Monopoli (Bari), 1728 - Napoli, 1795

 

Della sua numerosa famiglia, ben quattro sono i fratelli che si sono dedicati alle attività musicali: Francesco Paolo, il primo genito, Canonico e Maestro di Cappella della città di Monopoli; Giacinto, organista, e la sorella Giovanna Maria, come risulta dai Libri Capitolari dellanno 1746 del Monastero dei Ss. Giuseppe ed Anna, in cui si legge in data 10 7bre del caduto anno 1745 attribuita la facoltà di poter ammettere alla vestizione e professione senza pagamento di dote la d.a Donzella Giovanna Maria Insanguine, purché la med.ma sia sufficientemente perita in suonare lorgano, accompagnare col suono med.mo quanto si cantano i Divini Officij, e Messa cantata con Canto Gregoriano…”.

Ma soltanto Giacomo fu considerato promettente per affrontare studi più seri e quindi si recò a Napoli, dapprima presso il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, e successivamente presso quello di Sant’ Onofrio.

Studiò con Girolamo Abos, Leonardo Leo e Francesco Durante, tra i massimi esponenti della cosiddetta scuola napoletanache, insieme a B. Storace, G. Strozzi, G. Greco (per citarne alcuni) e attraverso i quattro conservatori napoletani, ha dato  il via ad una vera catena di maestri-allievi  che ha contribuito allo sviluppo fiorente della musica tastieristica a cavallo tra seicento settecento.

Insanguine fu anche Maestro di Cappella al Tesoro di S. Gennaro, carica questa molto ambita dai musicisti dellepoca. I successi arrivarono con lopera Lo funnaco revotato e Losteria di Marechiaro che fu replicata per 60 sere consecutive.

Questi ed altri successi non bastarono a proteggerlo dal malevolo giudizio che si era attirato a causa della pur evidente abilità di modificare ed integrare opere di altri compositori; noto è il sentimento di invidia provato dal tarantino G. Paisiello che gli attribuì lappellativo sgradevole di Maestro delle pezze, appellativo, tra laltro citato in tutti i dizionari.

Gli fu affidata anche lopera Didone di Baldassarre Galuppi perché laccomodasse, ma lui invece la rifece completamente riscuotendo molto successo.

La sua produzione musicale è fino ad ora rappresentata tutta da manoscritti inediti, custoditi per la maggior parte nella Biblioteca del Conservatorio di Napoli, ad eccezione della Sonata in Do maggiore per cembalo o organo.

La Sonata è una breve composizione vivace, interessante per la finezza nell'abilità di scrittura.

Questa Sonata è stata anche eseguita prima presso l'Associazione Clavicembalistica Bolognese, domenica 4 Maggio 2014, presso la Saletta della professoressa Maria Pia Jacoboni, nell'ottica di proporre ad ogni concerto una o più composizioni italiane o straniere inedite o di rara esecuzione. Per questa iniziativa tendente al rinnovamento dei repertori di musica da tasto si ringrazia non solo la clavicembalista Annalisa Ficarra e la professoressa, ma anche la disponibilità del Principe del Cembalo in termini di idee, progetti e partiture.

Particolarmente degna di attenzione è la musica di ispirazione religiosa, dalla quale è tratto In tam ferra et rea procella, mottetto a voce sola di Soprano con strumenti del Sig. D. Giacomo Insanguine, detto Monopoli (iscrizione che compare nel primo foglio di ogni parte destinata  ad ogni strumento), e Quoniam a voce sola con oboe, tromba e fagotto obbligato (entrambe le composizioni sono state edite dalla casa editrice Vivere In di Monopoli, nel 1997 sempre a cura di M. Quarta).

La casa editrice Armelin Musica di Padova ha edito nel 2012  Benedictus Canticum Zachariae per due Soprani e basso per lorgano con revisione e realizzazione del basso continuo a cura di M. Quarta.

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