Alcune considerazioni sull'Opera Barocca

 

     

 

 

Il teatro d'opera Barocco, grazie alla spettacolarità delle sue rappresentazioni, alla meraviglia suscitata da cantanti come i castrati e alle sfarzose scenografie, raggiunse un grado di popolarità come nessun altro tipo di rappresentazione, catturando il pubblico di tutta Europa. La musica e la scenografia erano i pilastri che fondendosi donavano gli spettacoli più fantasiosi, dove udito e vista si perdevano nei meandri del meraviglioso e del magico. Il pubblico operistico fra il XVII e XVIII secolo ravvisava nelle arie il momento principale dell'intero spettacolo: l'aria era il perno dell'opera. L'attenzione era tutta sulla star cantante, sull'aria che interpretava: combinazione questa scaturente ammirazione e meraviglia. Accanto all'aria, l'altro elemento capace di calamitare l'attenzione di quel pubblico era la scenografia. Lo splendore architettonico messo in piedi dagli scenografi del periodo era l'unico aspetto in grado di pareggiare l'aria d'Opera nella ricerca del meraviglioso e del sublime. Ferdinando Galli Bibiena, fra tutti, fu il vero maestro in questa tecnica legata in modo indissolubile al teatro. Introdusse la prospettiva angolare, o a fuochi multipli: il risultato di questa intuizione produsse una concentrazione visiva massima sul cantante. La star si esibiva sul proscenio, centrale sul boccascena, mentre la scenografia creata dal Bibiena lo incorniciava protagonista assoluto all'interno di una illusione di prospettive infinite, magiche, oniriche, sontuose, titaniche, sempre di incredibile arditezza architettonica; una arditezza e una insolenza in fondo che, se vogliamo, correva parallela ai trilli, ai salti di ottava e a tutto quello che compositore e cantante ci mettevano dentro l'aria allo scopo d'ammaliare il pubblico.
Aria d'opera e scenografia dunque; un binomio che da solo fu il Trionfo della Musica, una simbiosi, una commistione indissolubile: assistere oggi ad un'opera con una scenografia moderna non può che comportare una limitazione della portata dell'opera teatrale Barocca: è il voler rappresentare solo una parte dell'efficacia e della potenza devastante della stessa.
Due elementi che hanno una parte di storia comune: l'aria, da una parte, che contempla gli aspetti degli affetti (i cantanti arrivavano a portare con sé le arie - definite di Baule - più incisive sul pubblico, imponendole addirittura ai compositori) in netta opposizione al "dinamico" recitativo a cui viene affidata l'azione; dall'altra parte una analoga funzione si può evincere dalla scenografia: rappresentazione materiale quasi d'affetti.

Sull'argomento lo scenografo contemporaneo Pier Luigi Pizzi ha detto:

"La scenografia è un elemento base nella struttura teatrale del Settecento. Molta parte dell'esito di uno spettacolo è affidato al virtuosismo dello scenografo, alle sue capacità di stupire al di là di un codice preciso quanto schematico per cui i luoghi del dramma dell'opera o del balletto sono sempre gli stessi e sono intercambiabili come le arie e gli "affetti". Nella necessità di sorprendere e sbalordire ogni volta di più lo spettatore, lo scenografo barocco spinge la propria fantasia e il proprio virtuosismo oltre ogni limite: macchine, inganni prospettici, trompe-l'oeil, mutazioni a vista capaci di assicurare alla rappresentazione una dinamica vitalità a dispetto di una insistente drammaturgia".

 

 

 

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Alcune considerazioni sul canto Settecentesco

L'aria nell' Opera Barocca

 


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A cura di Arsace

 

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Ultimo aggiornamento: 07-05-20