La vicenda del 18 Aprile fu motivo di lagnanza del Re all'Assemblea: il Re e la sua Famiglia non godevano più della libertà, oggetto di tanta pubblicità proprio di quei rivoluzionari che avevano demolito inutilmente la Bastiglia, che pensavano fosse un luogo di tortura e ferocia di Regalità ed Aristocrazia.

Ma quale poteva essere il mezzo per consentire questo spostamento del Re per trarlo dalle grinfie di Parigi? Secondo il generale Bouillé doveva essere un mezzo veloce e leggero, capace di non destare alcun sospetto, ossia capace di non attirare le attenzione della popolazione dei paesi e cittadine che erano presenti nel tragitto Parigi - Montmedy. Nulla di tutto questo fu preso in considerazione: un Re non poteva spostarsi con simili mezzi, perchè a maggior ragione sarebbe sembrata una fuga alla chetichella. 

Stando alle descrizioni coeve, si trattava di una carrozza monumentale: se si deve credere a Mercier, che caccia il naso dappertutto, essa è "un riassunto del castello di Versailles al quale non mancano che la Cappella e l'orchestra!"

Secondo la testimonianza della signora di Tourzel, si viene invece a sapere che non vi è nulla di straordinario, poichè lei asserisce che la vettura reale non è altro che una grande berlina simile alla sua, se si eccettui che è stata fatta con maggior cura e riunisce all'interno un maggior numero di comodità.

Tuttavia di certo non si trattava di una vettura comune, specie in considerazione anche delle testimonianze che furono prodotte durante il processo contro i "Rapitori del Re" (una scusa che inventò il Generale La Fayette per fronteggiare la sorpresa di venire a sapere che il Re e la sua Famiglia era fuggito: una motivazione che permetteva in questo modo di salvare, davanti all'opinione comune, la Monarchia nell'ingranaggio di riforme promosse dall'Assemblea. Se si fosse detto che il Re era fuggito, questo fatto sarebbe stato visto come un rifiuto del Re al cambiamento rivoluzionario, e quindi non c'era più motivo di tenerlo in considerazione nel nuovo assetto politico della Francia; ma di tutto questo se ne parlerà meglio più avanti). 

Intanto è da dire che la Berlina Reale era costata una cifra esorbitante, 6.000 franchi, e splendeva per eleganza e comfort. Aveva lo spazio per farvi stare molto comodamente ben 6 persone, senza che l'una potesse disturbare l'altra.

Berlina Reale durante il suo tragitto Parigi-Montmédy

Nella Berlina Reale è presente pure una reticella di seta per i bagagli. Ogni sportello è munito di tasche per riporvi oggetti di uso comune. Sono presenti: 

4 materassi coperti di taffetà da un lato e di marocchino dall'altro, cofani in legno con lucchetti, vasi verniciati per i bisogni corporali, doppie tende, di seta e di marocchino, alle finestre della vettura, fornelli di metallo per cuocere i cibi, una cantina di cuoio che può contenere 8 bottiglie, un ripostiglio sotto il sedile del conducente pieno di utensili che possono rivelarsi necessari durante il viaggio, due grandi valige, dette raches,  di cuoio sull'imperiale, due lanterne, insomma tutto un insieme che non può non esser notato al passaggio.

Questa berlina, costruita sotto l'egida del Conte de Fersen, vera Arca di Noè della Regalità, venne ritirata il 4 giugno 1791, ed il Conte, essendo un uomo pratico, decise di provare la vettura, per verificare che non vi fossero dei difetti: attaccati così 6 cavalli vigorosi, si lanciò a grande velocità sulla via che porta al Castello di Vincennes, e il Duca d'Orleans, che ebbe modo di incontrarlo, gli chiese subito, viste le dimensioni, se aveva intenzione di portarsi via tutto il coro dell'Opera. Era ovvio che una vettura simile non poteva non attirare l'attenzione. Fersen comunque glissò la domanda e tagliò corto coi discorsi. Tuttavia si può oggettivamente dire che questa prova costituì una prima imprudenza che si commise. 

Dopo esser stata ritirata infatti, la vettura fu parcheggiata dinnanzi alla sua casa di via Martignon, esposta agli sguardi curiosi della gente; poi, dinnanzi alle suppliche del fabbricatore della Berlina Reale, di coprire la vettura dai colpi della pioggia che la potevano deteriorare, essa fu spostata al coperto presso la casa della signora Sullivan, in via de Clichy.

Il progetto era che questa Berlina Reale dovesse esser preceduta da un calesse a due cavalli e circondata da tre corrieri di giallo vestiti scelti fra le Guardie del Corpo, che erano state licenziate da quando la Guardia Nazionale aveva avocato a sè il compito di proteggere, o meglio, controllare a vista, Re e Famiglia Reale. E sta proprio qui un'altra imprudenza: ordinare tre vestiti gialli singolari, per tre persone differenti, in breve tempo.

