Un po' di storia 

Il castello di Rambouillet fu comperato dal cavaliere Jean Bernier il 6 maggio 1368 a Girard de Tournebu: al tempo la costruzione era nota col nome di "maniero ed alloggio". In quell'epoca Jeahn Bernier fu nominato informatore della zona da Carlo V e quindi si stabilì nel maniero.

Nel 1374 Jean Bernier decise di trasformare questo edificio in un vero castello, fortificato e circondato di mura e fossati. L'insieme è in forma pentagonale irregolare: un corpo di logge triangolare segnato da 3 torrette nei vertici, rilegate ad una grossa torre, un castelletto di entrata. Nessun documento giuntoci permette di di sapere con esattezza la sua altezza, poichè le numerose imprese di costruzione successive hanno cancellato lo stato primitivo della costruzione. Questa fortificazione che intraprese Jean Bernier può vedersi come risposta ad un ordine del Re Carlo V (una ordinanza del 19 Luglio 1367) che voleva una fortificazione di tutti i castelli.

La Famiglia d'Angennes

Nel 1384 dopo la sua ricostruzione, il castello è ceduto dal figlio di Jean, Guillaume, a Regnault d'Angennes, scudiero e primo "valletto troncante", una carica sotto l'Ancien Régime che indicava il legame del valletto alla tavola del Re: infatti inizialmente la carica era legata al taglio delle carni. La proprietà della costruzione rimase per circa 3 secoli nelle mani della famiglia d'Angennes.

Esiste una descrizione del 1399 sul castello, che viene visto come un hotel fortificato chiuso da fossati. Nel periodo fra il 1425 ed il 1428 il castello fu molto danneggiato per i diversi passaggi degli Inglesi. Sotto Jean II d'Angennes e della sua sposa, vennero effettuati degli importanti lavori di ristrutturazione: essi infatti dichiarano nel loro testamento di aver utilizzato, dopo il loro matrimonio nel 1456, tutte le loro sostanze per riparare, sostenere, rimettere in buono stato e avvalorare la loro proprietà, però non entrano nel dettaglio dei loro interventi.

Con Jacques d'Angennes, capitano delle guardie del Re Francesco I, il dominio s'ingrandisce delle terre vicine a Auffargis, a Poigny, alla Castellaneria di Essart-e-Roi e di diversi terreni situati tra la proprietà primitiva e quelle delle nuove acquisizioni. I dintorni ricchi di selvaggina del castello attirarono il Re Francesco I, grande amante della caccia. All'epoca del suo passaggio a Rambouillet, nel marzo 1547, il Re, sofferente, muore in seguito ad ina infezione generalizzata, momento in cui aveva 53 anni. Secondo la tradizione, egli rese il suo ultimo respiro nella camera alta della grande torre, dando a questo elemento fortificato una dimensione Reale, che gli varrà per l'eternità. Jacques d'Angennes diede al castello tutta una serie di ornamentazioni, ordinando la pianificazione, al pianterreno, di una grande sala n stile italiano: i muri sono ricoperti di blocchi di marmo dal maestro muratore Olivier Ymbert (che fra l'altro costruì il castello di Thoiry, fra il 1560 e 1564), e la grande scala di mattoni e di pietra è stata realizzata.

Il Marchesato di Rambouillet

Sotto il Regno di Luigi XIII, nel 1612, per ricompensa a diversi servigi alla Corona di Francia, la Signoria di Rambouillet è elevata in Marchesato.La famiglia ottenne un rango di primo piano nella vita di Parigi. 

La sposa di Charles d'Angennes, Catherine de Vivonne (qui a destra), resterà conosciuta nella storia della letteratura sotto il titolo di Marchesa di Rambouillet (1588 - 1665). 

Nella loro dimora parigina, sotto il soprannome di Arthénice, lei teneva uno dei più celebri salotti di questa epoca, ricevendo in un luogo passato ai posteri col nome di "Chambre Bleu" (Camera Blu).

Riunione di Dame

Nella Camera blu, uno società acculturata rivaleggiava nelle preziosità delle rime, enigmi e metafore per il grande bene della lingua francese. Nel periodo del soggiorno al castello di Rambouillet, gli invitati andavano ad assistere a delle rappresentazioni di commedie: nel corso dell'estate del 1636, si apprezzò in particolare la SOFONISBA di Jean Mairet, pezzo ben dimenticato attualmente. Il poeta Vincent Voiture commentò questa estate in questi termini:

"Ogni attrattiva, grazia, amore e virtù brillano nei nostri giorni. 

