A venti anni Blaise Pascal costruì la prima macchina calcolatrice

Un protagonista della Francia Barocca

La vita di Blaise Pascal nel periodo compreso fra il 1648 ed il 1654 è stata condotta in modo molto spregiudicato, e sorprende che a 31 anni, nel dicembre 1654, sia entrato nella comunità de “I solitari” di Port-Royal. 

Blaise Pascal (1623 – 1662)

La sua perspicacia prometteva bene, ma stupisce che la sua indole lo portasse in campo religioso. Si narra che avesse avuto solo 11 anni quando il padre, che gli aveva proibito di dedicarsi troppo agli studi, lo scoprì mentre cercava di dimostrare l’uguaglianza fra 2 angoli retti e la somma degli angoli di un triangolo, scrivendo col carbone sul muro di una stanza.

Aveva poco più di 18 anni, nel 1641, quando a Rouen, trasferitosi col padre lì nominato intendente regio, costruì la prima “macchina calcolatrice” a sei cifre (che è conservata a Parigi presso il Conservatoire del Art set des Métiers). 

Lo strumento risulta ancora ingombrante e grezzo, serviva solo ad effettuare somme, ma segna già l’inizio di un processo di sviluppo che ancora oggi sbalordisce il mondo. All’invenzione delle “calcolatrici”, Pascal effettuò degli studi e sperimentazioni sulla pressione atmosferica e sul calcolo delle probabilità (cosa che avrebbe poi utilizzato nel gioco d’azzardo).

Pascal collaborò anche con Fermat per la definizione delle tavole di probabilità statistica, che furono impiegate con profitto dalle società di assicurazione.

Nel 1647 fu colpito però da una paralisi, e dovette servirsi di grucce e ricorrere a impacchi per favorire la circolazione del sangue e a calze intrise di cognac per riscaldare i piedi.

Un anno dopo si riprese vendicandosi del male ricorrendo a comode carrozze e a carezze di giovani e compiacenti signore.

Nel 1651, morto il padre, si ritrovò ricco e libero nella città stregata di Parigi. Acquistò una dimora riccamente arredata, la fornì di servitù e di carrozze: esse venivano trainate una volta con 4, un’altra volta con 6 cavalli, secondo l’estro del momento.

Ad un certo punto si ritirò in Alvernia, accompagnato da una signora di “grande bellezza e cultura”, che lui chiamava “La saffo della campagna”: si pensa che Pascal si ispirò a lei per stendere i suoi “Discorsi sulle passioni dell’amore”.

Blaise Pascal (1623 – 1662)

Poco tempo dopo il suo ritorno a Parigi, ritornato sui tavoli d’azzardo, nel novembre del 1654 subì un incidente presso il ponte di Neuilly. I 4 cavalli che trainavano la carrozza si adombrarono e finirono nella Senna mentre la carrozza rimase in bilico sul parapetto…. 

Blaise Pascal (1623 – 1662)

Pascal, impressionato, decise per la prima volta, di riflettere seriamente sul mistero dell’esistenza e così si ritirò, come si diceva prima, fra i “Solitari” di Port-Royal, diventando il teologo della scommessa, non perdendo mai, nemmeno da vecchio la sua passione più grande:

“Rischiamo, il guadagno o la perdita scommettendo che Dio esiste… 

Se vinci, guadagni tutto; se perdi, non perdi nulla. 

Scommetti quindi senza esitazione, che Egli esiste”.

Relativamente al personaggio Blaise Pascal si segnala anche il film, girato nel 1971, di Roberto Rossellini. Cliccare QUI

 

A cura di

Arsace e Rodelinda da Versailles

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