Chi erano i tre corrieri? erano alti, robusti, scelti proprio per la loro attitudine alle lunghe cavalcate e per le loro qualità fisiche. Vale la pena ricordarli, eccellenti persone, disposte a sacrificare la vita per la Monarchia che condivisero l'avventura di Varennes  con la Famiglia Reale.Il primo era il signor Conte de Valory, del quale si può intuirne la personalità leggendo il suo "Précis historique du voyage entrepris par S. M. Louis XVI le 21 Juin 1791": retorico, certo! enfatico - sicuro! ama l'iperbole e il linguaggio enfatico, ma ciò non gli impedisce di fare il proprio dovere. 

Gli altri due sono il signor de Maldent e il signor de Moustier. Tutti e tre erano molto onorati e fieri del compito per il quale erano stati scelti. Motivo addirittura di vanto per il signor de Moustier, che non sa resistere e racconta tutto alla sua amante, la signorina de Préville, che pure lei non resiste ed accenna l'evento futuro della fuga alla propria sorella ed alla sua cameriera. Sebbene non si sa se la sorella sia stata discreta, ma di certo la cameriera riportò la notizia al portinaio di casa Poyen. Questo è storicamente assodato, poi è ragionevole supporre che una news tanto grossa sia volata dalla portineria per raggiungere Parigi.

Il signor Conte de Valory, invece, fece cenno dell'incarico anche lui alla sua amante, che era in stretta relazione con un giacobino arrabbiato.

Eppure Fersen era proprio quello che voleva evitare a tutti i costi: le indiscrezioni, per evitare che esse potessero rovinare il piano: a posta in gioco era tropo alta! era necessario mantenere il segreto! Mano a mano che si avvicina la data della partenza de Re, aumentano le persone che sono a conoscenza del complotto, quindi aumenta il rischio di infrangere il segreto.

Book_Cover___Marie_Antoinette_by_Emmanuel_B

Maria Antonietta è una illusa quando scrive al fratello:

"Noi abbiamo sempre contato e pensato di ritirarci dalla terribile posizione in cui ci troviamo, e per questo ci siamo rivolti a Bouillé da una parte ed al Barone di Breteuil dall'altra. Non ci siamo confidati che con loro e con una terza persona qui, che s'è incaricata dei preparativi della partenza e della nostra corrispondenza".

Invece tutta l'Europa aspetta la fuga di Luigi XVI. E' evidente: troppe persone sanno: Bouillé, Breteuil, Fersen, Coigny, Taube, l'Imperatore, il Re di Svezia Gustavo III,, la signora Korff, la signora de Sullivan, Lord Craufurd, Mercy-Argenteau, d'August, la signora Campan, l'arcivescovo di Tolosa, la signora de Tourzel, e non sono tutti....

Gustavo III, Re di Svezia

Così le denunce dei buoni patrioti arrivano alle orecchie del generale La Fayette e del sindaco di Parigi, Bailly, ma ecco che accade proprio come nelle favole: dire troppe volte "Al lupo!  Al Lupo!" poi alla fine nessuno ci crede più. 

ean Sylvain Bailly, sindaco di Parigi

E così il sindaco di Parigi Bailly non tiene in nessun conto alcuna denuncia, nemmeno di quella, dettagliata fra l'altro, che deriva dalla delazione di una donna addetta al servizio delle Tuileries, la signora de Rochereuil: essa riporta anche la testimonianza di come la Regina e la signora Campan siano state chiuse una intera serata in una camera per togliere dagli astucci e riporre in un cofanetto tutti i gioielli. Già, una delle cose da salvare, i gioielli della Regina, ma cosa portare in fuga? Maria Antonietta indugia anche in cose oggettivamente non indispensabili. Una Regina non può fuggire come una signora qualsiasi. D'altra parte anche il Re ha deciso di portare con sè l'abito da cerimonia rosso ed oro che brillerà festoso al sole di Francia quand'egli, ormai al sicuro, consegnerà al bravo Bouillé il bastone di Maresciallo di Francia. Bisognava quindi che la Regalità di Francia apparisse quindi in tutto il suo splendore alle truppe radunate a Montmédy per difenderla. 

Una delle creazioni di Monsieur Léonard

Deve esser proprio per questo motivo che la regina decise di portare con sè il suo parrucchiere prediletto, Monsieur Léonard: sì, sarà grazie a lui, che lei, Regina, apparirà alla folla con una pettinatura simbolica ed abbagliante. 

Il Parrucchiere alla Moda: LEONARD

Già, il parrucchiere, una persona molto nota nell'ambiente della moda, ma anche un gran lealista della Monarchia, che ricoprirà un ruolo nella vicenda degli avvenimenti che portarono a Varennes.

A cura di

Arsace da Versailles e Faustina da Versailles

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