1735: Gli incantesimi di Handel  

 L’Old Whig il 20 Marzo 1735 scrive:

“Handel, le cui eccellenti composizioni hanno spesso compiaciuto le nostre orecchie, ha spesso eseguito le sue opere quest’inverno davanti ad una arena vuota. Egli ha replicato anche il suo oratorio ESTHER in cui ha introdotto due Concerti per Organo che sono inimitabili. Ma così forte è l’avversione contro di lui che nemmeno questo è riuscito a far accorrere il pubblico. … Le sue perdite per queste due ultime stagioni sono stimate essere di grossa somma”.

Mrs Pendavers scrive: “Quando Mr Handel ha suonato la sua parte, non ho potuto fare a meno di pensare a lui come ad un negromante che sta compiendo i suoi incantesimi”. Ed in effetti di lì a poco (16 Aprile la prima) sarebbe uscita tutta un’opera dedicata ad incantesimi e sortilegi…proprio per far imparare le parti alla difficile opera a cui stava lavorando…. ALCINA.

 

Crisi al teatro dell’Opera of Nobility

Il 28 Ottobre 1735, la nuova stagione teatrale si aprì con un’opera del Teatro della Nobiltà, ma si capì subito che le energie di Nicola Porpora non erano inesauribili, giacchè come apertura venne riproposta un vecchia e sfortunata gloria: il POLIFEMO.

Ma come la prima volta, così la seconda volta che quest’opera varcò il palcoscenico, riscosse un nuovo insuccesso, e Lord Harvey, in una lettera privata ad un acerta Charlotte Digby, narra come dopo una disastrosa riuscita di ADRIANO IN SIRIA di Veracini, si sia convinto della inettitudine dei direttori musicali dell’Opera. Egli racconta in più come “Handel tornato a Londra, sedeva con gran orgoglio ed imponenza, al centro della Sala e sembrava insultare in silenzioso trionfo, l’Opera morente, ormai in preda all’agonia”.  

 

Il successo dell’Alexander's Feast

Sebbene alle crisi dell’opera of Nobility, seguissero insuccessi per la Royal Academy, Handel si rituffò nel lavoro, e pieno di energie, creò il capolavoro ALEXANDER’S FEAST, un’ode imponente sul Potere della Musica, tanto che Mr. Hamilton affermò nell’introduione del libretto che “la composizione era tale da dover vincere ogni più ostinata parzialità, ispirando la vita anche nelel pagine più fredde”.

Il 19 Febbraio 1736 il London Daily Post scrive:

“Non era mai accaduto prima che un pubblico così numeroso ed entusiasta accorresse in un teatro londinese. Erano presenti almeno 1.300 persone. Gli incassi non devono esser stati inferiori alle 450 sterline. Lo spettacolo è stato salutato da applausi inimitabili, anche se gli esecutori erano disposti molto lontani dal pubblico.”

 

 

 Il Pasquino: parla di Mrs Pendavers

Il successo stagionale derivato dall’ALEXANDER’S FEAST, spinse Handel a rafforzare la sua compagnia attraverso l’ingaggio del nuovo cantante nascente, Gioacchino Conti, detto il Gizziello:

nell’aprile 1736 i giornali londinesi datano lo sbarco del “the best singers in Italy”.

Tuttavia Mrs Pendavers notò che le cose stavano mutando: “Quando ho lasciato Londra in autunno, la follia dominante si chiamava Farinelli.

Ora, al mio ritorno, ha cambiato nome e si chiama PASQUINO, “una satira drammatica sui tempi presenti”.

Sta avendo un gran numero di rappresentazioni, quasi quante quelle della BEGGAR’S OPERA. Ma secondo me, nonostante non manchi di humor, le è di molto inferiore.”

 

 Le Nozze Principesche: Atalanta

Il 27 Aprile 1736 il Principe di Galles, vecchio sostenitore di tutti i rivali del compositore del Re, si unì in matrimonio con  la Principessa di Sassonia. Per l’evento si era preparato la Chapel Royal “addobbata con grande magnificenza”, e fu teatro dell’arrivo “di una folla prodigiosa”. Per l’occasione come continua a raccontare il conte di Egmond “venne eseguito un Wedding Anthem composto da Mr. Handel”. Il 12 Maggio 1736 si manifesta l’avvenimento della stagione:  

“In onore della felice unione sono state costruite e dipinte scene interamente nuove che occupano in lunghezza tutto il palcoscenico. La parte anteriore della scena rappresenta una strada che porta al Tempio di Imeneo, decorata con figure di parecchie divinità celesti. Accanto si innalza un Arco Trionfale sopra cui sono sistemati i Troni delle Altezze Reali. Sotto l’Arco si trova la figura della Fama, in cima ad una Nuvola, che eleva una preghiera in tributo alla coppia felice. I Nomi di Federicus e Augusta troneggiano sulal scena in caratteri trasparenti…”.

