Le sonate per clavicembalo di Philippe Le Roy si inseriscono in un
panorama musicale abbastanza complesso, infatti mentre Da una parte
i sinfonisti di Mannheim da una parte iniziavano a dominare il
panorama musicale parigino (F.Beck,
Stamitz,
Rigel, Eichner e tanti altri) dall'altra parte
lo stile musicale italiano già da qualche tempo era nell'aria.
Il periodo che va circa dal decennio 1759 - 1769 segna profondamente la
musica cembalistica del momento: H.F.Raupach, Schobert, Eckard, Rigel,
Honnauer pubblicano a Parigi le loro sonate per clavicembalo che
porteranno a un profondo mutamento delle composizioni per lo strumento a
tastiera tanto che, persino il giovane Mozart nei suoi concerti per
pianoforte e orchestra utilizza movimenti presi dalle sonate dei
sovra-menzionati compositori.
Se si va a verificare il titolo delle opere dei compositori francesi che
hanno pubblicato opere per cembalo solo, non vi è più la menzione
“Pieces de clavecin”, bensì
“Sonates”. Già l'abbè Gravier adotta già il
titolo Six Sonates nel 1759.
Le Roy, Virbes, Bayon, Darcis, utilizzano già Sonates, mentre Feyzeau
intitola la sua opera "Pieces de clavecin en
sonates".
La sesta sonata che vi presentiamo è una sonata di effetto dove ormai il
compositore aderisce perfettamente al nuovo stile ,vale a dire del
sonatismo preclassico. Della vita del compositore si sa veramente ben poco; si può dire che fu un allievo di Wagenseil, e il manoscritto giunto fino in epoca moderna ha visto la sua luce grazie Mr. Huberti dell'Accademia Reale di Musica, ed è l'Oeuvre Premiére, edita da Ceron. Con il privilegio del Re, si presentano qui in Prima Assoluta Mondiale in epoca moderna.
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