Edizioni Handel

 

 

Winton Dean ci ricorda nella sua biografia su Handel, che molta musica handeliana fu pubblicata durante la vita del compositore, testimonianza questa del successo in vita del compositore e dell’esistenza di una domanda delle sue opere, ma i soli suoi lavori interamente stampati (ad eccezione della musica strumentale) furono Alexander's Feast (1738), Acis and Galatea (1743) e certi Anthems.

Dopo la morte di Handel, John Walsh e i suoi successori curarono l’uscita in stampa di gran parte degli oratorii inglesi, ad iniziare da Samson (1763) e il Messiah (1767).

Nel 1786 Samuel Arnold propose la sottoscrizione per stampare la mole globale delle opere complete, pubblicazione mai tentata prima per qualsiasi compositore: è evidente che al tempo esisteva ancora un forte interesse ed apprezzamento per la musica Handeliana, tanto da indurre a investire in questo progetto. La stessa cosa non si può dire per Bach dove sia in vita che dopo la morte non c’è stata nessuna ugual iniziativa di stampa per le sue opere, a testimoniare lo scarso interesse per la sua musica, ritenuta eccessivamente rigorosa e schiacciata dal giogo contrappuntistico, come aveva già osservato Scheibe nel suo Der critische Musicus; siamo infatti ancora molto lontani dalle enfatizzazioni romantiche sul compositore Bach.

Fra il 1787 e il 1797 uscirono 180 numeri  tuttavia non fu per nulla un'edizione completa, considerando tra l’altro che solo 4 sono le opere italiane incluse in questa edizione Arnold: vi sono sì molte inesattezze, ma anche nelle appendici ai volumi oratoriali, molti brani che successivamente non furono più ridati alle stampe. Bisogna attendere il  1843, quando la English Handel Society, allo scopo di emettere un'edizione accurata e definitiva delle opere di Handel, riuscì, pubblicandoli sino al 1858,  a stendere almeno 16 volumi di oratori, anthems e duetti. Lo sforzo poco si discosta tuttavia ancora poco dalla edizione Arnold, ad eccezione dell'edizione del Belshazzar curata da G.A. Macfarren.

L'edizione della Händel-Gesellschaft tedesca, creata quasi per intero ad opera dell'alacrità del solo Friedrich Chrysander, rimane sinora uno dei capisaldi di una esposizione abbastanza esaustiva. Si pubblicarono 93 volumi nell’arco di tempo fra il 1858 e il 1902, assieme a riedizioni rivedute di singoli volumi (in particolare i volumi XXXII, LVIII e parte di XLVIII), a 2 facsimili d'autografi (Jephtha nel 1885 e il Messiah nel 1892) e a 6 volumi di supplemento con opere di altri autori da cui Handel attinse. Relativamente al volume XLIX (musica vocale miscellanea) Moeck fece fatto una tiratura nel 1960 non essendo mai uscito prima. Sebbene Chrysander attinse i suoi dati dagli autografi, la fonte essenziale della sua edizione rimasero le partiture direttoriali (ossia le copie manoscritte utilizzate da Handel stesso per l'esecuzione delle proprie opere) raccolte nella Staats- und Universitätsbibliothek di Amburgo.

Sebbene lodevolissima ed ingente impresa del tempo, l'edizione Chrysander è inficiata da una selezione piuttosto soggettiva del materiale e delle fonti per le opere dalla tradizione più complicata, nonché dalla mancanza d'informazioni relativamente al metodo editoriale adottato, di volta in volta seguito dal curatore. Per esempio la rinumerazione delle sonate dell'opera I e II da parte di Chrysander, effettuata per includere brani che non ne facevano parte in origine, hanno provocato confusioni ancora non totalmente eliminate. Opere minori, come i brani Aylesford per cembalo e le nove arie tedesche, si accorparono alla spicciolata al corpus dell'opera handeliana.

L'edizione Chrysander è consultabile online.

Nel 1955 la città natale di Handel, Halle an der Saale, ha varato un nuovo progetto editoriale, la Hallische Händel-Ausgabe. Inizialmente quest'edizione fu concepita come mero supplemento e revisione dell'edizione Chrysander, ma nel 1958 fu trasformata in una edizione critica in senso stretto. Questa svolta di politica editoriale, si manifesta nel livello assai diseguale di attendibilità e affidabilità dei volumi pubblicati recentemente.

Halle diede un nuovo impulso nella ricerca handeliana ottenendo un risultato ottimale: il catalogo tematico delle composizioni (Thematisch-systematisches Verzeichnis) di Bernd Baselt e pubblicato in 3 volumi sotto la denominazione di Handel-Handbuch (1978-1986). La numerazione delle opere secondo il catalogo Baselt (lo Handel-Werke-Verzeichnis, abbreviato correntemente in HWV) è ormai entrata nell'uso universale.

 


 

decorative line

 

 

A cura di  Arsace

 

www.haendel.it

 

Ultimo aggiornamento: 07-05-20