La vita di Nicolas Fouquet può vedersi come una continua salita che termina in un drammatico crollo finale: il momento di massimo splendore e il crollo può esser riassunto dalle calzanti parole del cronista del periodo per eccellenza, il Duca di Saint Simon nelle sue "Memorie":

" Dopo esser stato per 8 anni sovrintendente delle Finanze, pagò con 19 anni di prigione i milioni che il cardinale Mazzarino aveva preso, la gelosia di Tellier (sotto nell'ovale) e Colbert, un eccesso di galanteria e un eccesso di splendore ".

Nicolas, discendeva da un famiglia di parlamentari agiati ed intraprendenti, che servirono la monarchia francese con indispensabili servizi, che venivano remunerati spesso con cariche vicine al potere. Il Padre di Nicolas era stato appunto uno degli uomini di fiducia del Cardinale Richelieu, occupandosi degli affari marittimi e commerciali.

La situazione del Tesoro Reale, ossia dello stato, era nel 1648 vicino alla bancarotta: la situazione era precipitata sino a questo punto perchè i debiti contratti dalla corona presso i finanzieri privati nell'attesa degli introiti delle imposte, non sarebbero stati rimborsati. Questa decisione cinica e maldestra, conseguenza di un malgoverno finanziario dei sovrintendenti nominati dopo la morte di Enrico IV°, ebbe come conseguenza una fuga del risparmio e dei finanzieri che lo amministravano. La nomina a sovrintendente delle Finanze per Nicolas avvenne proprio in queste circostanze nel 1653 dal Cardinale Mazzarino, allora Primo ministro, con l'obbiettivo di recuperare e rimpinguare il Tesoro dello stato che era svuotato.                      

Nel 1653 volle ristabilire la fiducia e dare nuovo impulso al risparmio, al fine di alimentare il tesoro reale. Ebbene questo intento fu raggiunto, poichè riuscì quotidianamente a trovare i fondi necessari ai bisogni dell'amministrazione, della guerra, delle feste della corte, di Mazzarino, che era immensamente avido.

Qualsiasi prestito che negoziava nel mercato dei capitali per conto del Re era garantito dalla sua formula personale, e questo gli consentiva, come era d'uso al tempo e come aveva fatto Mazzarino, di ottenere una forte parte di beneficio. Ciò che colpisce è che Nicolas Fouquet non si esimeva mai di mettere anche il suo personale credito al servizio dello Stato, mostrandosi sempre ardente e leale difensore del cardinale e del Re.

Particolare del lato principale del palazzo di Vaux-le-Vicomte

La Carriera di Nicolas era segnata: QUO NON ASCENDET (= "fino a dove non salirà?"), diceva il motto della sua famiglia, inciso nell'emblema

 

dove uno scoiattolo avrebbe fatto una ascesa rapida: consigliere del Parlamento di Metz, intendente del Delfinato, procuratore generale del Parlamento di Parigi, seppe dimostrare una collaborazione e fedeltà alla Monarchia francese, specie nel momento della Fronda. 

Fregio con due scoiattoli nella facciata principale di Vaux-le-Vicomte

La sua intelligenza ed audacia, unite alla generosità, a volte calcolata, alla volontà passionale di vivere nel lusso e nella raffinatezza e al carattere vivace e galante, seppero spianargli la strada nell'ascesa della sua carriera, suscitando il consenso di tutti. 

Adorava la letteratura, le arti, i quadri, le tappezzerie, i poeti, i libri, le statue, i fiori, e tutto ciò che poteva creare voluttà e bellezza. Si mostrava mecenate verso i poeti, con i quali spesso intratteneva dei rapporti di amicizia: li stimava, dava loro lavoro e spesso fu esempio di generosità nel far loro doni di grande valore. Si legò in tal modo a La Fontaine, Moliére, Le Nôtre, Poussin, Le Brun, Pouget, La Quintinie.

