Una prostituta di lusso a Versailles

Dopo dei mesi, i cortigiani spiavano più del solito gli amori del Re. Qualche settimana prima della morte della Regina Maria Leszczynska (il 24 giugno 1768), Luigi XV incontrò lo sguardo di colei che allora era chiamata mademoiselle Vaubernier, venuta a Corte a perorare la causa del suo compagno e protettore Jean Baptiste Du Barry, uno degli impiegati del ministro Choseuil.

Il ministro, onnipotente, ostacolava ogni ambizione del Conte Du Barry, soprannominato “il bastonato”. Egli gli aveva rifiutato, più volte, il posto di addetto d’ambasciata nelle corti della Franconia.

Sotto il pretesto di fare economia, egli gli tolse il credito per le forniture di armate in Corsica. D’altronde Choiseul aveva sempre ostacolato questa ambizione a cui il “bastonato”, di origine guascona, teneva più di tutto: piazzare nel letto del Re una delle sue figlie, cosa che era sul punto di riuscire con una certa Dorotea, originaria di Strasburgo, a cui il Re aveva rinunciato solo per paura di una malattia venerea.

Con sua sorella, la Duchessa di Gramont, Choiseul bramava il letto reale e riteneva che questo privilegio spettava a loro.

Il Ministro Choseuil Duchessa di Grammont

Tuttavia, il Re ed alcuni dei suoi ministri deludevano i disegni di Choiseul.

Jean Baptiste Du Barry era un compagno di dissolutezze del Duca di Richelieu. Attraverso l’intermediazione di quest’ultimo, il “bastonato” ebbe l’attenzione di Le Bel, primo valletto del Re, incaricato da diversi anni di reclutare e presentare delle giovani ragazze destinate a divertire il monarca per qualche tempo solamente.

Il Duca di Richelieu

Molto discretamente il valletto del Re, Le Bel, avrebbe saputo piazzare mademoiselle Vaubernier sul passaggio del Re. Stupito, il Re passò una prima notte a tal punto voluttuosa che fu completamente soggiogato dalla bellezza eclatante della giovane donna, inebriato dalle sue carezze invitanti.

Molto presto l’amante venne sistemata a Versailles, in rue de l’Abreuvoir, da dove partiva durante la notte per raggiungere il Re.

Rue de l'Abrevoir a Versailles

Lei occupò anche l’alloggio di Le Bel, situato nel corpo centrale del castello. Degli inizi della relazione di Luigi XV con Mme Du Barry, si hanno dei dettagli precisi scritti dal duca de Choiseul del 1771 ed ecco cosa riportò sull’anno 1768: “Il Re… la fece venire ai viaggi di Compiègne e di Fontainebleau; alla fine di quest’ultimo si apprese che il Re aveva scritto al Conte de Noailles che la carne era debole…e che dava l’appartamento di Le Bel a Mme la contessa Du Barry”.

Questo fu il primo appartamento occupato alla Reggia da Jeanne Vaubernier: Lebel era il valletto di camera di Luigi XV, che abitava al pianterreno della Cour Royale, nell’ala demolita poco più tardi da Gabriel per la costruzione di ulteriori appartamenti per le figlie del Re, cosa che costò l'esistenza della meravigliosa Scala degli Ambasciatori di Luigi XIV. Nel 1768 Lebel era già morto (17 Agosto) quando Mme Du Barry andò a stabilirsi nei suoi appartamenti, il 12 Dicembre 1768, che consistevano in sei stanze, di cui tre a camino, otto mezzanini sullo stato degli alloggi del 1770: sembra quasi una beffa che colei che Le Bel avversò, poco favorevole alla nuova avventura del suo padrone, alla fine occupò la sua dimora.

Nel 1768, in vista della sua presentazione a Corte, Luigi XV accettò che la sua favorita sposasse il Conte Guillaume Du Barry, il cadetto del “bastonato”.

