Al signor Antonio Lotti

Londra, 5 Febbraio 1731

Maestro,

Qualche anno addietro, molti tra i migliori studiosi di Musica di questa città, fondarono una Accademia di Musica avente come scopo, non la gestione lucrosa delle imprese teatrali, bensì quello di dare un contributo allo studio della Scienza [Musicale] attraverso la ricerca, l’analisi e l’esecuzione dei lavori dei Maestri del passato, a partire dall’età di Palestrina: Tuttavia senza voler trascurare del tutto i nomi diventati grandi nel nostro tempo. Le personalità più disparate, Cultori della Musica, Virtuosi della tecnica, hanno espresso il loro desiderio a voler far parte di questa Società; tra tutti, noi ricorderemo con devozione l’Abate Steffani, vescovo di Spiga, il quale desideroso di veder il suo nome tra i nostri, fu scelto all’unanimità come nostro Presidente. Vi sto scrivendo, Signore, per ordine di questa Accademia.

Cercherò di esporre nel modo più breve che mi è concesso il motivo della presente: Un Membro dei nostri, avendo ricevuto da Venezia un libro intitolato “Duetti, ecc”, lo ha esaminato, ne ha selezionato il XVIII Madrigale per essere eseguito in Accademia, l’unico a cinque Voci, dal titolo “La Vita Caduca”, che inizia con “In una Siepe…”.

Il Maestro Bononcini, anch’esso uno dei nostri Membri, il quale tre o quattro anni addietro aveva presentato [all’Accademia] questo Madrigale come proprio, una volta informato di ciò, spedì immediatamente una Lettera alla Accademia, nella quale, esprimendo il proprio disappunto nei confronti di colui che lo introdusse [N.d.R. il Madrigale] sotto il vostro Nome, accusa Lei come Plagiario dei suoi Lavori, e afferma di aver composto questo Madrigale trenta anni prima, esattamente come riportato sul vostro Libro, sotto il Comando dell’Imperatore Leopoldo; e come dimostrazione di ciò, egli si appella agli archivi dell’Imperatore.

L’Accademia, che resta totalmente imparziale nel consultare l’Onore di entrambi, non favorendolo rispetto a voi, sebbene sia un nostro Membro, mentre di voi ci è nota solo la vostra Reputazione, mi ha ordinato di scrivere questa Lettera a voi, ed un’altra sullo stesso soggetto a M. Fuchs, Maestro di Cappella dell’Imperatore, allo scopo di svelare la Verità e far sì che il vero Autore possa ottenere un meritato riconoscimento.

Non ho quindi alcun dubbio che Lei terrà quel dovuto riguardo nei confronti della Fama e della Reputazione che lei ha tra di noi, così da tenerci informati sulla vicenda il prima possibile.

Con l’Occasione della presente comunicazione, l’Accademia mi ha ordinato di riferirle che se Lei volesse inviarci alcuni dei suoi Lavori, che siano adatti alla nostra Istituzione, come Mottetti, Messe o altri pezzi sacri, per quattro o più voci, con o senza strumentazione, noi non finiremmo mai di ringraziarla e risarciremmo, molto volentieri, tutte le Spese per i copisti e  per l’invio degli Spartiti.

Disponiamo di un coro dalle trenta alle quaranta Voci, così come tanti Strumentisti. Non ho dubbio alcuno che per come Lei eccelle nella sua Arte, non può che nutrirvi un eguale Amore, e perciò lascerà che la Scienza dell’Armonia possa fiorire in ogni Parte del Mondo.

 

Vostro, &c.

            H. Bishop