Nicolas Poussin - autoritratto - Versailles

Jean-Baptiste Poquelin, conosciuto universalmente come Molière (1622-1673)
Dipinto di Jean-Baptiste Mauzaisse

Jean de La Fontaine (1621-1695)
Dipinto di Nicolas de Largillière

Nicolas Fouquet tuttavia si dimostrò troppo fiducioso della sua buona sorte, troppo sicuro della sua posizione e della protezione che credeva di avere per la sua fervida lealtà verso il Re: non tenne conto nè delle capacità di Luigi XIV°, che aveva ben intenzione di regnare da solo, nè considerò pericolosa l'ondata di invidie e sospetti che la sua alta posizione e ricchezza aveva via via suscitato.

Uno dei principali nemici invidiosi era a contatto giornalmente col sovrintendente, a causa delle collaborazioni con il segretario privato del Cardinale Mazzarino, Giambattista Colbert (nell'immagine qui sotto a sinistra), discendente di una dinastia di grandi mercanti / banchieri, al centro di ogni affare, perfettamente in grado di realizzare lui stesso dei profitti considerevoli sugli affari della corona.

Nel 1661 moriva Mazzarino, e Nicolas era certo di una sua nomina a Primo Ministro, grazie al grande contributo che aveva dato per ristabilizzazione delle finanze del regno, succedendo appunto al Cardinale appena deceduto. Invece Luigi XIV° decise di sopprimere la carica di Primo Ministro, per cui non venne conferita a nessuno la relativa nomina. In quel momento Colbert decise di eliminare Fouquet, prendendosi le sue spoglie e innalzandosi dalle sue rovine. La manovra di Colbert per raggiungere questo obiettivo fu quella di rigirare tutti i malfunzionamenti finanziari alla responsabilità di Nicolas Fouquet, facendo dei rapporti al Re Sole, che deve essersi dimostrato sensibile dal momento che, addossando ogni confusione finanziaria agli errori di Fouquet, si rendeva pulita la memoria del Cardinale Mazzarino, che era stato il suo padrino alla morte di Luigi XIII° ed intimo della Regina Anna d'Austria, sua madre.

Colpo dopo colpo, delazione dopo delazione, Colbert riusciva lentamente ad instillare nella mente del giovane Re le ragioni per cui si doveva destituire Fouquet dalle sue funzioni: non sempre i rimproveri e le osservazioni di Colbert erano prive di fondamento, ma molte erano delle vere e proprie calunnie: fu Colbert che instillò nella mente del giovane Re che i lavori (che in realtà erano di routine) sui bastioni di Belle-Ile-en-Mer,

   

http://www.france-pittoresque.com/lieux/31b.htm

proprietà di Fouquet, non fossero altro che movimenti di Nicolas capo di un complotto in grado di insidiare il potere Reale.

Gli amici di Fouquet cercarono di avvisare il sovrintendente delle trame di Colbert, e Alexandre Dumas ne dà una suggestiva descrizione nel suo bellissimo "Il Visconte di Bragelonne" in parte descritti qui, ma Nicolas non pone freno al lusso, nè agli audaci maneggiamenti che Colbert continua a riferire al Re, dipinti come veri e propri ostacoli ad una sana gestione del tesoro reale Si fa presente comunque in questo punto, che il ministro Colbert non è che viveva parcamente, specie dopo esser asceso sulle rovine di Fouquet: si ricorda che nei dintorni di Parigi, è ancora presente il dominio di Sceaux, dove sopravvivono i giardini di Le Notre, e una parte del Palazzo in cui Colbert viveva.

Quello che fece ulteriormente cadere Nicholas Fouquet in disgrazia agi occhi del Re fu il tentativo goffo e maldestro di Nicolas di guadagnarsi le simpatie di Mademoiselle de La Vallière (sotto con suoi due figli: Mademoiselle de Blois e il conte di Vermandois)

che è la prima favorita amata veramente dal Re Sole: Luigi XIV°, saputo il gesto, ritenne la cosa come una offesa imperdonabile.

