Maria Maddalena Musi

detta
Mignatta

 

 

Aneddoti

 

 



Nel 1694 la Mignatta viene scritturata per cantare in un'opera di grande importanza presso il teatro Malvezzi, considerato uno dei più insigni d’Italia; In quell'occasione la Mignatta fu oggetto di ampie conversazioni. Testimonia il canonico Ghiselli che:

“due cavalieri fiorentini con Checchino de' Massimi (il favorito del Duca di Toscana, che aveva a quei tempi una celebrità e un'autorità senza fine), venuti all'opera, in nome del Gran Principe Toscana, regalarono la Mignatta, sul teatro, d'un gran bacile di argento con sonetti tutti martellati pizzi e frangia d'oro in quantità proporzionata da guarnire una veste”.

Alla sesta recita scoppiò uno scandalo sorto in relazione alla diva Mignatta, che, seppur giovane, era già così fortunata da giovarsi della protezione del dottor Mattugliani. Una sera, mentre era in procinto di entrare a teatro per una porta nascosta a braccetto del suo protettore, un servo dell'Albergati le disse che aveva l'ordine preciso di far entrare solo lei, a meno che il dottor Mattugliani non avesse avuto la bontà di esibire il bollettino d'ingresso al palcoscenico. Il dottor Mattugliani ribattè che il suo bollettino glielo procurava sempre il conte Calderini, interessato allo spettacolo come l'Albergati. Il servo non fu persuaso, e non prestò fede a ciò, negandogli quindi l’entrata, con villania: mai lo avrebbe fatto entrare senza il bollettino.
Ancora il canonico Ghiselli racconta come infastiditosi il dottor Mattugliani dell'affronto, ebbe l’arditezza di non far entrare nemmeno la Mignatta, sua favorita ed anche interprete principale dell’opera. A questo fatto si reagì con la chiamata in sostituzione della Polacchina, alias Lucia Nannini, che già sapeva la. La tempestività della sostituzione della Mignatta era però un segno evidente che si era già preventivamente meditato di fare tale affronto.
Quando il conte Calderini venne a conoscenza dell'accaduto si infuriò e essendo molto risentito, ritenne fatta a lui l'offesa e volendone quindi; andato a prender la Mignatta, la fece ritornare in teatro e volle che recitasse: questo scatenò parole piccanti e pungenti non solo fra i cavalieri, ma anche nelle schiere della nobiltà, fra cui la contessa Eleonora Zambeccari, moglie del conte Caldererini, a altre dame. Giunta a Palazzo la notizia di questi subbugli, si spedì colà tutta “la sbirreria” con notaio a “precettar li cavalieri….
Per la Mignatta fu però una bella pubblicità: oltre alla sua capacità canora, si era aggiunto tutto un bagaglio di dicerie e discussioni sul suo conto…. Liti di nobili e di dame, arrivo di tutta la sbirreria, l’intervento d'un maresciallo!

 

 

La Mignatta, dopo essersi arricchita e ritirata dalle scene, volle elevarsi al rango di dama, e questo fu causa di versi satirici, come il seguente:

“Mi fa venir rossore
il marì della Mignatta,
che così ben la tratta
da damazza.
Una povera mattazza
ch'è poco che cantava,
adesso se la cava
da signora.”

La Mignatta fremeva dinnanzi a tale ripresa della sua vita passata: e ne è prova il fatto che, da cronache coeve accadde un altro fatto. La Mignatta era venuta a sapere che la signora Laura Castelbarchi, moglie del notaio Giuseppe Colli, aveva detto e ripetuto che lei non era altro che un avanzo di scena: il fato volle che il 24/03 1726, avvenisse un incontro fra le due signore nella sacra chiesa di San Bartolomeo di Reno o della Pioggia in Bologna: qui La Mignatta iniziò, senza tanti riguardi al sacro luogo, a dirle un cumulo d'improperi, e, crescendo nell'ira, a percuoterla di santa ragione, con grande disagio e scandalo di tutti i fedeli ed allegria della città.

 

 

 

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A cura di Arsace 

 

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Ultimo aggiornamento: 17-10-21