Da un mese tengono la loro corte plenaria a Rambouillet."

Senza ombra di dubbio, Rambouilet era un luogo alla moda!

La figlia di Charles e Catherine, Julie d'Angennes (qui a sinistra) partecipò essa stessa alle riunioni di questo luogo raffinato.Lei è ricordata per la raccolta di poemi in versi "La ghirlanda di Julie", che le fu offerta dal suo futuro marito, il Duca di Montausier. 

Ciò che lei apportò in dote a Rambouillet, fece prosperare il dominio ingrandendolo di nuove terre fra il 1670 ed il 1681. 

Si deve ricordare che in questo periodo a Rambouillet Jean-Baptiste de la Quintinie creò un frutteto.

Alla conclusione del matrimonio della seconda figlia di Julie, il dominio di Rambouillet passa nelle mani del Duca di Uzés. Però in relazione allo stato debole delle finanze della famiglia d'Uzés, in mancanza di discendenti diretti, il castello venne venduto a uno dei creditori, Fleuriau d'Armenonville. Molti documenti del 1699 descrivono l'edificio alla vigilia della vendita come " un grande corpo d'ostello nel fondo della corte, e ai due lati di questa ci sono 2 ali che la tengono"

La Guirlande de Julie

Si cita anche nella descrizione "un cortile attiguo al castello composto da una colombaia, scuderia, granaio, rimessa per le carrozze, da un alloggio per il portiere, un gran portale in basso del quale c'è un padiglione il tutto coperto di tegole. Nel dominio "un grande parco nel quale vi sono parecchi alberi non da frutta, un bosco di alta fustaia, giovani piante di quercia, vivai, un gran canale, un grande specchio d'acqua, canali, stagno, una grande aiuola, terre lavorabili e terre da pascolo, parecchi alloggi per un serraglio e per le guardie, una ghiacciaia, un giardino nel quale ci sono parecchi alberi da frutta e piante su spalliera coltivate, separate da una palizzata di legno, il tutto circondato da mura."

L'Arte delle Prospettive

Col nuovo proprietario, Joseph Jean-Baptiste Fleuriau d'Armenonville (qui a sinistra), si iniziano i lavori di pianificazione dei giardini. Fleuriau, finanziere, è a turno, commesso, intendente delle Finanze dal 1690 al 1701, direttore generale delle Finanze e guardia del dominio di Sceaux. Venne in possesso del dominio di Rambouillet per la modica cifra di 140.000 livres e destinò 500.000 per l'abbellimento in soli 5 anni!

Benchè le descrizioni del dominio del secolo precedente parlassero della presenza di un canale, è a lui che la tradizione attribuisce la volontà di magnificare i giardini ed inserire l'edificio in una composizione alla francese. Una pianta della foresta del 1708 ci fornisce lo stato del parco dopo questi lavori. Lo sguardo viene condotto sulle vaste prospettive per la sistemazione di aiuole e specchi d'acqua utilizzando le numerose risorse della prateria paludosa. Un largo canale viene incrociato nell'asse della facciata sud-ovest del castello e prolungata da un lontano tappeto verde. Un altro canale, perpendicolare al primo, borda  le zone davanti al castello. A sinistra, dopo le aiuole ricamate, tre bacini di forme varie si succedono. Delle sculture dovute a Simon Maziére, Pierre Legros e René Frémin, sono dislocate nel parco.

Nel 1701, il Marchesato è detto "esser situato in una delle più fertili zone del Reame" e possedere "un bel parco e luogo di piaceri dove ci sono parecchi specchi d'acqua, canali, stagni, terrazze, aiuole, giardini, orti e frutteti".

1706: Rambouillet dimora di un Principe

Luigi Alessandro di Borbone, Conte di Tolosa (qui a sinistra), e figlio legittimato del Re Sole e di Madame de Montespan, fu e luogotenente generale del Re nella Provincia della Bretagna.

Grande cacciatore come suo padre, provò l'invidia di possedere questo dominio e la sua foresta ricca di cacciagione. Fleuriau d'Armenonville non poté esimersi dal cedere la sua proprietà nel febbraio del 1706, e di fatto facendo un buon affare.