Nel 1661, da maggio, il Re prese la risoluzione di eliminare Fouquet: requisire le ricchezze accumulate di Fouquet allo scopo di ricostituire le finanze dello stato, mandando a morte il sovrintendente. Ma il Re agisce d'astuzia allo scopo di confondere la sua futura vittima: è così che venne espresso a Fouquet il desiderio regale di visitare lo stato di avanzamento dei nuovi abbellimenti realizzati al palazzo di Vaux-le-Vicomte,

Veduta alla destra della facciata del palazzo di Vaux-le-Vicomte

di cui tutta la Corte ne parla con elogio. Fouquet aveva acquistato Vaux quando aveva 26 anni, che inizialmente aveva solo un piccolo castello fortificato, e qualche piccolo villaggio nei dintorni. Dal 1641 non aveva mai smesso di ingrandire la proprietà. Egli possedeva anche altre dimore, fra cui anche quella di Saint-Mandè, nei pressi del castello di Vincennes, dove Re e Mazzarino soggiornavano frequentemente. Ma Vaux, che è collocata fra Fontainebleau e il castello di Vincennes, fu il centro del suo status e del suo amore per l'Arte. 

Visuale facciata principale lato Sud di Vaux-le-Vicomte

E' il 17 Agosto 1661: a Vaux si svolge una delle più belle feste nel più bel castello del Reame visto finora (si sente il bisogno di sottolineare che Versailles non era ancora la realizzazione eterna del Re Sole in terra): il ricevimento per onorare il Re è stupefacente. 

Incisione: Fouquet riceve il Re Sole e la Corte a Vaux-le-Vicomte

Si svolse una festa mai eguagliata fino alla data del 1661: passeggiata, cena (Vatel era a suo servizio), commedia, fuochi d'artificio furono incantevoli; questa festa diede un altro contributo a rafforzare le ragioni del Re, forse invidioso per un tale splendore, o forse preoccupato per quanto Nicolas poteva spendere per realizzare simili feste sollevando apprezzamenti unanimi, per stroncare carriera e vita del sovrintendente.

Voltaire contribuì alla leggenda di questo storico ricevimento : " Il 17 Agosto, alle sei di sera Fouquet era il Re di Francia; alle due del mattino non era più nulla".

I giardini e il palazzo sono oggi tali e quali alla data delle celebre succitata festa estiva. Attualmente ci sono nel palazzo, dei programmi estivi in cui è possibile la visita notturna del palazzo, tutto illuminato come quella famosa serata da favola, che Voltaire ha descritto.

 

 

 

 

 

Immagini delle visite notturne proposte oggi al palazzo di Vaux-le-Vicomte per evocare il 17 Agosto 1661

http://www.vaux-le-vicomte.com

Luigi XIV° si pensa sia stata proprio quella sera che prese la decisione di superare quei fasti, realizzandoli impiegando gli artisti stessi di Fouquet, raggiungendo lo splendore di Versailles, Marly e Trianon.

Arrestare Fouquet a casa sua, al palazzo di Vaux-le Vicomte, sarebbe stato difficile e soprattutto il sovrintendente era circondato da uno schieramento di suoi sostenitori, così il Re chiamò i suoi ministri lontano da Parigi, presso Nantes: Nicholas ci andò, e il 5 Settembre 1661 fu arrestato al capitano dei moschettieri d'Artagnan per ordine di Luigi XIV°.

L'arresto di Fouquet determinò la sua deportazione presso il Castello di Vincennes, in attesa del processo. 

Facciata d'entrata del castello di Vincennes - Parigi

Particolare del Mastio all'interno delle mura di Vincennes - Parigi

Alcune foto dello spazio dentro le Mura di Vincennes

Il processo non fu lampo e si prolungò per ben tre anni, durante i quali non potè vedere i suoi famigliari: il Re fece pressione sui magistrati, e Colbert falsificò documenti e prove, impiegò uomini che deposero il falso in tribunale, manomise documenti.... tutto pur di per far incriminare Fouquet; tutti questi suoi tentativi però ebbero l'effetto opposto andando a favore del sovrintendente. Il Re dava per scontata la pena capitale, dal momento che la giuria del processo era formata da uomini che avversavano il sovrintendente (era costituita da 23 giudici agli ordini di Colbert), e su alcuni giudici Colbert esercitò pressioni e corruzioni, alchè qualcuno si adirò pure per queste interferenze. Si aggiunga che Fouquet non aveva nessun avvocato difensore, per cui dovette propugnare la sua innocenza da solo per tutto il processo. Malgrado questi vantaggi da una parte e i sfavori dall'altra, non ci fu nulla da fare: l'ultimo giorno, 10 dei giudici agli ordini di Colbert condannarono a morte il sovrintendente Fouquet, ma gli altri 13 giudici, seguendo la loro coscienza e non i dettami di Colbert, votò per la messa al bando: in sostanza il verdetto decretava l'assoluzione di Nicolas Fouquet, che avrebbe riacquisito la libertà al di fuori del confine francese.

