Se la struttura generale messa in opera alla fine del XVI° ed nella prima metà del XVII° - secolo non ha conosciuto dei profondi sconvolgimenti - è interessante analizzare le aggiunte ed i Anne Vialar cambiamenti che si sono succeduti nel parco durante i tre seguenti secoli. 

Il quadro di Beaubrun - dipinto verso 1660 ed appeso oggi nel Salone del Biliardo - mostra la prima "signora di Courances", Anne Vialar, prima sposa di Claude II Gallard, che tiene un piccolo quadro che rappresenta il parco come la sua opera. 

A partire dal XVIII° secolo, la documentazione diventa più abbondante. 

Si sa che è prima del 1756 che fu creato il Mirroir davanti al castello, spettacolare specchio di acqua rettangolare dove si riflette il castello. 

Si possono seguire i lavori intrapresi sotto la guida di Anne-Marguerite Potier de Novion, seconda "signora di Courances": gli accessi del castello subirono delle trasformazioni che modificarono la percezione del parco dalle finestre della dimora: il portale, architettura che chiudeva la corte dal 1642, sparì per lasciare davanti il posto ad una griglia posizionata sul ponte stagnante che faceva superare il fossato. 

Più niente impediva allo sguardo di abbracciare il magnifico Viale di Arrivo, bordato di canali, e la sua quadruplice fila di tigli. 

Nella parte posteriore del castello, i giardini sulla piattaforma furono sistemati al gusto della moda del momento. Ciò che colpisce nei lavori di trasformazione di Courances nel XVIII° secolo, è la volontà di liberare le visuali, al nord, verso l'entrata, ed al sud, ingrandendo lo scrigno boscoso destinato ad accogliere il Mirroir

Questo immenso specchio di acqua viene non solo monumentalizzava il grande asse della composizione, ma, per di più, la sua larga superficie, che riflette il cielo, porta molta luce a questo lato del castello. 

Si possono rimettere queste scelte estetiche - insistenza di monumentalizzare l'asse, accentuazione della simmetria, rafforzamento della presenza dell'acqua - alle idee dominanti di allora in materia di arte dei giardini, come erano state sviluppate da Antoine-Joseph Dézallier de Argenville, il volgarizzatore dell'opera di André Le Nôtre nel XVIII° nel suo trattato: "La teoria e la pratica del giardinaggio".

Si sa che seguendo lo stile dell'Inghilterra, delle grandi trasformazioni dovevano segnare l'arte dei giardini in Francia nella seconda metà del XVIII° secolo: rigetto della regolarità, volontà di imitare la natura, ricerca di un pittoresco ispirato dalla pittura di paesaggio. 

Il marchese de Nicolay fu sensibile a queste discussioni estetiche? Mah, si può dire che fece sistemare dei platani nel Grande Viale nel 1782. 

Gli archivi dell'amministrazione dei beni degli emigrati ci riportano che si iniziò nell'anno II° (ossia il 1794) Théodore Aymard Charles Marie de NICOLAY "a togliere gli alberi stranieri" del giardino inglese per potervi installare delle coltivazioni alimentari. 

Si può pensare quindi che una parte del parco era stata sistemata secondo la "nuova moda", senza sconvolgere l'insieme del tracciato. 

Quando ritornò sulle sue terre, dopo l'esecuzione di suo padre, Aymard-Charles-Théodore de Nicolay, il suo più giovane figlio, si prodigò a riportare la proprietà all'antico splendore. 

Volle restaurare il "giardino inglese" di suo padre? Si può dire che ci sono sempre dei ricordi di tracciati paesaggistici sia sulla piateforma-isola davanti al castello sia all'est dei fossati, al posto del Boschetto detto "La Parrucca" o "L'Inglese", al posto dell'attuale Ferro di cavallo. 

E' senza dubbio in questo momento che la Sala di acqua fu trasformata in lago paesaggistico. 

Si sa che A.- C.- T. de Nicolay dovette lasciare Courances quando la Rivoluzione del 1830 esplose, per non mai più ritornarci. 

Il parco somigliava probabilmente ad un'immensa palude, quando il banchiere Samuel de Haber l'acquistò nell'ottobre 1872. 

Il piano di sterramento realizzato dagli ingegneri sotto la direzione dell'architetto Hippolyte Destailleur mostra che il nuovo proprietario fece procedere, prima di tutto, al raschiamento dell'insieme dei fossati, delle vasche e dei canali. 

E' dunque senza dubbio per impiegare i fanghi recuperati che furono riempiti certi canali esattamente come quelli che bordano il viale di Moigny

Mentre l'architetto restaurava il castello conferendogli il nuovo "aspetto" HenriIV-LouisXIII, si rifletté di conseguenza alla risistemazione del parco.

 

Un piano anteriore al 1880, (di Adolphe Fauconnier e L. Landeau), testimonia una prima campagna di restauro di grande portata. 

Si riempì il fossato che separa la pianta del castello da quella del Giardino e ciò permise di disporre di un vasto spazio per mettere in opera dei grandi tappeti verdi ricamati. 

Si rimaneggiò il Mirroir e la sua circonferenza (viali sabbiati, pezzi di prato, mosaicultura e statue). 

Si scavò una nuova vasca ai contorni scorniciati, detto il Delfino, nell'asse dello Specchio. 

Curiosamente, se l'asse fu "restaurato" in tutta la sua regolarità, sembra che si sia pensato di trasformare il resto del parco nel gusto paesaggistico, sacrificando così il tutto allo "stile misto" esaltato allora dal paesaggista Edouard André
Si nota la presenza di
Henri Duchêne a Courances nell'ottobre 1899 e novembre 1900, ma è suo figlio Achille che ebbe il compito di condurre bene a una nuova fase di restauro che doveva proseguire fino all'inizio della Prima Guerra mondiale. 

