Il Secolo di Luigi XIV°

"Tutti i tempi hanno prodotti eroi, e politici, tutti i popoli hanno subito rivoluzioni, tutte le storie sono pressocchè uguali per chi vuole mettersi nella memoria nient'altro fatti. Ma chiunque pensa e, quel che è ancora più raro, chiunque abbia del gusto, novera appena quattro secoli nella storia del mondo. 
Queste quattro età felici sono quelle nelle quali le arti si perfezionano e che, servendo da epoche alla grandezza dello spirito umano, sono esempi alla posterità. 
Il Primo di tanti secoli, cui è legata l'autentica gloria, è quello di Filippo ed Alessandro, o quello di Pericle, dei Demostene, degli Aristotele, dei Platone, degli Apelle, dei Fidia, dei Prassitele, e quell'onore fu racchiuso nei confini della Grecia, essendo allora barbaro il resto della terra conosciuta. 

La seconda età è quella di Cesare e d'Augusto, indicata anche coi nomi di Lucrezio, Cicerone, Tito Livio, Virgilio, Orazio, Ovidio, Varrone, Vitruvio.

La Terza è quella che venne dopo la presa di Costantinopoli da parte di Maometto II. Il lettore può rammentare che si vide allora in Italia una famiglia di semplici cittadini fare quel che i Re d'Europa dovevano intraprendere. I Medici chiamarono a Firenze gli scienziati che i turchi scacciavano dalla Grecia: era l'epoca della gloria dell'Italia. 
Già le belle arti vi avevano ripreso nuova vita: gli italiani le onorarono in nome della virtù, come i primi greci le avevano distinte col nome di sapienza. Tutto mirava alla perfezione. Le arti, sempre dalla Grecia trapiantate in Italia, si trovavano su un terreno favorevole, dove dettero frutti improvvisi. 
La Francia, L'Inghilterra, La Germania, La Spagna vollero a loro volta averne, di quei frutti, ma questi o non maturarono in quei climi, oppure troppo presto degenerarono.

La Quarta età è quella che chiamano il Secolo di Luigi XIV°, e, delle quattro, è forse quella che maggiormente si avvicina alla perfezione. Arricchita dalle scoperte delle tre età, in certi generi ha fatto di più che quelle tre messe insieme. In realtà non tutte e arti sono state portate più avanti di quanto siano sotto i Medici, sotto gli Augusto e gli Alessandro, ma in generale la ragione umana si è perfezionata. Soltanto in questa epoca si conosce la sana filosofia, e si può in verità dire che, partendo dagli ultimi anni del Cardinale Richelieu per giungere a quelli successivi alla morte di Luigi XIV°, si compì nelle nostre arti, nella nostra mente, nei costumi, come nel governo, una rivoluzione generale, destinata a servire in eterno come il segno distintivo per la gloria autentica del nostro paese. Tale felice influenza non si arrestò soltanto in Francia, si estese in Inghilterra, suscitando l'emulazione di cui aveva allora bisogno quella nazione animata ed ardita, portò in Germania il gusto e le scienze in Russia, ravvivò persino l'Italia languente, e l'Europa fu debitrice della sua raffinatezza e dello spirito della società e Corte di Luigi XIV°" 

Voltaire - "Il secolo di Luigi XIV°"

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