Il verdetto fece infuriare il Re; "Libero questo ministro che è a conoscenza dei segreti di stato e dei segreti di Famiglia? MAI"

Il Re quindi esercitò, unico caso in tutta la storia di Francia, il suo diritto di grazia, invalidando la sentenza, non per alleggerirla, ma per aggravarla: Prigione a vita per il suo ex-ministro quasi cinquantenne! Con questo gesto il Re assicurava l'ordine interno per almeno cinquanta anni, e sigillava in una prigione i segreti di stato considerevoli che sospettava che Fouquet conoscesse. (Questa ipotesi ha convinto Dumas a confondere la sorte di Fouquet con quella della maschera di ferro).

 

 

La sentenza scosse gli amici di Fouquet; fra questi La Fontaine (a lato) fu quello che si dimostrò più legato, e per denunciare questo fatto e la sua tristezza, allo scopo di difendere il suo amico e di implorare la clemenza del Re scrisse: 

 

 

 

 

"Elegia alle ninfe di Vaux" 

Remplissez l'air de cris en vos grottes profondes;
Pleurez, Nymphes de Vaux, faites croître vos ondes,
Et que l'Anqueuil enflé ravage les trésors
Dont les regards de Flore ont embelli ses bords
On ne blâmera point vos larmes innocentes;
Vous pouvez donner cours à vos douleurs pressantes:
Chacun attend de vous ce devoir généreux;
Les Destins sont contents: Oronte est malheureux.
Vous l'avez vu naguère au bord de vos fontaines,
Qui, sans craindre du Sort les faveurs incertaines,
Plein d'éclat, plein de gloire, adoré des mortels,
Recevait des honneurs qu'on ne doit qu'aux autels.
Hélas! qu'il est déchu de ce bonheur suprême!
Que vous le trouveriez différent de lui-même!
Pour lui les plus beaux jours sont de secondes nuits
Les soucis dévorants, les regrets, les ennuis,
Hôtes infortunés de sa triste demeure,
En des gouffres de maux le plongent à toute heure.
Voici le précipice où l'ont enfin jeté
Les attraits enchanteurs de la prospérité!
Dans les palais des rois cette plainte est commune,
On n'y connaît que trop les jeux de la Fortune,
Ses trompeuses faveurs, ses appâts inconstants;
Mais on ne les connaît que quand il n'est plus temps.
Lorsque sur cette mer on vogue à pleines voiles,
Qu'on croit avoir pour soi les vents et les étoiles,
Il est bien malaisé de régler ses désirs;
Le plus sage s'endort sur la foi des Zéphyrs.
Jamais un favori ne borne sa carrière;
Il ne regarde pas ce qu'il laisse en arrière;
Et tout ce vain amour des grandeurs et du bruit
Ne le saurait quitter qu'après l'avoir détruit.
Tant d'exemples fameux que l'histoire en raconte
Ne suffisaient-ils pas, sans la perte d'Oronte?
Ah ! si ce faux éclat n'eût point fait ses plaisirs,
Si le séjour de Vaux eût borné ses désirs,
Qu'il pouvait doucement laisser couler son âge!
Vous n'avez pas chez vous ce brillant équipage,
Cette foule de gens qui s'en vont chaque jour
Saluer à longs flots le soleil de la Cour:
Mais la faveur du Ciel vous donne en récompense
Du repos, du loisir, de l'ombre, et du silence,
Un tranquille sommeil, d'innocents entretiens;
Et jamais à la Cour on ne trouve ces biens.
Mais quittons ces pensers: Oronte nous appelle.
Vous, dont il a rendu la demeure si belle,
Nymphes, qui lui devez vos plus charmants appâts,
Si le long de vos bords Louis porte ses pas,
Tâchez de l'adoucir, fléchissez son courage.
Il aime ses sujets, il est juste, il est sage;
Du titre de clément rendez-le ambitieux:
C'est par là que les rois sont semblables aux dieux.
Du magnanime Henri qu'il contemple la vie:
Dès qu'il put se venger il en perdit l'envie.
Inspirez à Louis cette même douceur:
La plus belle victoire est de vaincre son coeur.
Oronte est à présent un objet de clémence;
S'il a cru les conseils d'une aveugle puissance,
Il est assez puni par son sort rigoureux;
Et c'est être innocent que d'être malheureux.

