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Centenario di André Le Notre

Raggiungere la Bassa Normandia e misurare oggi, a qualche chilometro da Argentan, il dominio del Castello di Sassy, magnifica proprietà che si estende su un ettaro e mezzo, localizzato presso il comune di Santo-Christophe-il-Jajolet, è immergersi nel XVIII° secolo. 

Del castello di Sassy del XVII° secolo restano solamente i padiglioni di entrata, che, assieme al padiglione della ricca biblioteca del cancelliere Pasquier, alle parti comuni che congiungono il castello al nord, e alle scuderie, furono iscritti come monumento storico il 31 agosto 1993. 

Visuale Castello di Sassy

Nel XVIII° secolo, il castello fu ricostruito, mentre la cappella è di fine secolo; Nella cappella è stata installata un retablo del XV° secolo proveniente dell'abbazia Saint-Bavon, di Gand. 
La costruzione iniziò infatti nel 1760, e si sviluppa in tre piani di terrazzi che conducono all'imponente castello, costruito in pietra e strofina, ed addossato alla foresta. Il castello fu iscritto come monumento storico il 11 maggio 1932. 

I locali sono ornati di tappezzerie di Aubusson. 
Il dominio è stato acquistato nel 1850 dal cancelliere Pasquier. 

La Regina dell'Inghilterra soggiornò nel 1967 al castello, dove vive tutt'ora la famiglia Pasquier - oggi il Duca d'Audiffret-Pasquier: in occasione del suo soggiorno la Regina ordinò che la sua stanza apparisse "più moderna" e quindi predispose affinchè tutte le Boiseries del XVIII° secolo fossero rimosse: oggi la stanza è mantenuta identica al tempo in cui la Regina vi soggiornò.
Il castello presenta una particolarità geografica: l'estremità della sua ala ovest è attraversata dal meridiano di Greenwich. 

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I terrazzi con le loro scale, il giardino alla francese e l'orangerie sono stati classificati monumento storico il 6 novembre 1986, ma attenzione che le aiuole alla francese che si sviluppano in tre terrazze a valle del castello, sono una realizzazione molto più tarda… Esse nacquero nel 1925.  

Si tratta dell’opera di due uomini: il giardiniere Achille Duchene, da una parte, immenso ammiratore di Le Nôtre, conosciuto - si sa - aver restaurato il Parco di Vaux-le-Vicomte, e Etienne d’Audiffret-Pasquier, deputato de l’Orne sotto la Terza Repubblica, nonno di Beatrice de Panafieu, che è la figlia dell’attuale proprietario.

Lei spiega:”Per concepire il giardino, essi non poterono immergersi negli archivi del castello, quasi inesistenti. Essi hanno consultato le opere che relazionavano i lavori di Le Nôtre.”

Risultato: un ricamo di bosso francamente sorprendente.

Composto da 2 grandi aiuole laterali, simmetriche, e di tre piccole aiuole centrali , disposte attorno ad un bacino circolare, il ricamo copre tutto lo spazio una volta destinato all’orto, circa un ettaro.

Il bacino non si può ridurlo ad un elemento tra gli altri: esso stesso costituisce il giardino. Questo è rialzato leggermente in rapporto alla zone dedicata al pascolo: è in parte contornato da dei fossati con acqua e incastonata altrove da muri di pietra, che le siepi di tasso rendono invisibili.

Beatrice de Panafieu precisa: “Questi muri erano quelli dell’Orto, che furono abbassati per fondere il giardino con il paesaggio”.

Il dettaglio è essenziale. E’ ciò che dà al giardino classico uno stupefacente tocco di romanticismo.

Comunque sia a partire dalle terrazze o dal cuore stesso del giardino, lo sguardo non manca l'incontro di querce, di castagneti, di aceri campestri, maestosi che si stendono tutto intorno, nelle grandi distese d’erba da una parte all’altra di un viale.

Etienne d’Audiffret-Pasquier e Achille Duchene condivisero la stessa idea di far costruire una piccola casetta, al confine, per creare un punto di mira supplementare: una “follia”, ma che non ha nulla di stravagante. E’ una dimora normanna, con le sue colombiere, che fa eco alla grande fattoria, un poco più in alto. 

La campagna è stata discretamente inizialmente concepita per far risaltare il giardino; ed oggi ancora si cura lo scrigno per esaltare il gioiello. Con dei grandi mezzi umani? No, risponde Beatrice de Panafieu: ”Non immaginate una squadra di giardinieri! Noi non ne abbiamo che uno! E’ meraviglioso, sa fare tutto: tagliare i bossi, in giugno, le siepi, il prato, diserbare…. Egli cura il vivaio, in cui egli talea i bossi, come ben si sa, al fine di rimpiazzare quelli che si ammalano.”

I pascoli, almeno in certe parti, sono quanto a loro falciati una volta l’anno: le erbe alte apportano una atmosfera campestre: esse accentuano il contrasto con le topiarie di bosso o di tasso e i tigli tagliati rispettivamente a palla, a cono e a marchesa. Intorno, cavalli galoppanti….

Si crederebbe giungere un messaggero che poti qualche notizia… 

Si sogna un po’ in sostanza, perché nulla a Sassy nemmeno un filo elettrico o una ruota pneumatizzata, lascia supporre di essere nel XXI° secolo….

Sassy, una delle Meraviglie della Francia Barocca, e

fu iscritto fra i monumenti storici a partire dal 11 maggio 1932.

Anche nel parco, la fattoria del Hatrie, detta fattoria del Mesnil, che possiede una colombaia, è stata iscritta come monumento storico il 27 gennaio 2006. 

Messa on line il 31 Dicembre 2013

A cura di

Arsace da Versailles  e Faustina da Versailles

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