A Versailles

Gli strumenti più belli della scienza sono gli invitati d’onore

La rivoluzione scientifica iniziata nel XVII° secolo non si è accontentata di lasciare alla Storia degli strumenti tecnici alle performances innovative. Essa ha talvolta fatto di questi oggetti di scienza delle vere e proprie opere d’arte. Lo scibile convergeva a Corte, dove ogni inventore veniva a presentare al Re il frutto del suo ingegno. Alla performance scientifica si doveva aggiungere una estetica d’eccellenza, in conformità alle esigenze del Monarca. 

Il Regno di Luigi XIV vede l’apogeo della qualità artistica e scientifica degli strumenti delle collezioni Reali. Il Re coltivava un gusto intenso per le discipline come l’astronomia e la geografia, in un’epoca dove le arti decorative conoscevano un vero sviluppo. 

Durante tutto il XVIII secolo, gli studiosi si conquistarono i saloni, facendo delle dimostrazioni delle loro esperienze per soddisfare gli spiriti curiosi della nobiltà e per assicurarsi la protezione del Re. Illustri studiosi lavorarono con gli artisti più abili affinchè le loro invenzioni, che erano regolarmente oggetto di commissione, fossero abbaglianti in bellezza.

L’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande

A metà del XVIII secolo lo studio dei microcosmi e dei macrocosmi appassionava gli spiriti. Degli strumenti scientifici come i microscopi e i telescopi fanno la loro comparsa, dando gloria e rinomanza ai gabinetti di scienza. Ma essi escono dal cerchio degli studiosi per conquistare la Corte, dove la sperimentazione scientifica era apprezzata come passatempo.

Si possono citare i seguenti straordinari strumenti:

Il Microscopio di Magny

E’ uno strumento alto circa 50 cm, e fu realizzato nel 1751 da Alexis Magny, grande ottico fornitore della Corte. 

E’ il primo microscopio dotato di un dispositivo d’inclinazione della sua armatura, permettendo l’osservazione ad una persona seduta. 

La meccanica del tubo è vicina a quella dei microscopi moderni.

Il Telescopio di Madame Sophie de France

Questo telescopio di tipo gregoriano (gli specchi situati alle estremità del lungo tubo sono convessi) sembra sia appartenuto alla figlia di Luigi XV. Se lei ha senza dubbio ricevuto l’aiuto di un ottico per realizzarlo, la custodia porta l’iscrizione “Fatto da Madame Sophie di Francia”.

Le arti della Meccanica

Il meccanicismo del XVIII secolo appassiona sia il Re Luigi XV, sia il Re Luigi XVI. L’orologeria passa veramente un’età d’oro. Le pendole non si accontentano più di fornire l’ora e la data: esse presentano anche le fasi della Luna, la posizione precisa dei pianeti in tempo reale o indicano l’ora solare con grande esattezza.

L’orologio geografico di Janvier  

Antide Janvier realizzò per Luigi XVI questa pendola dove il quadrante a lancette è stato rimpiazzato da una carta geografica dipinta su smalto. Questo orologio indica l’ora solare precisa in ogni capoluogo dei dipartimenti francesi. Tale pendula è la prima ed unica nel suo genere.

I globi di Passemant  

Pezzi della collezione di Luigi XV, questi globi girano su se stessi: in 24 ore per il terrestre, in 23 ore, 56 minuti e 4 secondi per il celeste, grazie ad un meccanismo orologiaio che si ricarica ogni 8 giorni. Il Globo celeste rappresenta le conoscenze astronomiche dell’epoca sulle costellazioni ed i movimenti dei pianeti.

Il Pendolo astronomico di Passemant  

Luigi XV fece installare questa magnifica pendola, alta 2 metri e 26 nel gabinetto delle Pendole, a Versailles. Essa è sormontata da una sfera di cristallo dove si muovono a tempo reale i pianeti rappresentati secondo il sistema eliocentrico di Copernico. Essa serve, per la prima volta nella storia, a fissare l’ora ufficiale del Regno, ed il suo funzionamento è regolato fino al 9999.

 

L’educazione di un Principe

Dal Regno di Luigi XIV, grande protettore delle scienze, i Figli di Francia, ossia i figli del Re, ricevevano tutti una educazione dotta. Essi sono attorniati per questo scopo dai migliori scienziati della Corte.

  La Macchina pneumatica dell’abate Nollet  

Lo studioso precettore del Delfino la utilizzava per ogni tipologia di esperimento sull’aria al fine di studiarne le proprietà fisiche. Si poteva anche comprendere che l’aria è necessaria ad ogni combustione constatando lo spegnimento di una candela piazzata sotto la calotta di vetro quando la si faceva vuota d’aria.

Il Globo terrestre e Celeste di Mentelle

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A cura di

Arsace e Faustina da Versailles

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