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che si ringrazia infinitamente per la concessione nel sito GFH

ARIODANTE era già stata musicata da Pollarolo col titolo di Ginevra, Principessa di Scozia, su libretto di Antonio Salvi, dall’ Orlando furioso di Ludovico Ariosto (1532), ed eseguita nel 1716 al teatro di S. Giovanni Grisostomo di Venezia, e anche prima nella villa di Pratolino (1708).
La versione di Handel fu rappresentata dall'8 gennaio 1735 al 5 marzo 1735, e fin dal 4 novembre precedente era stata annunciata dalla London Daily Post con questo annuncio:

"We are informed that when Mr. Handel waited on their Majesties whit his new opera of Ariodante, his Majesty expressed great satisfaction whit the composition, and was graciously pleased to subscribe L. 1.000 towards carrying on the operas this season at Covent Garden".

La prima vide il debutto operistico per la cantante inglese Cecilia Young (poi moglie di Thomas Arne e considerata da Charles Burney superiore a qualsiasi cantante inglese dell'epoca) e l’inserimento in ogni atto di alcuni balletti per Maria Sallé

Il trasferimento della compagnia teatrale dall'Haymarket al Convent Garden fu una mossa felice in quanto Handel poté disporre di un coro e di una compagnia di balletto, e questi mezzi permisero al compositore di elaborare nuove idee da far confluire nella realizzazione di opere teatrali. 

Handel tuttavia aveva iniziato a lavorare all'ARIODANTE prima comunque di sapere dove essa sarebbe stata eseguita, per cui in corso di elaborazione egli la cambiò, venendo a conoscenza del Covent Garden, aggiungendo cori e danze, cosa che fece anche per 'altra opera che confezionò per esser eseguita sempre al Covent Garden, ALCINA

E' questo il periodo che si possono rilevare i cambiamenti nel mondo operistico inglese: Handel aveva perso Senesino e la Cuzzoni, che assieme a Farinelli, si erano schierati con l'Opera of Nobility che operava nel vecchio teatro dell'Haymarket. Il Caro Sassone scelse scrupolosamente la compagnia dei cantanti: accanto alla Anna Strada (che interpretò Ginevra ed Alcina), al castrato Carestini (che interpretò Ariodante ed anche Ruggiero, e che Handel in Italia lo preferì a Farinelli) ed alla Negri (che interpretò Polinesso e Bradamante), Handel si avvalse di alcuni cantanti inglesi fra cui Walz (che fu Re di Scozia, e Melisso), John Beard (tenore, Lurcanio ed Oronte rispettivamente in ARIODANTE e ALCINA) e Cecilia Young (soprano, Dalinda e Morgana). In questo periodo Handel sfruttò questa compagnia italo-inglese per riproporre pure 2 oratori ossia ESTHER ed ATHALIA.

Esattamente come ORLANDO ed ALCINA, la vicenda è di derivazione ariostesca. Antonio Salvi scrisse il libretto per Giacomo Antonio Perti nel 1708, intitolandolo GINEVRA, PRINCIPESSA DI SCOZIA, rappresentato a Pratolino , residenza estiva di Ferdinando de' Medici. Handel forse partecipò alla rappresentazione e dopo 26 anni riprese il testo del suo amico quasi alla lettera, infatti le variazioni sono più che altro legate alla struttura dello spettacolo pensato per il Covent Garden che ai caratteri drammatici della vicenda. il pubblico a cui doveva presentarsi l'opera indusse Handel ad arricchire la vicenda con rappresentazioni molto più cariche di elementi scenici e di accorgimenti spettacolari. 

Il problema che dovette affrontare Handel nella struttura narrativa così simmetrica e rigorosa era quello di affidare un numero di arie corretto: il libretto di Antonio Salvi è troppo asimmetrico e sbilanciato nell'attribuzione delle parti solistiche: Polinesso aveva più arie di Ariodante, ed ai comprimari venivano affidati lunghi monologhi. Handel quindi lavorò sulla struttura del testo, ed alla fine affidò 3 arie a ciascuno dei personaggi minori, 4 a Polinesso, 6 ad Ariodante e 8 a Ginevra. 

