Il 4 Maggio 1774, dopo la messa celebrata nella sua camera, il Re si intrattenne con l’arcivescovo di Parigi.

Il giorno dopo, il 5 Maggio, è la volta dell’abate Louis Maudoux, suo confessore, che si era discretamente installato in una stanza vicino agli appartamenti reali, pronto a rispondere alla chiamata del morente.

Per il momento, la risposta del sovrano alle ingiunzioni degli uomini di chiesa era incerta. I suoi svenimenti e le suppurazioni delle sue piaghe gli impedivano di trovare quella pace di spirito necessaria per la confessione suprema.

Tuttavia il 6 Maggio 1774, alle tre ed un quarto del mattino, bruciando di febbre, il Re sussurrò al Duca de Duras: “Andate a cercare l’abate Maudoux!”

L’ecclesiastico corse per intraprendere una conversazione col Re che durò esattamente 17 minuti. Luigi XV finì la sua confessione mormorando con una voce spezzata dalla febbre: “Voi non mi lascerete più”.

Il Re domandò in seguito che le sue figlie fossero svegliate in modo che potessero entrare nella sua camera con il Santo Sacramento, ma non mancò di informarsi dai suoi medici del limite fino al quale esse potevano avvicinarsi a lui.

Madame Adelaide

Alle sette del mattino. Il Re si fece somministrare il Santo Sacramento dall’Arcivescovo di Parigi. Madame Adelaide, Victoire e Sophie restarono allora sul soglio della porta della Camera da letto del Re, mentre la Delfina e sua cognata, la Contessa di Provence, si tenevano nella stanza accanto, il Gabinetto del Consiglio.

Per contro, per evitare il contagio, Luigi XV impedì con fermezza la presenza vicino a sè del Delfino e dei suoi due nipoti, i C32qonti d’Artois e di Provence, i futuri Luigi XVIII e Carlo X.

Così il Delfino restò al pianoterra del Castello, sulla prima rampa delle scale, circondato dai suoi fratelli e dalla sua Corte di gentiluomini.

Il clero si riunì quindi attorno all’agonizzante. Il Cardinale Charles-Antoine de La Roche-Aymon pronunciò la sua esortazione, prima che il Re ricevesse il santo-viatico.

Il Delfino Luigi di Francia mentre riceve il viatico a Fontainebleau il 13/11/1765

Dopo aver fatto la comunione durante la messa celebrata, di nuovo, al suo capezzale, il Re fece trasmettere un messaggio all’attenzione del suo Gabinetto, raggruppato nella sala attigua.

Era un grido pieno di pentimenti di cui il Cardinale de la Roche-Aymon fece lettura: “Il Re mi incarica di dirvi che domanda perdono a Dio per averlo offeso e per lo scandalo che egli ha dato al suo popolo…. Se Dio gli rendesse la salute, si occuperà poi di fare penitenza, di sostenere la religione e di curarsi del suo popolo”.

Cardinale de la Roche-Aymon

Questa dichiarazione sollevò Luigi XV. Egli confidò a sua figlia Adelaide “Io non mi sono mai trovato né meglio né più tranquillo”. 

Un po’ più tardi, il Re chiese a La Martinière: 

“Sentitemi il polso, come lo trovate?

-         Sire, migliore che prima di confessarvi – gli rispose il chirurgo.

-         Guardate le mie vesciche, come è la mia piaga?

-         Molto buona Sire, cosi come la vostra testa”

E’ vero che le giornate del 6 e 7 Maggio 1774 furono segnate da un miglioramento dello stato di salute del Re.

Lo scolo purulento delle sue lesioni sembrava essersi prosciugato. Una immensa speranza di sopravvivere rinacque, ma scomparve subito fin dall’ 8 Maggio.

1 - L'inizio della Fine

2 - Il Re ha il Vaiolo

3 - Il Clero al Capezzale del Sovrano

4 - La Candela viene spenta

5 - Gli ossequi discreti

6 - Una successione delicata

 

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