 
         
        CANTORE
        E MAESTRO DELLA CAPPELLA PONTIFICIA
        ALLA
        FINE DEL XVII SECOLO
         
        
         
          
          
        Nelle
        istituzioni ecclesiastiche della Città Eterna si susseguivano a ritmo
        incessante  occasioni estremamente propizie e sagacemente disciplinate,
        in cui veniva affidato alla musica di genere sacro il compito di rendere
        solenne e splendido il culto divino. 
        Con
        grandi risorse e protezioni autorevoli, le realtà musicali cittadine
        formavano ed arricchivano gli orientamenti estetici di numerosi maestri
        di cappella, cantanti e strumentisti, per i quali non rari erano gli
        attestati di stima e di onori da parte della Corte Pontificia e degli
        ambienti aristocratici ed ecclesiastici. 
        Anche
        Don Gregorio de Giudici, negli anni precedenti al suo ingresso nella
        Cappella Pontificia, strinse intensi e fecondi legami con alcune
        Cappelle Musicali romane, fra cui quella della Chiesa di Santo Spirito
        in Sassia e di San Luigi dei Francesi, dove fu al servizio in iniziative
        musicali importanti e prestigiose, che gli consentirono di affinare il
        gusto, la tecnica e lo stile del canto sacro romano. 
           
        L’Ospedale di Santo Spirito in Saxia, affidato nel 1204 da Papa
        Innocenzo III al Beato Guido di Montpellier ed ai suoi confratelli e
        suore nel borgo presso San Pietro, era considerato da secoli l’Hospitale
        Pontificium per eccellenza, il più celebre ed antico di Roma ed il
        più grande d’Europa. Nella Chiesa annessa all’Ospedale, secondo Don
        Antonio Allegra, autore di uno studio sull’Archivio Musicale di Santo
        Spirito in Saxia, "fiorentissima era l’attività musicale
        liturgica, che aveva occasione di esplicarsi, sia nelle esecuzioni
        ordinarie, sia in quelle straordinarie delle festività più solenni,
        nelle quali la Chiesa di Santo Spirito, privilegiata per la sua
        posizione, (San Pietro essendo da quella poco distante), doveva
        mantenere un eccezionale decoro, tanto più che non di rado aveva
        l’onore di essere sede prescelta per la Cappella Papale. Così spese
        straordinarie si facevano nell’occasione della processione di
        Pentecoste, a cui il Pontefice interveniva" (1). 
        Sempre secondo Don Allegra, l’epoca del più grande splendore per la
        Cappella di Santo Spirito fu proprio il XVII secolo, quando Ercole
        Pasquini e Girolamo Frescobaldi erano organisti, Giovanni Francesco
        Anerio, Gregorio Allegri ed Oratio Benevoli Maestri di Cappella. 
          
        La Cappella Musicale di Santo Spirito in Saxia era composta dal
        Maestro di Cappella, dai Cappellani Cantori e dall’organista, che
        assistevano in Choro alle Sante Messe, ai Vesperi ed alle Feste
        che si celebravano nella Chiesa, con il concorso della Cappella
        Musicale. I Cantori utilizzavano degli splendidi Codici musicali,
        alienati in seguito e passati ad arricchire la collezione della Scuola
        Benedettina di Ratisbona, che oggi si ammirano nella Biblioteca
        Prose-Haberl a Ratisbona. Nella Chiesa erano presenti due organi, uno
        dei quali maggiore, fabbricato da Nicola Dezzano da Cremona, costato ben
        400 scudi ed inaugurato nel 1546. 
        In particolar modo, la Domenica ed il Lunedì di Pentecoste, con la
        processione, richiedevano la partecipazione di cantori e strumenti, che
        sotto la guida del Maestro di Cappella eseguivano brani musicali durante
        le funzioni. Varie altre feste liturgiche si tenevano in Santo Spirito e
        richiedevano ugualmente la solenne presenza della Cappella Musicale. 
        Proprio nell’esame dei documenti che testimoniano la vita musicale
        di questa Cappella Romana, Don Antonio Allegra ha rinvenuto il nome di 
        Don Gregorio de Judicibus, come secondo basso e nella data del 4 agosto
        1668 (2). Nel periodo in cui è attestato il servizio di Don Gregorio
        come Cappellano   Cantore nella Cappella di Santo Spirito, l’ufficio di
        Maestro di Cappella era ricoperto da Don Francesco Berretta, religioso
        della Congregazione ospedaliera e quello di organista da Pietro Angelo
        Guidoni.          
        Dalla
        lista dei candidati ad un posto di Basso nella Cappella Pontificia del
        1670, risulta che Don Gregorio de Giudici faceva parte in quel periodo
        della Cappella Musicale della Chiesa di San Luigi dei Francesi di Roma,
        in qualità di “Musico”, cioè cantante (3). 
              
        Jean Lionnet, autore di un saggio sulla storia musicale di San
        Luigi dei Francesi ha ipotizzato che Don Gregorio sia succeduto a
        Giuliano Reali, quando questi aveva lasciato Roma alla volta di Monaco
        di Baviera, alla fine del 1665 (4). 
              