Il libretto dell'ARIODANTE è estremamente efficace ed include molti spunti che stimolarono Handel per stendere la sua opera. A differenza di molte altre sue opere, ARIODANTE non verte sugli ideali sublimi che permeavano l'opera barocca, ma su una trama semplice fondata sui sentimenti umani, fra i quali predomina quello della gelosia sessuale.

Altra caratteristica dell'opera è la totale assenza di una storia secondaria che si intreccia con quella principale: ogni nota è legata al susseguirsi di fatti e circostanze della trama principale ed unica. La storia è variopinta e di grande splendore visivo, culminante nella scena dello sfarzo del torneo finale.

Più della metà della trama è ambientata all'aperto, per cui l'amore di Handel per la campagna (come si nota anche in SUSANNA e in SOLOMON) infonde stimolo per la sua musica (si pensi alla sinfonia che apre il secondo atto descrivendo il sorgere della Luna, oppure alla splendida "Qui l'amor nel suo linguaggio" dove Handel affida ad Ariodante una parte molto cantabile per marcare i caratteri arcadici e pastorali dell'opera, interpretate da Carestini).

Altro aspetto che ha stimolato Handel è il rapporto padre-figlia: sebbene Handel non ebbe figli, era maestro nel celebrare questa relazione con gran successo, come lo avevano dimostrato i lavori precedenti quali TAMERLANO, e in quelli successivi, si pensi a JOSHUA, DEIDAMIA, e JEPHTA. Ginevra viene presentata da Handel in modo molto femminile, ma anche forte da potersi difendere da profferte indesiderate: essa è capace di emanare una gioia spontanea come nell'aria "Volate Amori", quando il padre benedice la sua unione con Ariodante, ma prende tutto un tono differente quando viene accusata di adulterio per avere una relazione con un altro uomo.

La musica di Handel in questa opera rivela il suo gusto per i colpi di scena nei momenti drammatici (travestimenti, inganni ed il tentato omicidio): Dalinda, che si presta al piano di Polinesso, sembra un po' incostante giacchè si lascia convincere dal malvagio Polinesso, ma tuttavia è piacevole e femminile nei modi; Polinesso invece, macchina di mille inganni e tradimenti, è descritto come un  frivolo, infido, freddo e decisamente malvagio, tanto da arrivare a progettare di far uccidere Dalinda, che ne era innamorata, per impedire che lei sveli il tremendo inganno ai danni di Ginevra e Ariodante. 

Polinesso agisce solo per ambizione personale: vuole essere lui il Re di Scozia, e non riuscendovi insidiando Ginevra, che non ne vuole sapere di lui, decide di distruggerla: se non può esser sua non lo sarà di nessuno. Non ama affatto Ginevra, il suo obiettivo è il trono.

Handel tuttavia dimostra anche una spiccata sensibilità nello scrivere le arie più affascinanti e commoventi nei monologhi dei suoi personaggi (si pensi a Scherza Infida).

Ariodante ha una parte molto ricca in perfetta sincronia con i mutamenti d'animo del personaggio, e si potrebbe anche dire che raramente Handel scrisse una musica così virile e concreta per un castrato (Tu preparati a morire). Probabilmente questo è legato anche dalla prestanza e personalità forte di Carestini. Sicuramente il peso musicale maggiore spetta al protagonista del dramma, tanto che s potrebbe vedere la parte di Ginevra come la spalla di quella di Ariodante, sebbene il numero di arie che la parte di lei ha sia superiore numericamente. Per Ariodante-Carestini, Handel scrisse vocalizzi di lunghezza mozzafiato che si protraggono per un numero inaudito di battute, sottoponendo la voce del divo ad un'estensione quasi innaturale, con improvvisi sbalzi verso l'alto complicati da figurazioni ritmiche irregolari. Questo può leggersi come la mossa di Handel per far sì che Carestini sia in grado di tener testa a Farinelli che era stato da poco chiamato nel teatro rivale dell'Opera Of Nobility: una lotta rivalità sia fra i compositori, che fra i cantanti delle due fazioni opposte. 