Egli ottenne infatti 500.000 livree, la capitaneria del bosco di Boulogne e l'usufrutto del castello di Madrid.

Secondo le parole di Saint-Simon, il Principe dedicò tutta la sua vita a sviluppare questa proprietà ed a fare del dominio di Rambouillet una terra prodigiosa. Praticò infatti una politica fondiaria di assembramento, per arrivare a possedere fino a 13.000 ettari di bosco, che gli assicuravano fra l'altro un apprezzabile reddito.

Saint-Léger, Montfort e la sua foresta, Gazeran e buona parte del Ducato di Epernon, duplicarono i territori del Marchesato di Rambouillet.

Oltre alla sua carica di Grande Ammiraglio, il Conte di Tolosa, possiede la carica di Gran Veneur. Il "Mercurio Galante" nell'Agosto del 1707 si entusiasma per l'eleganza delle costruzioni delle scuderie al piano terra, appartamenti al primo piano, e cucine relegate nel sottosuolo, e dice: "Ci sono 102 cavalli con delle bordature magnifiche. Il numero dei cavalli , tutti messi in fila, con dei nastri, con le sfilate incrociate,.... tutto questo visto in una volta sola, produce una atmosfera ammirevole".

Fra il 1706 ed il 1709, le prime modifiche del castello sono iniziate. I fossati sono riempiti di terra. L'ala del Nord-ovest, oggi non più presente in quanto distrutta, è rimaneggiata, se non anche ricostruita in questo periodo: la sua facciata sui giardini, sagomata, presentò al tempo una magnifica scala esterna a ferro di cavallo, visibile sui progetti del XVIII° secolo. Si procede anche all'omogeneizzazione delle facciate della corte. Il padiglione centrale, curvato sui lati, in pietra e mattoni, si apre al piano terra attraverso una loggia colonnata, che ripara una statua centrale in piedi. Le due ali che inquadrano la corte si ordinano in arcate regolari situate a tre livelli, fra cui si ammira un piano ulteriore con abbaini. La Corte è chiusa in una griglia a semicerchio. Grazie alle ultime ricerche sul castello, si sono potuti ritrovare i veri autori di questi lavori da lungotempo attribuiti a Robert de Cotte: Pierre Cailletteau, detto "Lussurance", architetto del Re, e Desgots, detto "Legoux" concepirono i piani; gli architetti Jean Sarda (che si intitola "architetto delle costruzioni di S.A. il Conte di Tolosa") e Michael Jumel di una notorietà minore ne realizzeranno i progetti. Nell'agosto del 1707, quando l'essenziale della prima ondata di modernizzazione dell'edificio era praticamente portata a termine, Il Gran Delfino, il Duca e la Duchessa di Borgogna, la Principessa Conti e numerosi cortigiani vennero a visitare Rambouillet. 

Una gazzetta contemporanea riferisce del soggiorno "nell'appartamento di questa deliziosa dimora, superbamente ammobiliata..." I Principi e le Principesse alloggiarono nel corpo del castello mentre tutti quelli che li accompagnarono si distribuirono nell'ala nuovamente costruita che aveva tutti gli appartamenti perlinati.

Nel maggio 1711, attraverso una lettera, il Re eleva il dominio in Ducato: "In favore del nostro figlio, per dargli nuovi segni distintivi che possano passare alla posterità come tenerezza e soddisfazione che noi proviamo per il suo zelo avuto per i suoi servizi ed attaccamento per la nostra persona".

Per poter apprezzare la sistemazione del figlio, Luigi XIV° andò due volte a Rambouillet in compagnia di Madame de Maintenon. 

Il luogo è molto piacevole se si crede ad uno dei commenti di colui che relazionando il suo ultimo soggiorno al castello nel 1714, scriverà: 

"Noi siamo immersi fra i piaceri dalla mattina alla sera: tutti i giorni caccia, spesso la corsa sotto le mie finestre, la sera musica: le nostre principesse sono più robuste delle nostre persone di guerra, e gioiscono in libertà, che è abbastanza ampia, della campagna".

Dopo la morte di Luigi XIV, nel 1715, il Conte di Tolosa, allontanato durante la Reggenza, si ritira a Rambouillet. 