Sembra che i proprietari, il conte ed il contessa Jean de Ganay, si siano innanzitutto preoccupati di trovare delle soluzioni per il trattamento della parte all'ovest del castello, trattato in stile paesaggistico, e la vecchia Sala d'acqua, che abbisognava di un risanamento. 

Nel 1906, Duchêne, che lo si è trovato operativo pure nei Giardini del Castello di Sassy, iniziò a pensare alle trasformazioni da portare all'altro lato, al sud-est, all'area del "giardino inglese". 

Nel 1908 sono installati i bei ricami d'erba, così rappresentativi dello "stile Duchêne" davanti alla grande facciata del castello, vicino al parco - queste ancora presenti oggi.

 

Una molto grande parte della proprietà fu ripiantata probabilmente in 1912. 

Stilisticamente, è appassionante analizzare l'impronta di Duchêne, molto attento ai desideri dei proprietari. 

Se al nord-ovest, si scelse di restaurare un stato storico del parco: la Sala di acqua, al sud-est, il paesaggista creò  un congegno di un'originalità totale, eppure in perfetta armonia col resto dei luoghi: lo specchio di acqua del Ferro di cavallo, sovrastato da quella della Bagnante, ornata di una statua di provenienza del parco reale di Marly, la ninfa Aréthuse, œuvre di Claude Poirier (1656-1729)

Ma il "colpo di genio" di Duchêne rimane l'idea di unificare i suoi diversi interventi e le vecchie pianificazioni ridistribuendo i quattordici urloni, queste teste di mostri in pietra scolpita che incorniciavano l'antica Sala di acqua.

Essi sputano oggi ovunque l'acqua abbondante delle numerose sorgenti di Courances, vere incarnazioni del genio del luogo. 
Parallelamente a questa grande impresa di restauro,
Berthe de Ganay, approfittando di un specchio di acqua un po' arginato ad un livello inferiore rispetto al mulino della vecchia segheria, intraprendeva (prima del 1908) la creazione di un prezioso giardino anglo-giapponese, interamente dedicato ai fiori ed agli arbusti rari. 

Il disordine vegetale venne a dissimulare la regolarità della vasca, e una piccola isola permise di dare della profondità a questa creazione che si inseriva nella voga del giapponesismo degli anni 1900 (si possono vedere i giardini Albert Kahn, Giverny o Maulévrier).

Kathleen Lloyd JonesSuccessivamente, una giardiniera inglese, allieva di Gertrude Jekill, l"ideatrice" del "mixed-border", Kathleen Lloyd Jones, venne a dar mani forte alla proprietaria per arricchire questa libera evocazione di giardino giapponese con una profusione di piante  dai colori vivi e dalle sfumature dissimili. 

Abbandonato durante l'ultima guerra, il giardino "giapponese" deve la sua rinascita a Philippine de Ganay, nipote di Charles di Noailles e figlia di Marie de Mouchy, entrambi illustri giardinieri, che intrapresero delle nuove piantagioni privilegiando gli arbusti per giocare meglio con forme e strutture. 

Malgrado le profonde ripercussioni sociali scaturite dal conflitto del 1914, più di trenta persone lavoravano ancora a Courances dopo la prima guerra mondiale, tanto alla fattoria che nel parco ed i giardini. 

I prati erano falciati tre volte per anno, un gregge di pecore completava il sostentamento e tutto si faceva ancora "a mano." 
Durante il secondo conflitto mondiale, la proprietà fu occupato da una scuola della Luftwaffe, delle baracche invasero il parco e del cemento fu colato dovunque. 

Jean Louis de Ganay Alla Liberazione, un campo di prigionieri americani si sostituì a ciò. Quando, a ventisei anni, Jean-Louis de Ganay si ritrovò padrone della proprietà, nel 1948, tutto era da rifare. 

Questo vecchio alunno della scuola Nazionale di agricoltura di Grignon testimonia: "Abbiamo fatto tutto coi nostri mezzi, senza aiuti esterni, unendo con immaginazione e pazienza l'insieme dei cantieri ". 

Si trattava di rompere il cemento, di ripiantare, di ricreare i prati, di ricuperare le siepi. 

Una volta ancora, gli specchi di acqua erano diventati delle paludi. Tuttavia, all'inizio degli anni cinquanta, le tracce della guerra erano sparite. 

Il proprietario aveva preso la decisione di non ricostituire tutti i viali, lasciando così del vasto tappeto verde sotto i grandi allineamenti del parco ed intorno agli specchi di acqua. 

Si camminava quasi sull'erba dovunque. Non si tagliò a sipario i bordi dei boschetti, così a Courances, c'erano degli alberi che si chinavano o si evidenziavano per animare le prospettive troppo rettilinee. 

Queste soluzioni "economiche" hanno guidato spesso le scelte legate alla gestione ed al mantenimento del parco: riduzione del personale, sviluppo delle macchine, tecniche agricole più che orticoli.... Se le grandi linee classiche del passato sono state rispettate, la sua semplificazione delle forme ed un maggior spazio lasciato alla natura hanno dotato quest'area di una qualità insindacabilmente moderna, arricchendo così di un nuovo capitolo la storia di un parco di eccezione. 

A cura di

Il Principe del Cembalo - Faustina da Versailles

Arsace da Versailles - Rodelinda da Versailles

Arbace - Alessandro - Andrea - Carla

 

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