Anche Madame di Sévigné, non smise di scrivere la sua costante fedeltà al sovrintendente e alla sua famiglia.

Madame de Sévignè al museo Carnavalet - Parigi

Emesso il verdetto commutato dal Re, Fouquet fu scortato da 100 moschettieri a Pinerolo, una piccola piazzaforte situata presso le Alpi savoiarde, dominata da un mastio della fortezza, luogo in cui fu rinchiuso e strettamente sorvegliato. 

Il 23 Marzo 1680 Nicolas Fouquet  morì.

Di Fouquet rimane oggi pressocchè intatto il suo capolavoro: il palazzo e i giardini di Vaux-le-Vicomte, di cui lo stesso Nicolas ci ha lasciato queste sue parole scritte mentre era nella fortezza di Pinerolo:

Nicolas Fouquet

"Era una terra che io consideravo come mia residenza principale, nella quale volevo lasciare qualche segno dello stato in cui io sono vissuto"

Particolare della facciata principale del palazzo di Vaux-le-Vicomte

Il palazzo, che trovò il suo completamento in soli 5 anni, giunge a noi intatto, sebbene ci siano state guerre e rivoluzioni, e soprattutto grazie alla duchessa Choiseul-Praslin che, negli abominevoli anni della Rivoluzione francese, riuscì ad evitare la demolizione del palazzo. 

Nicholas Fouquet ebbe l'intuizione di far realizzare il palazzo mettendo a collaborare liberamente tre artisti emergenti del momento, cosa che permise in un sol getto la realizzazione dell'opera: L'architetto Louis Le Vau (1610 - 1670), il pittore/decoratore Charles Le Brun (1619 - 1690), il progettista giardiniere André Le Nôtre (1613 - 1700).

Il primo a 43 anni firmò i piani del castello, dopo già essersi affermato come architetto nelle realizzazioni di Hotel Lambert, Chiesa di Saint-Louis-en-l'Ile, Hotel Lauzun tutti a Parigi; nelle realizzazioni degli ammodernamenti del castello di Vincennes, e nella costruzione dei castelli di Raincy, di Meudon e di Saint-Sépulcre (oggi purtroppo distrutti). Successivamente all'incarico datogli da Fouquet, realizzerà nella capitale francese il collegio delle "Quattro Nazioni" e naturalmente per il Re Sole sarà l'artefice del primo ingrandimento del castello di Versailles.

Ritratti di Charles Le Brun, 1686, opera di Nicolas de Largilliére (1656 - 1746)

Il secondo, trentasettenne, inizia la decorazione di Vaux-le-Vicomte, realizzando in prima persona le decorazioni principali dei soffitti, non mancando di dirigere anche i giovani artisti che erano sotto la sua egida: si occupò anche della fondazione di un atelier di tapezzeria, presso Maincy (che si trasferì a Parigi dopo l'arresto di Fouquet, divenendo l'atelier dei Gobelins), creando i modelli delle tappezzerie che ivi si realizzarono, e disegnò anche molta della mobilia e statue per il castello.

André Le Nôtre, statua Pubblica viali della città di Versailles

Il terzo, si era occupato prima dell'incarico offertogli da Fouquet dell'abbellimento dei giardini delle Tuileries, sotto la direzione del padre: quindi fu a Vaux-le-vicomte che ebbe il primo incarico indipendente, in modo da mostrare le sue capacità, e vi riuscì splendidamente, poichè qui creò per la prima volta un giardino di sana pianta, in zone dove c'erano solo pascoli, vigne e zone incolte. Si occupò quindi di disegnare le prospettive e gli assi pincipali del giardino, piega il terreno alle sue esigenze prospettiche e al gioco della illusione, tenendo presente di dar luce alla sua opera tramite un gioco di di acque vive e riflettenti, grazie all'ausilio di bacini e fontane. Grazie a questo lavoro, otterrà poi l'incarico di realizzare i giardini reali di Versailles.