ARIODANTE testimonia l'agio e la sicurezza con cui Handel sapeva destreggiarsi fra le difficoltà dell'opera seria, tanto da superarne i limiti (si pensi che dei 4 duetti presenti nell'opera, ben tre escono dalla struttura convenzionale dell'archetipo barocco del "da capo") e mantenere in vita il genere malgrado il declino a cui si apprestava ad andare questo genere musicale. Ovviamente ai contemporanei questi sforzi handeliani non furono affatto ignorati, tanto che nel 1776 Hawkins scrisse: 

"Fino ad Handel, nessuno aveva idea della dignità e della grandezza di sentimenti che la musica è in grado di trasmettere, o che il sublime esista in musica tanto quanto in poesia. Si tratta di una scoperta che dobbiamo al genio ed alla creatività di questo grande; e non vi è ragione di dubitare che i molti esempi di questo tipo, di cui  i lavori handeliani abbondano, continueranno a suscitare l'ammirazione degli ascoltatori sensibili fino a che esisterà l'amore per l'armonia".

Nel Primo Atto siamo testimoni di una luminosa giornata in Arcadia, nel Secondo Atto siamo trascinati nella notte più scura e tenebrosa, per poi, nel Terzo Atto, ritrovarci svegli nel cuore di una giornata orribile, segnata dal litigio e dalla lotta umana, e la musica di Handel ci accompagna in questo percorso:egli cambia da un Primo Atto trasudante giochi, intrighi amorosi e scherzi ad una profonda angoscia romantica per finire nel mondo cortese dei cavalieri del passato. All'inizio tutto sembra essere favoloso: la figlia del Re è amante di un giovane cavaliere che l'ama ed il Re ne è soddisfatto. La Principessa Ginevra ed il cavaliere Ariodante iniziano il loro viaggio nella sicurezza comune dell'amore perfetto; ma il loro mondo ha solo l'apparenza di una Arcadia: a Corte regnano le menzogne e gli intrighi erotici; il tutto potrebbe esser presentato come una piccola Versailles in miniatura, con una galleria degli specchi splendente di cui le mura non riflettono la verità.

Quando l'inganno tessuto da Polinesso arriva a segno, nel Secondo Atto  la coppia perfetta cade, precipita in un tremendo abisso: Ariodante nell'inferno della gelosia frenetica, e medita di porre fine ai suoi giorni, e Ginevra, che non comprende cosa le sta accadendo, non accetta che le si dia l'appellativo di prostituta: il padre la fa rinchiudere e ripudia la figlia....e il ruolo di Re prevale su quello di padre ("Nel punir la figlia rea, non sei padre, essendo Re" gli canta Lurcanio) ... la Corte l'allontana....Ginevra ricorda un po' la figura di Giovanna d'Arco: agli occhi del suo entourage, lei è una santa decaduta... non le resta che la follia. Alla fine Ariodante e Ginevra si trovano al bordo di un abisso. E l'ultima danza della Corte sembra un ballo di pazzi, e sebbene l'intrigo venga svelato e tutto si risistemi per il felice finale, i due protagonisti con tutto quello che hanno passato vedranno il mondo con occhi nuovi: circondati da persone che cambiano atteggiamento a seconda di come tira il vento e la propria convenienza, tradendo i propri principi..... una cosa che fa riflettere pure ai giorni nostri....

