Nicola Porpora

 

 

Dorindo, dormi ancor?

 

 

 

 

Che Porpora si sia meritato il titolo di rivale Handeliano, non v'è dubbio, e questo da quello che finora ho sentito sono un oratorio IL GEDEONE, un'opera l'ARIANNA IN NASSO, delle cantate e qualche aria tratta da qualche opera teatrale caduta in oblio, il tutto in idioma italiano!
Hasse non arriva lontanamente allo spirito squisitamente Barocco di Porpora, forse perché intaccato da elementi preclassici.
Il fatto è che il Caro Porpora oltre che esser stato un eccellente maestro "addestratore" di canto, non dimentichiamo le stelle Caffarelli e Farinelli, è un ammirevole compositore: la cosa mi risulta sorprendente: sa essere brillante, patetico, furibondo, ricco strumentalmente e tanto tanto belcantistico!
Mi rifiuto categoricamente di annoverarlo fra i minori: già con GEDEONE l'avevo maggiormente scoperto e fortemente rivalutato, ma ora con lo stupore scioccante del cofanetto in oggetto è da stare a bocca aperta! 

Voglio soffermarmi col dire 2 parole su una cantata Natalizia del 1732 preparata per la Notte di Natale per il Papa e i suoi ospiti, così stiamo in tema col periodo natalizio odierno.
La liturgia della notte di Natale consiste nel Vespro, seguito dopo poche ore dal Mattuttino; quindi viene celebrata la prima messa di Natale.
Anche i papi seguono quest'ordine, tuttavia dall'Anno 1676 al 1740 l'intervallo fra il Vespro e il Mattutino fu trascorso in modo assai piacevole.
Pare che sia stato il Cardinale Cibo, a quell'epoca segretario di Stato del Papa a dare inizio a questa consuetudine. Ebbe l'idea di invitare alcune persone al Vespro - cardinali, nobili romani, visitatori aristocratici - a rimanere fino all'ora della funzione seguente. Da allora in un'arco di tempo che durà circa 65 anni, il papa e i suoi ospiti trascorsero le ore di attesa della Notte di Natale nella maniera seguente. Prima veniva eseguita una cantata il cui soggetto era la Nascita di Cristo. Il Monsignore Maggiordomo sceglieva il poeta e il compositore, mentre il maestro di Cappella sceglieva i cantanti che in queste ricorrenze cantavano in italiano. Normalmente si avevano per le cantate un organico che spaziava fra 3 a 5 solisti. Durante il '600 i cantanti formarono anche il coro; nel '700 invece le parti corali furono rafforzate da altri membri della cappella papale, mentre gli strumentisti assunti dal maestro di cappella col benestare del Maggiordomo conforme le esigenze. Durante il concerto agli ospiti veniva servita una *fastosa* cena. La tavola era agghindata con una serie di "trionfi" squisite sculture in marzapane che illustravano la storia di Natale recanti ognuna una citazione religiosa. Alcuni libretti distribuiti agli ospiti spiegavano il significato teologico dei trionfi. Il Papa il giorno seguente li inviava anche ad altri nobili poichè erano "oggetti" preziosi e belli. Anche i musicisti pranzavano lì, ma doverosamente in un'altra stanza. Terminata la serata il papa e i cardinali, i nobili e le persone degne di un certo rilievo tutte intonavano il Mattuttino, per poi celebrare la prima Messa di Natale. Fu Papa Benedetto XIV ad annullare sì bei ritrovi.


La cantata a cui mi sto riferendo è DORINDO, DORMI ANCOR?
edita da BONGIOVANNI,
numero di catalogazione: 2181/82 - 2,
Alessandro Stradella Consort,
direttore ESTEVAN VELARDI, solisti:
Dorindo, Rosita Frisani,
Montano, Marco Lazzara,
Angelo, Roberta Invernizzi

 


Testo di Dorindo, dormi ancor?

 

 

 

                        

 

 

A cura di Arsace

 

www.haendel.it

 

 

Ultimo aggiornamento: 07-05-20