A questi tre principali, il castello di Vaux-le-Vicomte, annovera altri artisti, fra cui si possono ricordare: gli scultori Michel Anguier, Thibault, Girardon, Legendre, Poissant; il falegname Jacques Prou, e il doratore Gougeon de la Barronnière.

Lo scultore Girardon - particolare Vaux-le-Vicomte

L'arresto del sovrintendente, segna la requisizione di mobili, gioielli, statue, tappezzerie, quadri dal palazzo di Vaux-le-Vicomte, tutto al fine di ricostituire il tesoro dello stato, ossia le collezioni reali, abbellendo così il Louvre e Versailles. La tenuta di Vaux sarà posta sotto sequestro fino alla fine del processo di Nicolas Fouquet, ma sarà resa alla moglie e al figlio solo 12 anni più tardi, quindi nel 1673.

Madeleine Fouquet, moglie del sovrintendente Nicolas Fouquet in panni mitologici

Grazie ai ricavi derivanti dai possedimenti forestali ed agricoli, Madame de Fouquet e il figlio, il conte di Vaux, riuscirono a saldare tutti i debiti del sovrintendente Nicolas Fouquet, ma l'astio del Re nei confronti della famiglia non era ancora del tutto sedato dal momento che il figlio di Nicolas, detto conte di Vaux, ufficiale di carriera, nonostante le raccomandazioni, non ottenne mai cariche di prestigio, rimanendo relegato in incarichi secondari. Il Conte di Vaux morì senza discendenti.

Il fratello di Nicolas, Louis Fouquet invece non ebbe un destino migliore, ma il figlio di questi, Louis-Charles Armand Fouquet, abile e determinato, riuscì alla fine a far svanire il rancore del Re, cancellando il disfavore della corona che riguardava tutto ciò che aveva a che fare coi Fouquet. Louis-Charles, divenuto prima maresciallo di Belle-Isle, ottenne il titolo di Duca da Luigi XV°. Fu sempre questo monarca che nel 1722 nominò governatore il duca di Charost, figlio della figlia maggiore di Nicolas Fouquet: segno chiaro che l'ostilità della corona era indubbiamente cessato.

Nel 1705, morto il fiuglio maggiore, Madame de Fouquet prese la decisione di vendere la proprietà al Maresciallo di Villars, che aveva conseguito una miriade di vittorie, per le quali aveva guadagnato il titolo di Duca e Pari di Francia.

Hector de Villars, Maresciallo di Villars

(1653 - 1734)

particolare - secondo Rigaud - Museo del Palazzo di Vaux-le-Vicomte

Le terre di Vaux, acquisite dal Maresciallo, quindi si elevarono di livello, divenendo un ducato, e da questo momento il possedimento prese la denominazione di Vaux-Villars, in onore del vincitore di Denain.

Il Maresciallo, che sollevava ammirazioni incondizionata dai suoi uomini, fu sempre caratterizzato da una foga irrefrenabile: ogni grado conseguito era il risultato della sua arte guerriera: la sua vita fu una costellazione di vittorie, fra cui da sottolineare quella contro Marlborough e del principe Eugenio; indubbio il favore del Re, che spesso lo designò ambasciatore in importanti questioni diplomatiche.

Il suo temperamento guerriero lo teneva tuttavia lontano da Vaux, specie negli anni compresi fra il 1705 e il 1714: è quindi la consorte, bellissima, che si occupò della tenuta e della sua buona gestione. Solo col 1715, in conseguenza del trattato di Radstadt, Hector ebbe modo di soggiornare molto più stabilmente a Vaux, essendo in un periodo di "non-guerra".