Questo matrimonio bianco venne celebrato il 1° Settembre 1768 dal padre Jean Baptiste Casimir Gomard, il presunto genitore di Jeanne. Il giorno stesso, il marito ripartì per Tolosa, molto arricchito grazie a parecchie rendite ricevute dal Re.

Malgrado la discrezione reale, la presenza a Versailles della nuova Contessa Du Barry venne notata e provocò un grande scandalo. Sono la condizione e le origini più oscure della giovane donna che alimentarono i frizzi e i sarcasmi dei cortigiani.

Jeanne Beçu, alias la futura Madame du Barry

Lei era figlia del nulla. Peggio, una donna di malavita. I Choiseul finanziarono i libelli, e delle canzoni la presero in giro. Quella il cui titolo era La Bourbonnaise conobbe un discreto successo; “Che meraviglia! Una ragazza da nulla! Una ragazza da nulla! Che meraviglia! Dà al Re dell’amore. E’ alla Corte….”

Erano numerosi quelli che, a Corte, avevano già pagato il suo charme, passato dei pomeriggi nel suo bell’appartamento di rue Neuve-Saint-Eustache a Parigi.

Mademoiselle Vaubernier venne prostituita da Jean-Baptiste Du Barry e ciò dal 1763, anno del loro incontro.

Con lui, lei scoprì una vita parigina facile, non mancandole nulla e vivendo nel lusso.

In un primo periodo, il “bastonato” ne cadde probabilmente innamorato. Molto versatile, egli si rese ben presto conto che Jeanne,

Madame du Barry giovane

chiamata anche mademoiselle Lange o Rançon, avrebbe potuto procurargli parecchio denaro. Egli la abituò ad una vita fastosa e le spiegò che lei doveva, ormai, lavorare per mantenere tale status.  Così lei accettò di ricevere dei ricchi clienti, tutti scelti per la loro fortuna, la loro eleganza, il loro spirito di conversazione ed il oro gusto letterario. Tra i suoi clienti privilegiati, coi quali lei stabilì un legame durevole, c’era Richelieu, il Conte Fitz-James, il Marchese d’Arcambal, e soprattutto, Monsieur de Sainte-Foy. Solo questa relazione fu conosciuta da Luigi XV.

Mademoiselle Vaubernier

Secondo i rapporti di Marais, ispettore di polizia e braccio destro del ministro Sartine, Jean Baptiste Du Barry fece lavorare Jeanne in modo infame. La fece prostituire sotto il nome di mademoiselle Beauvarnier, l’anagramma di Vaubernier. Durante questo periodo, la sua salute era vacillante in ragione al ritmo serrato di lavoro estenuante; lei decise quindi di prendersi la sua indipendenza.

Busto dellaContessa du Barry - Augustin Pajou

Grazie ai suoi risparmi, lei affittò e fece arredare un appartamento nel quale lei traslocò. Tuttavia lei non poteva rinunciare al suo tenore di vita fastoso e si riavvicinò al Conte Du Barry. Loro si consideravano una coppia professionale: uno cercava i clienti, definiva gli onorari; l’altra li accettava e si industriava ad accontentarli al meglio. Questa associazione libertina rendeva molto: la coppia traslocò in un sontuoso palazzo, situato in rue de la Jussienne, e teneva ricevimenti una volta alla settimana. Loro vi ricevevano dei cortigiani celebri per il loro spirito (come il Principe de Ligne, ed il Duca di Richelieu) e degli uomini di lettere (come Crébillon figlio, e Sénac de Meilhan). In questo salotto, la conversazione era libera, elegante e deliziosa. Ci si faceva buona carne. Si sparlava, si folleggiava.

Mademoiselle Beauvernier splendeva in questo salotto e vi acquisiva delle maniere, un tono, uno spirito vivo e piccante, così come una grande cultura. D’altro canto, lei si interessava con applicazione alle arti. Dopo aver posato per degli artisti raffinati come Drouais, Latour, Labille-Guiard o Pajou, lei sviluppò un gusto sicuro per la pittura e scultura. 

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