(Scena 1) L'azione si svolge presso la corte del Re di Scozia. Sua figlia Ginevra confida alla dama di compagnia Dalinda di essersi innamorata [di Ariodante] e che suo padre approva questo amore. (2) Polinesso, duca d'Albania, vorrebbe sposare Ginevra per salire al trono, ma ella lo rifiuta. (3) Dalinda rivela a Polinesso che Ariodante è amato da Ginevra, e che perciò è lui il suo rivale; inoltre gli fa capire che lei lo ama. Polinesso (4) pensa di sfruttare la situazione per arrivare a Ginevra. (5) Ginevra ed Ariodante si dichiarano il loro amore. (6) Il Re benedice tale unione ed annuncia ad Ariodante che sarà lui il suo erede. (7) Ordina che i preparativi dello sposalizio comincino, e (8) Ariodante si rallegra di non avere più niente da temere della sorte. (9) Polinesso prepara la sua trappola: la notte prima delle nozze, persuade Dalinda ad indossare i panni di Ginevra e a farlo introdurre nel palazzo reale. (10) Lurcanio, il fratello di Ariodante, dichiara il suo amore a Dalinda, che (11) confessa di essere innamorata di Polinesso. (12) In una magnifica valle, Ariodante canta la sua gioia di vivere. Raggiunto da Ginevra (13), cantano assieme un duetto di amore, e l'atto si conclude con cori e danze di ninfe, pastori e pastorelle in onore della costanza. 

(Scena 1) Notte di luna piena nei giardini reali dove si vedono delle rovine e la porta segreta della camera di Ginevra; Polinesso aspetta l'arrivo di Ariodante, che entra, (2) e gli svela che Ginevra lo riceve regolarmente nella sua camera; Ariodante non gli crede e Polinesso gliene dà apparentemente la prova introducendosi nel palazzo facendosi aprire dalla falsa Ginevra/Dalinda. Disperato, Ariodante tenta il suicidio, ma viene fermato dal fratello Lurcanio, che assiste alla scena nascosto tra le rovine. (3) Rimasto solo, Ariodante si dispera per il tradimento e lascia la corte, meditando di morire. (4) Polinesso lascia Dalinda all'alba e (5) dichiara che la sua astuzia è riuscita. (6) Il capitano Odoardo informa il Re che Ariodante è morto. (7) Il Re annuncia la notizia a Ginevra. (8) Lurcanio accusa la principessa di infedeltà e impudicizia, accusa che è pronto a sostenere con un duello. (9) Ginevra viene rinnegata dal padre, che pensa a proteggere l'onore reale, ed ella (10) si dispera. Si addormenta in un sonno agitato, rappresentato da un balletto dove sogni piacevoli e funesti si fronteggiano. L'atto si conclude nel momento in cui ella si risveglia, incapace di trovare riposo nel sonno. 

(Scena 1) Un bosco: Ariodante che non è morto, travestito, mette in fuga due assassini che stavano assalendo Dalinda, assoldati da Polinesso per ridurla al silenzio. Così lei gli svela l’inganno e (2) s’augura la morte di Polinesso. (3) Il giardino reale: un duello, dove Lurcanio sosterrà la sua accusa, deciderà dell'innocenza di Ginevra. Polinesso si proclama vincitore. (4) Il Re, padre affettuoso più che il monarca severo, fa venire Ginevra; ella entra (5), rassegnata a morire secondo il volontà del genitore, ma rivendica la sua innocenza. Ella rifiuta che Polinesso la difenda, ma il Re insiste. (6) Ginevra teme di morire disonorata. (7) La sfida: Lurcanio chiama il difensore di Ginevra. Polinesso si presenta e viene da lui mortalmente ferito. Nell'assenza di un altro difensore, il Re si offre per difendere l’onore della figlia. (8) Ma Ariodante entra con Dalinda, rivela la sua identità e proclama l'innocenza di Ginevra. (9) Dalinda confessa il complotto di Polinesso, e il Re la perdona; Ariodante si rallegra. (10) Lurcanio e Dalinda si rincontrano. (11) Nell’appartamento destinato a prigione, Ginevra s’era preparata a morire quando (12), al suono di una trionfale musica, suo padre entra con Ariodante e il suo seguito della corte, annunciandole che è innocente. Tutto è perdonato. Le coppie di innamorati sono riunite, e Ginevra ed Ariodante cantano un duetto. L'opera si conclude in un sontuoso salone del palazzo dove, in un grande finale, il coro e il balletto proclamano il trionfo della virtù. 

A cura della triade

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Si ringrazia Angelo Manzotti e Matteo El Khodr per gli esempi su arie di ARIODANTE

 

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