Assieme alla moglie, Vaux divenne un centro che attirò molti membri della società, la più brillante, che qui si rasserenava in un contesto meno gravoso di quella del fu Re Sole, dove l'etichetta regnava solennemente. I coniugi Villars non modificarono la struttura del palazzo e del giardino, ma completarono l'arredamento che avevano acquistato da Madame de Fouquet.

Il Maresciallo in particolare riempì le mura del palazzo con scene delle sue vittorie, e dispose inoltre i cannoni vinti al nemico presso i basioni del castello, in modo che non appena Luigi XV° veniva in visita a Vaux, c'erano delle cannonate in onore del sovrano.

Fu qui che Voltaire passò molto tempo, dedicandosi anche all'insegnamento di come fare teatro, e indicare le costellazioni nelle notti estive.

Nel 1734 Hector moriva, e di conseguenza la duchessa sua moglie cessò di abitare a Vaux, che divenne possedimento del figlio , secondo Duca di Villars e principe di Martigues, che tuttavia era una persona molto frivola, indebitato e senza discendenza diretta non fu in grado di gestire la proprietà di Vaux: egli per far fronte ai debiti prese il piombo delle tubature del giardino destinandole alla vendita; ma alla fine fu costretto a vendere la proprietà nel 1764 al Duca Choiseul-Praslin.

César Gabriel de Choiseul-Chevigny, marquis de Choiseul, poi duca de Praslin e pari di France

Da questo momento cambia ancora il nome del ducato, variandosi in Vaux-Praslin: César, uomo dal temperamento impassibile e gran erudito, ottenne l'incarico da Luigi XV° di ministro degli Affari Esteri e della Marina dal 1761 al 1770; anche lui non modificò sostanzialmente il palazzo, a parte la biblioteca cha ancor oggi vediamo.Ben sei generazioni di Praslin risiedettero a Vaux, tutte molto amate dagli abitanti del luogo. Ma il castello sopravvive proprio grazie alla Duchessa di Choseuil-Praslin, che non essendo fuggita dalla Francia nei bui anni dela Rivoluzione francese. A quel tempo era entrata in vigore una normativa che prevedeva la distruzione degli stemmi della Monarchia: ecco che quindi i comuni vicini a Vaux eliminarono qua e là qualche fiore di giglio o emblema reale. Ma è proprio nel 1793 che la situazione precipita, perchè giunge a Palazzo l'ordine del procuratore di Melun (città lì vicino) di evacuare velocemente il palazzo entro 7 giorni, poichè "affinchè nulla si opponga alla sua demolizione". La Duchessa è stata una GRANDE! non perse tempo e ricorse ad un temporeggiamento che si rivelò fondamentale per aggirare il folle ordine demolitore: siccome il palazzo era arricchito dai capolavori di Charles Le Brun, chiede una proroga in modo che tali opere d'arte vengano smontate in modo da poter procedere ad una donazione alla Nazione.Ecco giungere una schiera di commissari incaricati dalla Convenzione, che dovevano redigere un rapporto sulla presenza dei capolavori, e alla fine dei loro esami ebbero il coraggio di opporsi nettamente alla demolizione del Palazzo di Vaux. Tale richiesta venne accolta, e grazie a loro Vaux sopravvisse alla furia distruttrice-rivoluzionaria.

Nel 1815 invece arriva una invasione della Francia, e Russi e bavaresi occuparono la proprietà, senza per fortuna avere nessun intento distruttore.

I Praslin partecipavano al senato imperiale e successivamente alla Camera dei Pari nel corso del periodo della Restaurazione. Sebbene tuttavia mantennero la proprietà di Vaux, i giardini furono lasciati in abbandono.

Il 1847 viene segnato tuttavia da un lutto che costrinse i discendenti a lasciare la proprietà principale: Il 5° duca di Praslin infatti assassina la moglie, figlia del maresciallo Sebastiani, e poi si suicida!

 Col passare del tempo gli eredi poi preferirono proprio non stare nelle residenze dipendenti, rinunciando di fermarsi nella proprietà: il castello è in abbandono per circa mezzo secolo: ecco che la natura, domata in tutti questi anni dai progetti di Le Nôtre si riprende la rivincita, e devasta le prospettive e i giardini "alla francese".

