria Antonietta, pressata da tutte le parti, finì per cedere.

Durante la cerimonia delle voci che ebbe luogo il 1° Gennaio 1772, la Delfina salutò la favorita e le disse, in modo da esser chiaramente ascoltata in mezzo alla folla di cortigiani: “C’è ben molta gente oggi a Versailles”.

Con queste parole si venne a rompere l’isolamento della Contessa. Fino a questo momento in cui esse furono pronunciate, lei aveva paura che la Delfina se ne ritraesse, facendole subire una nuova umiliazione pubblica, come quella che aveva provato qualche mese prima, quando le Mesdames avevano interrotto la loro nipote che stava per pronunciare qualche parola alla Contessa.

Sollevata, la Contessa ebbe un trionfo modesto: lei sapeva che Maria Antonietta, una volta divenuta Regina, si poteva vendicare di questa sconfitta personale. D’altronde la Delfina non ha immediatamente precisato, fin da quando la Contessa di era allontanata, che lei non le avrebbe mai più riparlato? 

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