(Napoli, 1735 - Londra, 22 Novembre 1776)

Compositore, clavicembalista, nonchè insegnante di italiano!

- Il Principe del Cembalo - Rondò in C Major -

 

RITA PEIRETTI in Sonata in Sol Maggiore

Allievo del conservatorio di S. Maria di Loreto a Napoli, debuttò come operista a Roma nel 1756 con l’intermezzo LE DELUSE ACCORTEZZE DI DON GIANSERIO, seguito un biennio dopo dall'opera LA FINTA SEMPLICE nel 1759.

A Venezia invece varcò il palcoscenico con l'opera teatrale L'EGIZIANA nel 1763, opera che rappresentò poi pure a Milano.

Il successo ottenuto 3 anni più tardi con LA FINTA SEMPLICE a Roma ed anche con L’EGIZIANA nel 1763, lo rese interessante agli occhi del musicista Giardini, che lo invitò a Londra.

Ma il 1763 quindi fu a Londra, dove soggiornò sino alla morte.

Mattia Vento scrisse dei brani per il castrato Tenducci, sul quale si rimanda alla biografia nel sito gemello haendel.it QUI.

Nella capitale britannica riscosse molto successo con le sue opere, infatti fu Londra che vide rappresentarsi nei suoi teatri le opere

DEMOOFONTE nel 1765,

SOFONISBA nel 1766,

LA CONQUISTA DEL MESSICO nel 1767,

ARTASERSE nel 1771.

Molto consenso comunque conseguirono a Londra i suoi pasticci, di cui si ricorda in particolare LEUCIPPO E ZENOCRITA, rappresentato il 10 gennaio 1764. 

A Londra  egli si distinse anche come concertatore e direttore d’orchestra al Teatro dell’Opera Italiana (fu direttore nel 1775 del Teatro Reale, carica che mantenne fino alla morte, che sopraggiunse l'anno successivo); ma non solo, fu noto anche per la sua musica strumentale, nonchè anche come insegnante di clavicembalo. Ed inoltre collaborò, e ne fu pure competitore, di J. Ch. Bach.

Apprezzato all'epoca dagli inglesi, soprattutto da Charles Burney, oltre che come compositore d'opere, seppe anche distinguersi per la sua produzione tastieristica, di cui sopravvivono parecchie sonate per clavicembalo. Charles Burney comunque non ebbe una opinione positiva al 100%, infatti, pur apprezzandone il buon gusto espresso nelle sonate come nei songs, notava che la sua capacità inventiva risultava piuttosto modesta per poter esser allargata in un ambito produttivo così vasto come quello delle lessons: perplesso di fronte al ripetersi dei bassi albertini, evidenziò con malignità che solo il gran numero di allievi permise a Mattia Vento di finanziare il gran numero delle sue edizioni e giudicò solo più che sufficienti un paio di libri per la didattica dei principianti.

E proprio nel campo strumentale si può osservare che sebbene Mattia Vento sia un autore italiano, la sua carriera vera sortì effettivamente in Inghilterra: la fama di Vento è associata ad un genere proprio della Gran Bretagna ed allora molto diffuso, quello delle Lessons ovvero Sonate per clavicembalo, con accompagnamento di violino o flauto e qualche volta col violoncello.

Assieme a composizioni simili di Giardini e Shobert, i brani di Vento sono l’incipit di uno stile che avrà fortuna durante tutto i settecento, anche dopo l’imporsi del pianoforte. Questo stile ebbe l’apporto anche del contributo di Boccherini e di Clementi.

In tali Lessons, come appare chiaramente dal titolo, il ruolo dei due strumenti melodici è assolutamente secondario rispetto a quello del clavicembalo, che rappresenta invece l’intero interesse della composizione.

Il trattamento anche virtuosistico della tastiera fa compiere alla tecnica strumentale notevoli passi avanti e testimonia il futuro gusto sonoro del pianoforte. I motivi melodici, invece, richiamano il coevo gusto operistico di Piccinni e Paisiello. Accanto a questi però, come nelle opere più tarde, si affacciano elementi più drammatici alla Gluck, o tematismi che già ricordano lo stile haydniano, mentre l’ornamentazione, spesso sovrabbondante delle prime raccolte, lascia spazio ad un linguaggio più essenziale e ritmicamente meglio definito; si passa alla forma tripartita, con intenso impiegò del rondò.