Nel 1875 i Praslin decidono di porre in vendita la proprietà, e questo rischiò nuovamente di far demolire il palazzo e le dipendenze, dal momento che se ci fossero stati più compratori l'avrebbero smembrata. Accadde prodigiosamente che Alfred Sommier potesse vedere la proprietà prima della demolizione: I Sommier erano una famiglia benestante, ma che proveniva dalla classe artigiana: in particolare Alfred era un ottimo affarista, ma a questo taglio pratico, univa anche altre passioni, fra cui quella dell'interesse per l'arte: una volta vista la proprietà di Vaux, visto il terribile stato in cui gravavano, decise che sarebbe stato un delitto far scomparire una così prodigiosa creazioe d'arte del 1600.

Il 6 Luglio 1875 quindi, all'asta si aggiudicò la proprietà, cha ancora una volta fu salva: iniziarono così ben presto i lavori di restauro, che si concentrarono sopratutto per quanto concerne il castello i tetti e i soffitti del pianoterra, dove le travi tarlate si piegavano: si decise così di sostituirle con travi in ferro; vengono rifatti alcuni muri interni dalla cantina al solaio. un'ala delle dipendenze viene completamente ricostruita con le pietre che c'erano nel giardino, mentre si procedeva ad un riarredamento dopo la partenza dei Praslin, che si erano portati via molti mobili: e Alfred Sommier punta sull'arredamento consono allo stile del 1600, compatibile al decoro del palazzo. Il Restauro se fu abbastanza veloce, ben 50 furono gli anni impiegati per ricostituire i giardini. Inizialmente Alfred non aveva intenzione di pensare ad un ripristino dei giardini, poi però si rese conto che una tale decisione avrebbe mutilato l'antica Bellezza di Vaux: nel 1908, quando si spense i lavori di rifacimento dei giardini era praticamente terminato. Il compeltamento finale si deve al figlio Edme (1873 - 1945) e alla nuora Germaine Casimir-Perier (1881-1968).

Nel Giardino un'incisione testimonia la lode al genio e al contributo per la manutenzione di Vaux

Nel 1929 Palazzo e giardini si fregiarono della classificazione di "Monumenti Storici".

I giardini si aprirono alle visite nel 1919, mentre il castello fu accessibile dal pubblico solo dal 1968.

Oggi il castello e il parco di Vaux-le-Vicomte è di proprietà del Sig. Patrice de Vogüé, che tra le altre cose illustra e narra la storia del Palazzo e di Nicolas Fouquet in un dvd di soli 14,50 Euro acquistabile presso la boutique del palazzo.

Visuale della facciata rivolta alla strada d'arrivo da Melun

Qualche immagine del castello e dei giardini

Giardini

Capolavoro di André Le Notre, prima della creazione dei giardini di Versailles

Il Palazzo

Esso domina il paesaggio, i giardini e la natura circostante: è al centro della scena, qualsiasi sia la visuale del visitatore sia davanti i cancelli d'entrata, che dietro, nel lato di visuale dei giardini francesi.

Informazioni 

Per avere in mano alcuni dati per giungere al Palazzo con qualche informazione e senso di orientamento

 

Note finali

Le Bellezza tipica delle favole  che pervade il dominio di Vaux-le-Vicomte, la drammatica storia di Nicolas Fouquet, le meraviglie del giardino di Le Nôtre, ci hanno spinto a realizzare questo piccolo spazio web, per condividere, con chi avrà la volontà di scorrere questa area, le amenità di questo luogo, da visitare, non solo virtualmente, da parte di tutti gli appassionati del Barocco, : le poche foto infatti non riescono a presentare nella sua interezza questo prezioso gioiello artistico, mancando tutte le visuali, i fruscii del vento fra le foglie degli alberi dei viali, i rumori della natura domata del giardino, lo scroscio delle fontane e delle cascate.... la degustazione dei cibi che il ristorante interno al castello può offrire, con i profumi della natura e dell'antico che appunto Vaux-le-Vicomte trasmette: questo palazzo con la sua storia farà parte di voi una volta visitato.... una persona che Ama il periodo Barocco, non può non innamorarsi di Vaux-le-Vicomte.............

A cura di

Arsace