        Il periodo di attività nella Cappella Nazionale francese a Roma
        fu molto importante per la carriera artistica di Don Gregorio, in quanto
        l’istituzione era formata da musici di primissimo piano, gravitanti
        nell’ambiente dell’Ambasciata di Francia, i quali, con grandiose
        rassegne musicali nelle solennità religiose (come le festività di San
        Luigi IX Re di Francia e di Sant’Ivo di Chartres) accrescevano lustro
        alla potenza politica e diplomatica alla “Figlia
        Primogenita della Chiesa”nella sede del Vicario di Cristo. 
        Maestro
        di Cappella in quegli anni era un compositore molto apprezzato nella
        cerchia della Regina Cristina di Svezia, Ercole Bernabei, che di lì a
        poco avrebbe assunto l’ufficio di Maestro della Cappella Giulia in
        Vaticano, succedendo al suo maestro Orazio Benevoli, prima di
        raggiungere con grandi onori la Corte Elettorale di Monaco di Baviera. 
          
        Per il Prof. Giancarlo Rostirolla,
        "parallelamente alla sua
        attività sistina, il Giudici partecipò spesso a celebrazioni con
        musica che si tenevano per festività e ricorrenze speciali nei maggiori
        istituti ecclesiastici di Roma" (5). 
          
        Il Rostirolla cita in proposito due importanti presenze di Don
        Gregorio nella Basilica di Santa Maria Maggiore, la prima nella Messa
        Solenne della Domenica fra l’Ottava della Natività di Maria,
        l’11 settembre 1672, quando, come cantore in voce di Basso, figura in
        un cospicuo gruppo di musici, che cantò sotto la guida del celebre
        compositore e Maestro della Cappella Liberiana Antonio Maria Abbatini 
        (6) e la seconda il 5 agosto 1679, per le grandiose celebrazioni di Santa
        Maria ad Nives, cioè nell’anniversario della Dedicazione della
        Madonna della Neve, celebrata in Santa Maria Maggiore con grande
        solennità e fasto, in ricordo della miracolosa nevicata che delimitò
        l’area della futura basilica, la prima dedicata alla Vergine Maria a
        Roma (7). 
          
        Dalla lista di pagamenti del 1672, si apprende che Don Gregorio
        sarebbe stato attivo anche nella Cappella Musicale della Chiesa di Santa
        Maria in Traspontina. 
          
        
          
          
            
              | 
            
        1)
        Don ANTONIO ALLEGRA, La Cappella Musicale di S. Spirito in Saxia di
        Roma: appunti storici (1551-1737), in Note d’Archivio
        per la Storia Musicale, Anno XVII, n. 1-2 (gennaio-aprile 1940),
        pagg. 26-38. 
          
        2)
        Don ANTONIO ALLEGRA, Mastri e Cantori nella Cappella di Santo Spirito
        in Sassia (1551-1737), Tesi per Magistero in Composizione Sacra,
        Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, 1937 (alla data). 
          
        3) Biblioteca Apostolica Vaticana, Cappella Sistina,
        Diario n. 88, 1670, c. 14v e 15r; 
          
        4)
        JEAN LIONNET, La musique à Saint-Louis des français de Rome au XVII°
        siècle, Edizioni Fondazione Levi, Venezia 1985-1986, supplemento a Note
        d’Archivio per la Storia Musicale, n.s. Anno III, 1985, I Volume,
        pag. 106 e supplemento a Note d’Archivio per la Storia Musicale,
        n.s. Anno IV, 1986, II Volume, pag. 111. 
          
        5)
        GIANCARLO ROSTIROLLA, La musica
        nelle istituzioni religiose romane al tempo di Stradella, in Chigiana,
        Firenze Leo S. Olschki Editore, MCMLXXXIX, pag. 744. 
          
        6)
        GALLIANO CILIBERTI, Antonio Maria Abbatini, Perugia 1996, pagg.
        553 e 596. Il compenso attribuito a Don Gregorio fu di 0,60 scudi
        romani. 
          
        7)
        JOHN BURKE, Musicians of S. Maria Maggiore Rome 1600-1700/a
        social and economic study, Edizioni Fondazione Levi, Venezia 1984,
        pag. 117. Il compenso attribuito a Don Gregorio fu di uno scudo
        romano. 
                   | 
             
           
          
         
          
        La
        Triade Barocca (Haendel.it - handelforever.com e GFHbaroque.it)
        ringrazia infinitamente l'avv. Stefano Gizzi per la disponibilità e la
        concessione di condividere con tutti gli appassionati squarci
        dettagliatissimi del periodo barocco, che ruotarono attorno alla figura
        di Don Gregorio de Giudici  
          
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                A
                cura di 
                Il
                Principe del Cembalo - Rodelinda da Versailles 
                Arsace
                da Versailles - Faustina da Versailles 
                Arbace
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