Mozart stesso, che fece il viaggio a Londra durante lo splendore di Mattia Vento, ne fu influenzato.

 

L'anno e la città si riferiscono alla prima rappresentazione.

·        Le deluse accortezze di Don Gianserio (intermezzo, 1756, Roma)

·        La finta semplice (opera comica, libretto forse di Carlo Goldoni, 1759, Roma)

·        L'egiziana (dramma giocoso, libretto di F. Ronzi, 1763, Venezia)

·        Leucippo e Zenocrita (pasticcio, 1761)

·        Ezio (pasticcio, 1764) 

          Leucippo (opera, Londra, 1764)

·        Berenice (pasticcio, 1765)

·        Solimano (pasticcio, 1765)

          Daphne end Aminthor (Londra, pasticcio, 1765)

L·      Demofoonte (opera seria, libretto di Pietro Metastasio, 1765, Londra)

·        Arthridates (pasticcio, 1766)

·        Sofonisba (opera eroica, libretto di Giovan Gualberto Bottarelli, 1766, Londra)

·        Love in the City (pasticcio, 1767)

·        La conquista del vello d'oro (opera seria, libretto di Giovan Gualberto Bottarelli, 1767, Londra)

·        Lionel and Clarissa (pasticcio, 1768)

·        The Captive (pasticcio, 1769)

·        Artaserse (opera seria, libretto di Pietro Metastasio, 1771, Londra)

·        La sposa fedele (pasticcio, 1775)

·        Antigono (pasticcio, 1776)

·        Il bacio (opera comica, libretto di Carlo Francesco Badini, 1776, Londra)

·        La vestale (opera seria, libretto di Carlo Francesco Badini, 1776, Londra)

·        The Castle of Andalusia (pasticcio, 1782)

 

Le composizioni strumentali antecedenti la sua trasferta definitiva a Londra sono sopravvissute manoscritte in varie biblioteche italiane, in particolar modo a  Montecassino, e estere. Esse ovviamente sono sconosciute ed abbisognano di essere riscoperte e pubblicate.

Solo una minima parte ha avuto edizione all'interno di antologie didattiche pianistiche e clavicembalistiche del '900.

11 libri di sonate per clavicembalo (editi a Londra da Welcker tra il 1764 e il 1777 circa; vi sono sei sonate per libro; cinque sonate sono invece presenti nell'undicesimo libro; tutte le sonate sono bipartite; i due tempi di ogni sonata condividono la stessa tonalità; su 65 sonate in totale, solo una è in modo minore):

          Libri I-VI: clavicembalo con accompagnamento di violino o flauto

      Libri VII-VIII: clavicembalo o pianoforte con acc. di violino o flauto

·        Libro IX: clavicembalo o pianoforte

·        Libro X: clavicembalo o pianoforte con flauto obbligato (o violino)

·        Libro XI: clavicembalo o pianoforte (postumo)

·        6 sonate per 2 violini e basso continuo (1761 circa)

·        6 ouverture in 8 parti (1771 ca.)

            La Musica e la Poesia (Londra, 1768)

            Threnodia augustalis (Londra, 1772)

           Oratorio per l’Assunzione della Beatissima Vergine (Roma, 1757)

 

F. Torrefranca, Le origini italiane del romanticismo musicale: i primitivi della sonata moderna, Torino, 1930;

W.S. Newman, The sonata in the Classic Era, Chapel Hill, 1963;

R.R. Kidd, The Sonata for Keyboard with Violin Accompaniment in England (1750 – 1790), Diss. Yale University, 1967;

Idem, The Emergence of Chamber Music with Obbligato Keyboard in England, in AMI, 1972;

R. Zanetti, La Musica Italiana nel Settecento, 3 volumi, Milano, 1978;

R.R. Kidd, in Grove.

 

10 Maggio 2013 e 29 Dicembre 2015

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