In questa meraviglia di fregi e svolazzi venne eseguita l’opera ATALANTA, opera in cui il personaggio Meleagro fu interpretato dal Gizziello, e il London Daily Post riporta che molti sono stati gli applausi, “eccezionali”, e tanto bastò ad Handel a mantenere splendente la sua stella: ai consensi unanimi che riuscì a sollevare con l’opera, a conclusione della serata, fuochi d’Artificio,  torce a giorno per la delizia di tutti a completare la festa, grande e sapiente gesto di diplomazia da parte del Caro Sassone nei confronti del suo antico nemico, il Principe di Galles.  

 

Mrs Pendavers all’Opera of Nobility

Nel 1737 si apre la stagione dell’Opera of Nobility, con una opera di Hasse, il SIROE: schierati ci sono Farinelli, la Merighi, il basso Montagnana: Senesino, anziano e stanco di cantare se ne era andato da Londra, indispettito di cantare a sale vuote. E Mrs Pendavers scrive:

“Farinelli e Merighi non hanno quasi più voce, sono ancora commoventi in verità quando recitano, ma non hanno altri meriti. C’erano anche la Clementi, una donna tollerabile e con una voce graziosa, e montagnana che come al solito ruggisce. E con questi cantanti, e con queste noiosissime opere italiane, che quasi ti fanno addormentare sulla poltrona, loro hanno la pretesa di rivaleggiare con Handel!”

Parole che per quanto impietose, sottolineano l’alto grado di indignazione generale che regnava su un pubblico oramai stanco e deluso dall’opera Italiana.

 
 

Aneddoto sul Poro

Nel 1737, Handel rimette in scena l'8 dicembre il PORO, occasione per presentare la nuova vedette: il castrato Domenico Annibali, tuttavia l'Opera fa breccia solo negli ambienti Aristocratici.

La Regina madre, Amelia Sophia von Walmodenquando si torturava al pensiero della amante favorita del Re suo consorte, era soleta consolarsi recitando a voce alta "Se mai più sarò gelosa, mi punisca il sacro nome", ossia l'inizio di una delle famose arie tratte dell'opera in questione.

 

Sul Faramondo e Caffarelli

Il 3 Gennaio 1738, grazie alla pertinacia di Heiddegger, ancora più determinato di Handel stesso, va in scena il FARAMONDO al King's Theatre. Un giornale locale riporta:

"Mr Handel è comparso in pubblico per la prima volta durante questa stagione ed è stato salutato da straordinari e ripetuti appalusi, segni di augurio e di approvazione generale".

Handel infatti vive una serata indimenticabile, dopo un rientro dalla malattia nel "suo" antico teatro, poichè l'afflusso del pubblico è grande. Il consenso è anche per un nuovo castrato Caffarelli; tuttavia l'adolescente Lord Wentworth in una epistola datata 19 gennaio 1738 scrive:

"Sono stato con mamma l'altra sera al Covent Garden e in scena c'era una farsa, DRAGON OF WANTCLIFF..... è già la 36-sima messa in scena ed il teatro è sempre colmo. Invece non credo che le opere potranno continuare a lungo. Tutti le lodano insieme a Caffarelli, ma il teatro non è stato mai pieno."

E' dal Covent Garden, che aveva appena abbandonato, che Handel doveva iniziare a guardarsi: ovviamente il piccolo Lord riportava nell e lettera ciò che si diceva in giro al tempo....

 

Aneddoti sul Saul

Charles Jennens, ricco e nobile aristocratico inglese, leterato dilettante, fornì uno dei libretti dei primi grandi oratori di Handel. Charles scrive in una lettera a Lord Guernsey riferendosi ad Handel:

"La sua mente è quantomai pervasa da molte bizzarre follie. L'altro giorno nella sua stanza ho visto ad esempio uno strumento assai strano che Handel chiama Carillons... ipotizzo perchè è simile , sia per struttura e suono, ad una serie di martelli che battono su tante piccole incudini. Attraverso questo mastodontico strumento, fornito di tanti tasti come un clavicembalo, certamente farà diventare Saul matto da legare.....Potrei descrivervi molte sue altre manie, ma si sta facendo tardi e devo posticiparle alla prossima volta. Nel frattempo la sua testa genererà altre bizzarrie."

 

A cura di

    Arsace da Versailles

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