Nel 1723, sposa Marie Victoire Sophie de Noailles (qui a destra), e dalla loro unione nacque nel 1725 un figlio, il Duca di Penthiévre. Nel frattempo continuavano i miglioramenti del dominio di Rambouillet.

La più importante trasformazione dell'edificio, che gli dà la connotazione vera di costruzione del XVIII secolo, è la doppia ala ovest, realizzata fra il 1730 ed il 1736 con la creazione di una nuova serie di pezzi, detti "Appartamenti d'Assemblea". Questa seconda ondata di modernizzazione è diretta dall'architetto Desgots. Egli riprende la parte architetturale iniziale: per conservare l'equilibrio delle facciate, egli sposta e ricostruisce la torretta d'angolo, poi fa costruire lungo la nuova facciata un balcone, rinnovando il tutto con una disposizione che non era più molto in voga.

Se l'esterno del castello non è molto innovatore non è lo stesso per quanto concerne la pianificazione degli interni.

Di questo periodo possono imputarsi i grandi decori dei rivestimenti perlinati, sparsi ovunque, eseguiti con una estrema raffinatezza. La loro concezione e la loro realizzazione sono opera di François-Antoine Vassé, scultore ornamentalista favorito del conte (egli lavorerà moti anni anche alla residenza del Principe a Parigi, l'Hotel de la Vrillière), e a Jacques Verberckt. Nelle memorie dei conteggi, di recente studiati, quello riguardante la falegnameria e la scultura su legno è di gran lunga la più importante, provando la qualità di questa opera. 

Un inventario indirizzato nel 1718 dà una idea della ricchezza della mobilia del castello. Noi sappiamo che gli appartamenti detti "del Re" possedevano un considerevole numero di sovraporte, conservati oggi al museo di Tours. I temi sono sicuramente mitologici: Caccia di Diana, Riposo di Diana di Louis de Boulogne, 2 opere che risalgono al 1707; Acis et Galatée, Le Triomphe d'Amphitrite, La Vache Io, L'Enlévement de Proserpine di Boulogne l'Ainé; Le Sacrifice à Bacchus opera da imputare a Michel Corneille. La tapezzeria sulla storia del Re di Cina, proveniente delle manifatture di Beauvais, offerte da Madame de Montespan a suo figlio, ornava i muri assieme alle altre opere su citate.

Al pianoterra, si trovava la sala da bagno, capolavoro di raffinatezza, in un decoro di maiolica. Questa tipologia di decorazione, molto rara nel XVII secolo, si diffonde nel secolo seguente. Il Conte di Tolosa morì a seguito di una serie di operazioni nel dicembre del 1737, ma la sua residenza rimane frequentata da Luigi XV, che apprezzava molto la compagnia della Contessa di Tolosa.

Il Duca di Penthiévre: la sorpresa dei giardini Inglesi

Figlio del conte di Tolosa e di Marie-Victoire Sophie de Noailles, Louis Jean-Marie de Bourbon, Duca di Penthiévre (qui a sinistra), nato a Rambouillet, fece di questa eredità il suo luogo prediletto. 

E' nell'arte dei giardini che il suo intervento è più notabile. 

Egli amplificò il reticolato dei canali, avviando a ventaglio, sull'antico tracciato dei viali obliqui, due canali secondari. 

E' così determinato un insieme di isole: erano trattate a prateria, eccetto le due isole rotonde, che, se si guarda l'incisione di Rigaud, erano coperte di boschetti. 

Le grandi composizioni alla francese sono ancora molto apprezzate durante la seconda metà del XVIII° secolo, ma i giardini alla moda sono al tempo quelli detti "all'Inglese". Il Duca di Penthiévre incarica un paesaggista, che resta ignoto a tutt'oggi, di concepire una tale pianificazione su 25 ettari in parte ricchi di valli tra i canali, il tappeto verde e la foresta.

Il dedalo di viali sinuosi e delle rive serpentine rotte da piccoli ponti e da guadi conducono il visitatore verso dei giochi e dei misteriosi opifici, destinati a suscitare delle emozioni, delle sorprese o elementi che invitano alla meditazione.

Costruiti fra il 1770 ed il 1780 da Jean-Baptiste Paindebeld, realizzatore ed architetto dei giardini inglese, sotto la guida dell'architetto del Duca, Claude -Martin Goupy, case con il tetto di paglia ai frutti di mare, ermitage e padiglioni cinesi, illustrano il repertorio coevo mescolando l'esotismo ed architettura vernacolare che si sviluppa dopo il 1760. I due primi opifici, inizialmente coperti di vera paglia, rispondono a questa infatuazione per il pittoresco rustico. Essi devono dare una immagine ideale della casa del paesano, ma ognuna offrendo all'interno una raffinatezza degna dei suoi ospiti di prestigio. L'esempio più celebre del genere è l'Hameau de la Reine a Versailles, costruito fra il 1783 e il 1787, anche se è piuttosto tardo rispetto a questa moda bucolica.

L'eremitaggio realizzato sulla altura scoscesa del parco, detto "Ermitage du Coudray", domina il paesaggio. Danneggiato da un incendio nel 1977, è da poco tempo stato oggetto di un restauro. Comprendendo più pezzi di una cappella, si distingue in ciò degli eremitaggi più semplici che ci si compiaceva di disporre nei giardini contemporanei. Questi ultimi talvolta erano occupati da un vero eremita, un automa o un manichino.

Un castello Reale

Luigi XV cacciò spesso nelle foreste dell'Yvelines, e per assicurare la sua ospitalità a suo cugino, il Duca di Penthiévre, fece erigere vicino agli stagni di Pourras il castello di Saint-Hubert.

Jacques Ange Gabriel, tra il 1755 e il 1759, è l'architetto dell'edificio che si trova in prossimità del castello di Rambouillet. Luigi XVI, spesso ricevuto in questa contrada, ugualmente sensibile alle virtù cinegetiche dei  luoghi, non si accontenta più della ristrettezza della sua nuova residenza. Insiste così col Duca di Penthiévre per acquistare il dominio di Rambouillet. Quest'ultimo cede obbligatoriamente alla pressione reale, nel dicembre del 1783, per un prezzo di 16 milioni di livree. Luigi XVI acquista Rambouillet a titolo privato, perchè vuole gioirne non tanto come Re, ma come signore di Rambouillet, come meglio gli sembrerà, in un campo affrancato da tutte le riunioni e confusioni del dominio della Corona". Il Castello di Saint-Hubert, allora trascurato, cadrà a poco a poco in rovina e sarà poi distrutto nel 1855. Fu proprio l'acquisto da pare della Corona che portò alla rovina il castello, che si può ammirare oggi solo attraverso un dipinto Compigne di Thomas Conservato presso Sceaux, al museo dell'Ile de France.

Una corte bucolica

Il Re nomina, come governatore generale di Rambouillet, Charles Claude Flahaut de La Billarderie, conte d'Angiviller, maestro di campo di cavalleria, e provvede a fare un nuovo castello.Parecchi progetti sono presentati da Jean Augustine Renard, architetto controllore delle sue costruzioni.Ma tra il canale e la città, il sito non permetteva delle soluzioni armoniose, e c'era un partito preso di rispettare l'edificio antico.

Due mesi dopo l'acquisto Luigi XVI contattò l'architetto Jeacques Jean Thévenin e fa ingaggiare dei grandi lavori condotti dall'imprenditore Dalanoue. Il cantiere è tal che si attivano talvolta anche 900 operai! Dei marciapiedi di pietra sono aperti a Gazeran ed a Saint-Hilarion, una fabbrica di mattoni è creata a Mocquesouris, un intonacatore e dei forni a caldo sono installati nel sito stesso di Rambouillet. Tutta questa agitazione è dovuta all'ingrandimento della costruzione delle scuderie del Conte di Tolosa al fine di riunirvi i numerosi servizi necessari al tran de vie del nuovo capo dei luoghi. L'insieme delle facciate è allora ripreso con l'idea di dargli una unità generale. Bisognava anche costruire delle nuove scuderie, e ciò fu fatto. Questa costruzione, detta "piccole scuderie" forma il quartiere della cavalleria e può accogliere 500 cavalli.

Vengono ugualmente edificate nella città l'Hotel del Gouvernement e l'Hotel costruito per d'Angiviller, rimpiazzato poi qualche decennio più tardi dal palazzo del Re di Roma.

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Storia 

Le Chateau de Rambouillet

La Capanna della Principesse de Lamballe

La Laiterie de la Reine

Le Jardin de Rambouillet

A cura di

Arsace da Versailles